Riceviamo dall’ Avv. Augusto Pizzoferrato quale legale di fiducia della Sig.ra Beatrice Sciarra la seguente lettera di rettifica che pubblichiamo integralmente ai sensi dell’art.8 Legge 47/1948 in relazione al nostro articolo del 14 febbraio con il titolo “La Mafia voleva punire anche l’ex ministro Baccini per conto di una nobildonna romana. Arrestati Guttadauro e suo figlio” :
“ Non corrisponde al vero la circostanza che la Sig.ra Beatrice Sciarra abbia mai avuto contatti diretti con il Sig. Giuseppe Guttadauro né tantomeno mai la stessa ha chiesto a quest’ultimo di fungere da mediatore per risolvere una grossa contesa finanziaria con Unicredit. La Sig.ra Beatrice Sciarra conosce il Sig. Guttadauro solo perché quest’ultimo svolgeva la stessa attività del suo ex marito, Prof. Giuseppe Mennini (medico chirurgo) e per tale motivo gli eventuali incontri sono sempre stati assolutamente casuali ed occasionali. Si precisa, altresì, che la Sig.ra Beatrice Sciarra non è stata raggiunta da alcun avviso di garanzia dagli Uffici della Procura di Palermo e, per tale motivo, risulta totalmente estranea a qualunque ipotesi delittuosa ascrivibile al Sig. Guttadauro “
Abbiamo pubblicato questa rettifica esclusivamente per ottemperare alle norme di Legge, in quanto alla signora Sciarra deve essere sfuggito qualcosa:
- i contatti e/o rapporti fra la signora Sciarra ed il noto mafioso Giuseppe Guttadauro emergono dall’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo dott.ssa Claudia Rosini sulla base di indagini del ROS dei Carabinieri. Sarà quindi all’ Autorità Giudiziaria che la signora Sciarra dovrà chiarirli, e non certamente a noi.
- trattandosi di un’ordinanza “cautelare” e non essendo state chiuse le indagini, trovandosi coinvolta a ragione o per caso in una vicenda di mafia, è normale che al momento non abbia ricevuto alcuna comunicazione dall’ Autorità Giudiziaria o notizia dell’eventuale avvenuta sua iscrizione nel registro degli indagati. Che peraltro ai sensi dell’art. 335 comma 3-bis del Codice di Procedura Penale indica che “Se sussistono specifiche esigenze attinenti all’attività di indagine, il pubblico ministero, nel decidere sulla richiesta, può disporre, con decreto motivato, il segreto sulle iscrizioni per un periodo non superiore a tre mesi e non rinnovabile“. Quindi c’è solo da attendere.