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3 Luglio 2024 07:27
3 Luglio 2024 07:27

Riciclaggio: ordine di arresto per Giancarlo Tulliani

Il provvedimento del gip Simonetta D'Alessandro non è stato eseguito: Tulliani è residente a Dubai e per la magistratura italiana risulta irreperibile

Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su una presunta attività di riciclaggio riconducibile a Francesco Corallo, il “Re delle slot” detenuto dallo scorso dicembre. Il provvedimento del gip Simonetta D’Alessandro richiesto dal pm Barbara Sargenti e dall’aggiunto Michele Prestipino non è stato eseguito in quanto  Tulliani è residente a Dubai e per la magistratura italiana risulta irreperibile.

Per favorirlo avendo ricevuto come congruo ringraziamento il denaro per l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo) Giancarlo Tulliani avrebbe messo a disposizione di Rudolf Baetsen, braccio destro di Corallo, due società offshore per poter far transitare i soldi destinati alle Antille. Il reato non si è consumato con l’acquisto della casa di Montecarlo, ma perché i soldi utilizzati avevano origine illecita. Quei soldi infatti (circa 300 mila euro) – ha accertato la Guardia di Finanza – sono stati trasferiti dal conto di Corallo ai Tulliani.

Come è noto poi la proprietà dell’immobile è stata ceduta ad un acquirente straniero per 1 milione e 400 mila euro, con un buon guadagno per i parenti di Elisabetta Tulliani, la compagna dell’ex presidente della Camera Gianfranco Fini (anche lui indagato per riciclaggio). Ma non è l’unico scambio di denaro tra Corallo e Tulliani. Un altro avviene infatti nel 2009. In questo caso vengono trasferiti da un conto della società di Corallo a Tulliani una volta 300 mila euro ed un’altra 2 milioni 400 mila euro.

L’ordine di arresto è conseguenziale agli approfondimenti investigativi dell’indagine che aveva condotto il 13 dicembre scorso, all’arresto di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta, ritenuti capi e membri di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, che riciclava tra Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery, così commettendo reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il profitto illecito una volta depurato, secondo chi indaga, sarebbe stato impiegato da Francesco Corallo in attività economiche e finanziarie, in acquisizioni immobiliari e destinato anche ai membri della famiglia Tulliani.

nella foto la famiglia Tulliani

 

Gli uomini dello Scico della Guardia di Finanza  aveva eseguitolo scorso 14 febbraio un sequestro preventivo di beni, pari a 5 milioni di euro, nei confronti dello stesso Tulliani, del padre Sergio e della sorella Elisabetta accusati a vario titolo dei reati di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio a partire dal 2008. Il padre di Giancarlo, Sergio Tulliani risulta ancora indagato.

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