di REDAZIONE ECONOMIA
Continua la guerra “sindacale” della Gazzetta del Mezzogiorno alla Ledi, la società editrice del Gruppo Ladisa di Bari, che per 6 mesi ha garantito l’occupazione a circa 140 dipendenti (fra giornalisti e poligrafici) e l’uscita in edicola dopo il fallimento della precedente società editrice EDISUD spa, che insieme alla società MEDITERRANEA (proprietaria della testa e concessionaria per la pubblicità) che avevano accumulato debiti per oltre 50 milioni di euro. Il quotidiano barese La Gazzetta del Mezzogiorno non è più in edicola dallo scorso 1 agosto,
L’iniziativa incredibilmente è delle curatele fallimentari di Mediterranea ed Edisud i cui due curatori hanno operato in aperto conflitto d’interessi che è attualmente oggetto di un’indagine della Procura di Bari delegata alla Guardia di Finanza, che hanno depositato un ricorso presso il Tribunale di Bari nel quale le citate curatele delle società fallite chiedono l’inibitoria cautelare all’utilizzo del marchio “La Nuova Gazzetta di Puglia e Basilicata”, marchio che in realtà risulta assolutamente legittimo e depositato senza alcuna opposizione.
Con una comunicato stampa la la Ledi Servizi Editoriali, società del Gruppo Ladisa SpA, ha replicato in proposito comunicando quanto segue: “la pluralità dell’Informazione fa bene al territorio. Privarsene, o costringere una Comunità a farlo, è un atto doloso e pericoloso. Nel pieno rispetto delle leggi, dunque, auguriamoci di avere a disposizione tante “Gazzette”, tanti “Corrieri”, tanti “Quotidiani”. La Puglia ed il Sud ne godranno: più competitività, più libertà di scelta, più Italia”.
Avendo il nostro giornale vissuto qualcosa di molto simile venendo perseguitati dal sindacato dei giornalisti pugliesi e da alcuni giornalisti noti per le proprie documentate “markette” giornalistiche, ci associamo al pensiero della Ledi, ricordando a tutti che chi decide l’autorevolezza e la credibilità di una testata giornalistica, è il pubblico, i lettori, e non certo un tribunale fallimentare “chiacchierato” con dei precedenti poco edificanti, o un sindacato preoccupato solo di piazzare i propri “vertici” ai posti di comando. strano che i curatori non spendano una sola parola su quei quattro assegni da 250mila euro cadauno depositati da ECOLOGICA (società della famiglia Miccolis), ma provenienti dai conti correnti della CISA spa di Massafra, società questa che che non ha mai partecipato all’asta, e che non risulta avere alcuna partecipazione azionaria nella società ECOLOGICA spa che si è aggiudicata la turbolenta e “chiacchierata” asta giudiziaria.
Credendo da sempre nel principio di una giusta concorrenza, che fa bene al mercato, e contribuisce ad ampliare le voci dell’informazione, auguriamo ad entrambe le Gazzette (“di Puglia e Basilicata“, e “del Mezzogiorno”) di arrivare presto in edicola e sul web, dove troveranno il nostro giornale, che non farà sconti giornalistici a nessuno, e sopratutto continuerà il proprio lavoro senza padroni e padrini, e sopratutto il più lontano possibile da speculatori e monnezzari condannati alla ricerca di un “scudo” protettivo”
Ad maiora !