di Alessandra Monti
Il Teatro alla Scala di Milano riapre al pubblico. Non è ancora stata confermata la data, che sembrava quella dell’11 maggio, il sovrintendente Dominique Meyer deve parlarne con i sindacati. E’ possibile che già l’8 maggio si riapra con il concerto di Gianandrea Noseda che dirige il coro e l’orchestra del Piermarini. Se la riapertura cadesse l’11 maggio, avrebbe un valore simbolico in più: in quello stesso giorno del 1946 il teatro ricostruito dopo i bombardamenti del ‘43, riaprì con il concerto diretto da Arturo Toscanini.
Una cosa è sicura al momento è che a salire sul podio l’11 maggio a dirigere ci sarà il maestro Riccardo Muti con la Wiener Philharmoniker. Come è stato anticipato dal sovrintendente Meyer, per rispettare le misure anti contagio, la capienza sarà limitata in totale, potranno esserci non più di 500 persone.
Gli spettatori potranno accedere solo ai 130 palchi, e nella galleria, in quanto la pedana dell’orchestra, realizzata durante il lockdown, occupa lo spazio della platea. “Il concerto diretto da Muti sarà con il pubblico – ha spiegato Meyer -. Vedremo con i Wiener se potremo aprire anche la prova generale”. A margine della posa della prima pietra della nuova ‘torre’ del Piermarini, Meyer dice di avvertire finalmente un “vento positivo. Cercheremo di aprire poco a poco, ma prima voglio parlare con i sindacati. Il punto centrale è che una volta smontata la pedana non si può tornare indietro. Abbiamo bisogno un po’ di tempo per decidere”.
Adesso il Piermarini potrà contare anche su un nuovo socio fondatore sostenitore: Giorgio Armani. L’impegno del gruppo, annunciato durante il Cda, sarà formalizzato il prossimo 17 maggio con la cooptazione dell’Assemblea della Fondazione Teatro alla Scala. Per Armani si tratta di un ritorno: già al momento della sua costituzione, il grande stilista era stato tra i primi a sostenere la Fondazione. Torna adesso, in un momento particolarmente delicato per il mondo dello spettacolo, impegnandosi a contribuire con 600 mila euro all’anno per 2 anni.
“Il mio impegno verso Milano, in questo ultimo anno così sconvolgente, è stato importante su tutti i fronti e non potevo certo trascurare il settore della cultura, colpito duramente in ogni suo aspetto. Le arti vengono sempre messe in secondo piano nei momenti difficili perché non appaiono immediatamente vitali e necessarie. E invece lo sono” ha detto Giorgio Armani, motivando la sua scelta. “Il teatro, la musica, il balletto sono pura espressione di bellezza e delle più alte qualità umane – creatività, ingegno, fantasia, impegno – che stimolano il progresso e la rinascita“.
“Questa nuova iniziativa è dedicata di nuovo alla città di Milano, per il valore simbolico dell’istituzione, ma anche per i miei legami affettivi e personali con essa, per i ricordi dei tanti spettacoli e concerti cui ho assistito, degli ospiti illustri che ho vestito, di esperienze indimenticabili come la creazione dei costumi, nel 1994, per l’Elektra di Richard Strauss diretta dal Maestro Sinopoli“. ha aggiunto Armani concludendo “Ora, più che mai, sento il dovere morale di contribuire attivamente a sostegno del prestigioso Teatro, patrimonio di milanesi e non, vero e proprio simbolo di resistenza intellettuale”, ha concluso il presidente e amministratore delegato dell’omonimo gruppo.
“La Scala ha tracciato la storia di Milano, anche per quel concerto con Toscanini che è stato così importante – ha ricordato il sindaco Giuseppe Sala – . Abbiamo finanziatori e sponsor, che si riuniscono intorno alla Scala . Per cui la rinascita riparte dalla Scala“.
In occasione della posa della prima pietra del nuovo edificio che sorgerà in via Verdi, si è parlato dell’ opera essenziale prevista come complementare al necessario ampliamento della sede storica del Teatro, pensate e firmata dall’architetto progettista Mario Botta, insieme allo studio dell’Architetto Emilio Pizzi. Si tratta di una ‘torre’ alta 17 piani, che ospiterà le nuove sale prova per l’Orchestra e il Ballo, oltre a garantire gli spazi necessari al rientro in Teatro di quelle funzioni amministrative ancora ubicate in sedi esterne. Il piano economico-finanziario prevede un investimento complessivo di 17 milioni di euro. Come noto l’architetto ticinese si era già occupato dell’importante intervento di restauro e ristrutturazione della sede storica del Teatro e dell’area tecnica della torre scenica realizzata tra il 2001 e il 2004.