L’attuale procuratore aggiunto della Procura di Bari dr. Roberto Rossi a destra nella foto , per anni nel pool dei magistrati baresi impegnato in indagini sulla pubblica amministrazione, poi membro del Csm e attualmente inquirente della Dda di Bari, ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti del giornalista sindacalista Cosimo (ma noto a tutti come Mimmo) Mazza, originario di San Marzano di San Giuseppe (TA) vice capo servizio della redazione tarantina della Gazzetta del Mezzogiorno, insieme al suo direttore responsabile Giuseppe De Tommaso per aver offeso la reputazione dell’ Avv. Emilia Velletri del Foro di Taranto con la pubblicazione in data 16 maggio 2011 di un articolo sul quotidiano regionale che versa in una profonda crisi editoriale, ed i cui giornalisti lavorano da oltre un anno grazie agli ammortizzatori sociali dei contratti di solidarietà, a causa del crollo vertiginoso di copie vendute in edicola.
Mazza e De Tommaso dovranno rispondere dei reati degli art. 57 e 595 (2° e 3° comma) per avere offeso l’avvocatessa tarantina Emilia Velletri con un articolo a firma del Mazza, nel quale veniva indicata come “indagata per favoreggiamento” nell’ambito del procedimento penale ralativo all’omicidio di Sarah Scazzi ed in particolare scrive il procuratore aggiunto Rossi “.…Subito dopo la scomparsa di Sarah, Antonella creò sempre su Facebook, una pagina che poi diventerà Gruppo per Cercare Sarah Scazzi, che in breve tempo raggiunse i 45.000 iscritti. Ne entrano a far parte subito, fra gli altri, Sabrina Misseri, Alessio Pisello (che per un certo periodo sarà anche amministratore del Gruppo), Mariangela Spagnoletti (testimone chiave contro Sabrina Misseri) e anche curiosamente Emilia Velletri ( a sinistra nella foto – difensore di Sabrina dal 15 ottobre, giorno del suo arresto, fino al marzo scorso quando lasciò il mandato in quanto a sua volta indagata per favoreggiamento), oltre ad amiche di Sarah e Sabrina)….” circostanza non vera, atteso che la stessa (cioè l’ Avv. Velletri n.d.r) non è mai stata indagata per favoreggiamento nel processo che vede parte offesa Sarah Scazzi.”
Resta da chiedersi se Mazza e De Tommaso avranno il coraggio, la forza e sopratutto la dignità professionale in caso di rinvio a processo, di rinunciare all’imminente prescrizione del reato. Per Mazza infatti non sarebbe la prima volta che si salva da una condanna in primo grado da “prescritto”….in Appello. Ne dubitiamo fortemente.
In questa vicenda, notiamo il vergognoso silenzio dei suoi “compagnucci” del sindacato regionale come Bepi Martellotta e di quello nazionale Raffaele Lorusso che si “stracciarono”…le vesti di dosso gridando allo scandalo con vergognosi comunicati stampa (di cui risponderanno in sede penale, civile deontologica) contro il nostro direttore Antonello de Gennaro, accusato senza alcun reale giustificazione, per delle farneticanti accuse di “stalking” nei confronti del Mazza, come acclarato e sentenziato dal Gip dr.ssa Gilli, dal Giudice Petrangelo del Tribunale del Riesame di Taranto e dalla Va Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione che ha ridicolizzato, quest’ultima, il ricorso dei Pm Cannarile e Lopalco della Procura di Taranto depositato a suo tempo contro la decisione del Tribunale de Riesame di Taranto, ritenendo il ricorso delle pm tarantine “inammissibile totalmente“.