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22 Dicembre 2024 21:51

Riflessioni sulla chiusura di BlustarTV che (purtroppo) ancora una volta avevamo annunciato

Dove va il giornalismo in tutto il mondo

di Antonello de Gennaro

Il 17 gennaio 2015 questo quotidiano anticipava l’inevitabile chiusura di Blustar TV a causa della sempre crescente contrazione del mercato pubblicitario che ha letteralmente “falcidiato” il settore dell’informazione, in particolare i giornali locali e l’emittenza televisiva privata. Ve lo garantiamo non lo eravamo allora e non siamo felici oggi di doverne parlare, ma nella vita bisogna sempre affrontare la realtà dei fatti. L’imprenditore-editore Cosimo Quaranta, proprietario di Blustar TV è persona seria, e lo dimostra il fatto che abbia pagato tutti i suoi dipendenti sino all’ultimo centesimo, smentendo alcuni pseudo sindacalisti-giornalisti che parlano di “impresa”, pur non avendo mai gestito nella loro vita per un solo giorno neanche il condominio in cui abitano. Persone incompetenti e poco qualificate, che ora farebbero bene a tacere e sopratutto a nascondere la faccia con i colleghi giornalisti che non hanno più un lavoro. Ammesso che ne abbiano una… !

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Il progresso tecnologico delle telecomunicazioni, la rete Internet, hanno stravolto e migliorato il processo di evoluzione del mondo dell’informazione. Soltanto gli ignoranti, gli incapaci, i disinformati che operano purtroppo dentro o a latere del mondo dell’informazione, non sanno o non si sono accorti che è dal 2006 che sono ammesse al famoso premio Pulitzer il più autorevole premio di giornalismo del mondo,  le edizioni web dei quotidiani e dal 2008 possono partecipare anche le pubblicazioni che esistono solo online. Nessuno di questi “ignoranti dell’informazione” sa e riesce a capire e spiegare ai propri lettori che  nel 2010  per la prima volta che il Pulitzer è stato assegnato ad inchieste effettuate da una di pubblicazioni online. I due vincitori del 2010 sono stati Frank Fiore, un cartoonist della versione online del San Francisco Chronicle e Sheri Fink, una giornalista dell’associazione noprofit ProPublica.

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I giornalisti locali, in particolari quelli pugliesi, non hanno capito che il mondo dell’informazione nell’ultimo decennio, non è più quello in cui loro stagnavano, convinti di essere la “voce” del popolo, quando in realtà erano lo “spiffero” o ancor peggio i “ventriloqui” del potere politico, economico. sindacale. Nel 2012  il giornalismo online l’ha fatta da padrone nell’assegnazione dei vincitori del Pulitzer. Infatti il riconoscimento sul reporting nazionale, uno dei più importanti, è stato assegnato al super blog Huffington Post, fondato nel 2005 da Arianna Huffington e in breve diventato uno dei siti più seguiti del mondo, arrivando anche in Italia con un’edizione realizzata in collaborazione con il gruppo LaRepubblica-L’Espresso, e diretto dall’ottima e capace collega Lucia Annunziata.

Il premio Pulitzer 2012 è andato al giornalista David Wood, per i report sulle difficoltà che devono affrontare i veterani reduci dei conflitti in Afghanistan e Iraq, e non certamente per aver pubblicato qualche comunicato stampa dei sindacalisti di Teleperformance o qualche farneticazione della poco trasparente associazione ambientalista “last minute”… PeaceLink guidata da un professore di liceo, tale Marescotti.

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Vogliamo raccontarvi una storia molto simile e vicina alla realtà pugliese e tarantina. Quella del Daily Breeze, un piccolo giornale locale con sede a Torrance, in California negli Stati Uniti d’ America, con soli… 63.000 abbonati ed appena  sette giornalisti che seguono gli affari di Los Angeles, quotidiano che è stato un vincitore a sorpresa dei premi Pulitzer del 2015. Il Daily Breeze ha vinto il premio per il giornalismo locale per la sua inchiesta sulla corruzione in un distretto scolastico molto povero, (quello che a Taranto non ha mai fatto nessun giornale o giornalista negli ultimi 30 anni) provocando le dimissioni di uno strapagato sovrintendente e una modifica nella legge statale.

Stando a quanto racconta Poynter, questo grosso scoop è nato da un lavoro giornalistico semplice e basilare: e cioè quando due giornalisti del Daily Breeze, Rob Kuznia e Rebecca Kimitch, hanno cominciato a studiare ed esaminare con attenzione i dati sui bilanci e gli stipendi del distretto. Questa vittoria dimostra che quella cosa che sosteniamo da un anno (venendo additati come pazzi e visionari !) , cioè che i giornali locali possono davvero cambiare le cose nel mondo reale, che non è una storiella o un’ ubriacatura. Ma è sopratutto un promemoria, un invito alla riflessione, purtroppo non altrettanto gradevole, che ci fa capire  quanto sia messa male la professione giornalistica in Puglia.

