La Fim Cisl ha reso noto nel pomeriggio che in accordo con i lavoratori delle aziende dell’ indotto ILVA, è stata decisa la rimozione dei blocchi stradali presenti da questa mattina a Taranto sulla statale 106 per Reggio Calabria e sulla statale Appia per Bari. Un migliaio i lavoratori che stanno manifestando da giorni, incredibilmente lo fanno in difesa dei crediti vantati dalle aziende di cui sono alle dipendenze, nei confronti dell’ILVA e per ottenere assicurazioni e garanzie per il mantenimento del loro posto di lavoro. Rimane attivo il presidio permanente nell’aula consiliare del Comune di Taranto.
Non era stata ostruita soltanto la statale 106 jonica all’altezza della raffineria ENI, i manifestanti infatti avevano bloccato pure un tratto della statale Appia causando gravi disagi al traffico ed ai cittadini incolpevoli, con l’intento di bloccare l’accesso a due degli ingressi per accedere alla città di Taranto. Il ponte girevole invece è stato invece subito liberato . I blocchi stradali si sono protratti sino alle 18. La “tregua” ai blocchi stradali è stata garantita per tutto il fine settimana, ma i blocchi e le proteste ricominceranno lunedì qualora non dovessero arrivare delle risposte attendibili da parte del Governo in merito alle garanzie sui crediti sinora maturati dalle ditte dell’indotto ILVA, cha vanno dall’agosto dell’ anno scorso alla settimana scorsa.
Lo Stato ha esaurito i fondi disponibili per i “contratti di solidarietà”, che furono concessi nel febbraio dello scorso anno ad un massimo di 3500 lavoratori. In serata i tre sindacati confederali Fim (Cisl) , Fiom (Cgil) e Uilm (Uil) sono stati convocati a Roma presso il Mise (Ministero per lo sviluppo economico) per martedì 27 gennaio per l’apertura della procedura di cassa integrazione, che è una procedura d’obbligo qualora si tratti di aziende in amministrazione straordinaria.
Dopo aver rischiato la messa in libertà, incassa integrazione, sono stati posti anche i lavoratori delle aziende dell’indotto. Sono stati in media 1300-1400 i lavoratori, nel corso degli ultimi due anni, che ogni giorno hanno usufruito del contratto di solidarietà per una copertura massima di 3553. A seguito dell’esaurimento dei fondi, scatterà per lo stesso numero di lavoratori la cassa integrazione . Negli ultimi giorni circa 1800 lavoratori hanno usufruito della solidarietà , in particolare quelli degli impianti fermati dalla direzione dello stabilimento siderurgico a seguito della mancanza di materie prime . A causa del fermo per l’interruzione delle forniture decisa dalle imprese e dai trasportatori dell’indotto, preoccupati sul destino di crediti vantati per 200 milioni di euro, sono stati bloccati altri impianti
Nella mattina di lunedì prossimo i manifestanti ed i rappresentanti sindacali faranno il punto della situazione e decideranno in merito alle prossime iniziative in attesa di risposte concrete da parte del governo. “L’impressione è che la situazione stia peggiorando – dice Giuseppe Bonfrate della Fim – I commissari dell’ILVA dove troveranno le risorse? E poi la mancanza di approvvigionamenti, il fermo di alcuni impianti e la mancanza di manutenzione oltre a creare problemi per la sicurezza potrebbero comportare la paralisi dello stabilimento”.