Riccardo Bossi, primogenito dell’ex leader e fondatore della Lega Umberto, è indagato per truffa ai danni dello Stato, per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. Secondo l’ipotesi formulata dalla procura di Busto Arsizio (Varese), Bossi avrebbe percepito un contributo previsto pari a 280 euro al mese per 43 mensilità, tra il 2020 e il 2023, per una cifra complessiva di oltre 12mila euro.
Tuttavia secondo gli inquirenti , si tratterebbe di una erogazione indebita probabilmente collegata al pagamento dell’affitto di un appartamento dal quale Bossi peraltro era già stato sfrattato in quanto moroso. L’indagine penale condotta dalla pm Nadia Alessandra Calcaterra è scattata a seguito di una segnalazione dell’Agenzie delle Entrate. E solitamente la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari anticipa una richiesta di rinvio a giudizio.
Convocato dalla pm Calcaterra per l’interrogatorio in fase di indagine, Bossi jr. si è avvalso della facoltà di non rispondere. Adesso avrà a disposizione venti giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione delle per produrre documenti, depositare memorie e chiedere di essere sentito o di rendere spontanee dichiarazioni.
Questa non è la prima volta che il figlio di Umberto, ormai 45enne, ha dei guai con il sistema giudiziario. Nel 2016 era stato condannato per appropriazione indebita dal tribunale di Milano per delle spese personali utilizzando i fondi (pubblici) a disposizione della Lega. Sempre nello stesso anno ha subito una ulteriore condanna a 10 mesi, inflitta dal tribunale di Busto Arsizio (Varese), con l’accusa di aver truffato dei gioiellieri appropriandosi di gioielli di Bulgari e di un Rolex senza pagare. Per arrivare nel 2020 quando Bossi junior è stato condannato a 8 mesi per truffa per essersi impossessato allo stesso modo di due motoscooter d’acqua, del valore complessivo di 33mila euro.
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