Pochi, quasi nessuno dei nostri colleghi pugliesi conosce l’ Ejo un Osservatorio europeo di giornalismo, un network di 14 istituzioni di ricerca in 11 paesi diversi che diffonde ricerca e analisi sul giornalismo e sull’industria dei media in una prospettiva globale, il cui lavoro prodotto è indipendente, accademicamente rigoroso ed internazionale. In un loro recente convegno a cui ho avuto il piacere e l’interesse di partecipare,  Alan Rusbridger, direttore di Guardian Media e News, uno dei più importanti gruppi editoriali inglesi ha sottolineato la necessità di “guardare all’informazione e al giornalismo online con occhi e mentalità puramente digitali”.

Cercare di trasporre quello che succede sulla carta all’online non può funzionare. In questa prospettiva è stato ricordato e sottolineato l’importanza di una professionalizzazione giornalistica online. Non a caso negli Stati Uniti esistono già dei programmi di certificazione online per le scuole medie e le università. Così come l’importanza di porre degli standard di qualità che regolino e migliorino l’informazione online.  Alan Rusbridger parlando della sua esperienza al Guardian ha invece ribadito il concetto fondamentale del giornalismo online Cover what you do best, link to the rest  (traduzione: ” Occupati di quello che sai fare meglio , collegati con il resto“) ed ha elencato i 10 principi del giornalismo online:

1 Incoraggiare la partecipazione e invitare a rispondere

2 Non si tratta di una inerta forma di pubblicazione “noi” verso di “loro” 

3 Incoraggiare gli altri ad iniziare un dibattito, pubblicare materiale o dare suggerimenti. Possiamo seguire così come condurre la comunicazione. Possiamo coinvolgere altri nel processo di pre-pubblicazione

4 Aiutare a creare comunità intorno a interessi e temi comuni

5 Aprirsi al web  ed essere  una parte di esso

6 Aggregare e curare il lavoro di altri 

7 Riconoscere che i giornalisti non sono l’unica voce autorevole, esperta, interessante

8 Aspirare ad esprimere e riflettere diversità ma anche a promuovere valori comuni 

9 Riconoscere che la pubblicazione può essere l’inizio del processo giornalistico e non la fine

10 ‘Essere trasparente e aperto alle sfide e ai miglioramenti, incluse le correzioni, i chiarimenti e gli approfondimenti.

Vale la pena di soffermarsi anche su Antoni Maria Piquè un consulente di importanti compagnie mediatiche nell’America latina e professore associato della scuola di giornalismo presso la International University of Catalunya – il quale con la sua presentazione sul giornalismo online in Sud America è stato la “rivelazione” . Chi avrebbe mai pensato che in Argentina a Buenos Aires avesse sede il maggior competitor di Craigslist: si tratta di OLX una piattaforma  di  annunci, inserzioni e pubblicità  online gratuita che nel 2009 ha fatturato 2,8 milioni di dollari. OLX é presente  anche in Europa, per esempio in Austria e in Germania. Poi ha fatto l’esempio del quotidiano sportivo Lance!,  con sede  a Rio De Janeiro,  tre edizioni regionali, una piattaforma multimediale radio, tv sportiva sul web e un magazine mensile.  Circolazione del cartaceo nel 2009: 140.000 copie al giorno. Visite sul sito: 8 milioni. “Non meraviglia che – come ha detto Piqué nessun giornalista di Lance! voglia lavorare per l’edizione cartacea anzichè  per quella online….”  E per quanto riguarda il futuro del giornalismo anche lui è molto positivo, meno per i giornali cartacei. La carta e il processo di stampa e di distribuzione rappresentano il 70-80% dei costi, troppo per essere sostenibili. Per lui che è stato 20 anni un giornalista del giornale cartaceo il futuro del giornalismo è online e chi non si sbriga a guardare in questa direzione è perduto.

Il giornale, l’informazione  del 2020 non può essere che “the mutualized newspaper” cioè un giornale in comune che si  basa sulla fiducia e sul coinvolgimento, un giornale online in cui il confine tra giornalista e lettore è molto sottile, quasi inesistente. Noi siamo d’accordo con tutto ciò, e riteniamo di averlo capito e meglio degli altri in Puglia. Dove i numeri ci stanno premiando e l’apertura di nuove sedi ed edizioni del Corriere del Giorno online a Bari, Brindisi e Lecce è sempre più vicina.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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