di REDAZIONE POLITICA
L’annunciata e prevista crisi di governo, si è aperta, anche se deve ancora ufficialmente essere formalizzata, dall’esito imprevedibile, quando all’interno della maggioranza, sembravano esserci tutte le condizioni per siglare la pace.
Il premier Conte ieri sera, aprendo il Consiglio dei ministri, ha annunciato di aver informato il Quirinale ed accolto le dimissioni di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Ha usato parole pesanti parlando di “grave responsabilità” e “notevole danno al Paese” a causa di un gesto che non può essere sminuito. Ha sostenuto di aver cercato “fino all’ultimo utile” il dialogo ma il terreno è stato “disseminato di mine“. Chiama la sua maggioranza a testimone e dal Cdm arrivano i tweet all’unisono dei ministri M5s, Pd e Leu. “#AvanticonConte”, è l’hashtag in perfetto stile “grillino”, quello stile che sta distruggendo il nostro Paese. Persino Nicola Zingaretti dal Pd twitta : “Ora è a rischio tutto, è una scelta incomprensibile“, attaccando a Renzi.
Ventiquattro ore per riprendersi dallo schiaffo politico di Matteo Renzi, per permettere ai partiti di maggioranza di ragionare sul da farsi, ma sopratutto per cercare di raccattare in Parlamento voti indipendenti e voltagabbana a caccia di una poltrona o uno strapuntino ministeriale . Conte intende presentarsi alle Camere con un discorso che faccia un appello largo alla responsabilità.
Il premier Conte, nel primo Consiglio dei ministri senza i ministri di Italia Viva, livido di rabbia non manifesta alcun cenno di dietrofront, ritenendo ormai Matteo Renzi da avversario, presentandosi ai ministri tranquillo e deciso ad andare avanti. Anche se sa molto bene che ha le ore contate.
Alcuni passaggi politici devono ancora maturare: nella giornata di oggi il Pd ed il M5s riuniranno i loro vertici per valutare la crisi, consapevoli che in maggioranza c’è chi, come una parte dei Dem, ha ancora dubbi sull’ipotesi di sostituire Italia Viva con un gruppo di “responsabili” , li chiamano così adesso i parlamentari “voltagabbana”.
Le quasi due ore di fuoco e fiamme del leader di Iv nei confronti di Conte sono arrivate a Palazzo Chigi, spiega una fonte che ha dimestichezza con il premier, attraverso le agenzie di stampa. A testimonianza del fatto che, già prevaleva in Conte, la convinzione che Renzi avrebbe comunque rotto l’alleanza di governo. Ed ora, sottolinea chi è vicino al il capo del governo, Conte è più “libero” di giocare la sua partita sulla fiducia in Aula. A tarda sera Renzi, riunendo i suoi gruppi, ribadisce che il premier non lo ha mai chiamato. Ma fonti di maggioranza descrivono un quadro opposto: Conte avrebbe più volte cercato l’ex premier – nei giorni scorsi – con telefonate e messaggi, senza ricevere risposta. Un filmato già visto a suo tempo con Salvini. Conte probabilmente non aggiorna i numeri della sua rubrica, dimenticando però che le telefonate (anche quelle perse) lasciano sempre tracce nei tabulati e nelle memorie dei telefoni.
I “renziani” vive le ore del post-strappo con prudenza.Nella riunione serale dei parlamentari con Renzi non viene registrata alcuna rivolta o contestazione interna. Tutti attendono le mosse del premier Conte, ma si discute dello scenario di una soluzione rapida della crisi in maggioranza come se il Conte ter non fosse ancora un’opzione archiviata: sedersi a un tavolo sarebbe possibile. Ma la convinzione di più d’uno è che si vada verso la conta in Aula.
Conte a questo punto deve mettere una decisione sul tavolo già nelle prossime ore su come affrontare la crisi , cioè se dimettersi per aprire il tentativo di un nuovo governo o andare in Parlamento a verificare la sua maggioranza , in quanto il capo dello Stato, Sergio Mattarella ad averlo invitato ad una soluzione della crisi in tempi brevi. Se sceglierà davvero lo “spettacolo” mediatico in Parlamento che gli consiglia Casalino l’obiettivo potrebbe essere ottenere il sì da una maggioranza larga e solida, con un appello ampio a sostenere il lavoro del governo. Alcuni ministri del M5s a latere del Cdm osservano che quella dello “spettacolo” in aula è la strada da imboccare, mente i Dem predicano più prudenza: non se ne sarebbe comunque parlato nella riunione del Consiglio.
Il Movimento 5 Stelle sembra compatto sull'”avvocato del popolo”. E anche chi, in teoria, avrebbe aperto ad una soluzione con un premier Dem (come Dario Franceschini) sembrerebbe esser tornato sui suoi passi. A dire il vero l’ipotesi di un governo con la stessa maggioranza e un premier diverso non è ancora del tutto tramontata – con Italia Viva in attesa – ipotesi questa che al momento appare molto lontana. Quindi come uscirne?
L’unica alternativa alla ipotesi “responsabili” potrebbe essere un’ improvvisa apertura di Renzi al dialogo, con Conte premier come punto fermo. Possibilità questa che sembra molto remota ed al momento impossibile.