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22 Novembre 2024 01:27

Respinto il ricorso della Regione Puglia sul gasdotto Tap : semaforo verde ai lavori tra gli ulivi del Salento

I lavori erano stati sospesi su decisione dei giudici amministrativi lo scorso 6 aprile. Adesso i manifestanti che da 35 giorni occupano l'area potrebbero riprendere la mobilitazione contro l'espianto degli alberi

di Marco Ginanneschi

ROMA – La sentenza del Tar Lazio che autorizza a Tap di riprendere gli espianti degli ulivi nel cantiere di Melendugno è arrivata a 24 ore dopo la discussione . E’ stato rigettato e quindi respinto il ricorso della Regione Puglia, con il quale veniva chiesta la sospensione dei lavori sostenendo strumentalmente  un pericolo di danno permanente all’uliveto nell’incertezza del quadro autorizzativo sia in relazione allo spostamento dei 211 alberi dal tracciato sia dell’assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale del progetto di microtunnel,

Gli interventi di espianto degli ulivi iniziati  il 17 marzo, erano stati fermati con decreto cautelare del Tar lo scorso 6 aprile, nel pieno delle manifestazioni di protesta di attivisti, cittadini e amministratori salentini. I lavori potranno ricominciare nelle prossime ore. Attivisti, cittadini e amministratori salentini – che da 35 giorni presidiano il cantiere – sono intenzionati a continuare a manifestare contrarietà rispetto a tali interventi. Nell’area presidiata dalla polizia, a più riprese si sono susseguiti scontri e manifestazioni di protesta.

Il ricorso era stato presentato  per la Regione Puglia dall’avvocato Mariano Alterio,  il quale  ha sostenuto che “la prescrizione A44 imposta a Tap dal ministero dell’Ambiente all’atto del rilascio della Valutazione di impatto ambientale non risulta ottemperata”. Per i rappresentati in udienza del ministero dell’ Ambiente retto da Gian Luca Galletti, invece “la prescrizione è ottemperata e l’espianto autorizzato“, sulla base di una serie di note inviate dallo stesso ministero, che in materia di Valutazione di impatto ambientale ha ribadito la propria “competenza finale esclusiva” .

Tale presupposto è stata completamente condiviso ed accolto dal Tar Lazio, secondo il quale “il ministero dell’Ambiente è titolare della facoltà di controllo in ordine al rispetto delle prescrizioni previste nella Valutazione di impatto ambientale e la Regione Puglia è solo ente vigilante”. I giudici amministrativi hanno, inoltre, sottolineato come “due articolazioni della stessa Regione Puglia (il Servizio fitosanitario e la Sezione provinciale del Dipartimento agricoltura) hanno concesso a Tap l’autorizzazione all’espianto di 211 piante di ulivo”.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha letteralmente ignorato il “periculum in mora” che la Regione Puglia riteneva collegato all’espianto. La Tap, nella sua memoria depositata, aveva messo in luce come fosse “ormai superato il periculum in mora paventato dalla Regione“, considerato che “a oggi le attività di espianto degli ulivi sono quasi concluse“, infatti nel cantiere di Melendugno vi sono soltanto 12 ulivi già zollati, cioè  staccati con tutte le radici dall’area in cui sono cresciuti, che “sono in una situazione precaria e ncessitano di una messa in sicurezza, sia per evitare il rischio di caduta in caso di vento sia per garantirne la migliore conservazione in salute“.

Sono tornate questa mattina le barricate nell’area del cantiere Tap, a Melendugno,  dopo il verdetto del Tar Lazio ha dato il via libera all’azienda per riprendere le operazioni di espianto degli ulivi nella zona dove arriverà il gasdotto. Gli attivisti ‘No Tap’ sono nuovamente sul piede di guerra. In circa 300 sono presenti sul posto e nella notte hanno eretto ancora delle barricate.

Michele Emiliano alla disperata ricerca di consenso nel mondo ambientalista, ancora una volta  va contro le decisioni del Governo e di un Tribunale. “Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia” ha detto il presidente della Regione Puglia  prendendo atto della sentenza del Tar Lazio che respinge il ricorso della Regione contro l’espianto degli ulivi nel cantiere del gasdotto Tap.

Continueremo a porre il problema in tutte le sedi – ha aggiunto Emiliano –  a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale. Siamo convinti – ha detto ancora – che il tema dell’idoneità tecnica dell’approdo a San Foca non sia derubricabile a un semplice vezzo degli ambientalisti, ma che sia una delle questioni fondanti del rapporto tra sviluppo e identità di un territorio, come quello salentino, che non può essere appaltato a decisioni che vengono da lontano”.

“Intendiamo proseguire nel proporre soluzioni alternative – ha concluso – che permettano la salvaguardia del territorio insieme all’implementazione delle necessità energetiche nazionali, cui la Puglia da sempre contribuisce massivamente“. resta da capire quali siano le competenze di Emiliano nel contrapporsi sempre alla Legge, che lui interpreta ancora una volta a proprio consumo ed uso personale in maniera strumentale per la sua politica mediatica.

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