Questa mattina si è celebrato nel tribunale di Roma la prima udienza del processo. Nel dicembre 2020 durante una puntata del programma “Piazzapulita” condotto da Corrado Formigli su La7 , lo scrittore napoletano Roberto Saviano si era riferito alla leader di Fratelli d’ Italia Giorgia Meloni definendola “bastarda“. L’appellativo fu espresso nell’ambito di una discussione sul tema dei migranti e sulla politica relativa alla gestione dei porti italiani. . Una richiesta non archiviata, lo scorso anno, per il pm Pietro Pollidori della procura di Roma non c’erano dubbi, si trattava di un’affermazione gravemente diffamatoria, valutazione confermata dal giudice per le indagini preliminari che ha deciso per il processo che è iniziato oggi. “«”Questa querela nasce dal livore dei toni utilizzati, ‘bastardo’ è un insulto non una critica», dice l’avvocato Luca Libra difensore della parte civile Giorgia Meloni.
La difesa di Saviano ha citato fra i testi Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e i suoi predecessori al Viminale Salvini e Marco Minniti, oltre al senatore Maurizio Gasparri. Minniti viene chiamato a deporre per illustrare i termini degli accordi con la guardia costiera libica da lui firmati, Salvini dovrà riferire della vicenda giudiziaria che lo vede imputato a Palermo per sequestro di persona in relazione proprio al divieto di sbarco imposto a una nave che aveva soccorso dei naufraghi in mare, Piantedosi è citato per riferire dell’operato dello stesso Salvini e del regime di protezione che tutela Saviano, Gasparri infine risponderà della diffamazione aggravata dall’uso di internet per la quale è stato querelato dallo scrittore. Nella lista testi della difesa compaiono anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, per riferire sul report stilato sul linguaggio usato in campagna elettorale, il conduttore di Piazzapulita Riccardo Formigli e gli esponenti di Ong impegnate nel salvataggio di migranti, Oscar Camps di Mediterranea Saving Humans, e Luca Casarini di Open Arms
Secondo quanto previsto dalla legge italiana, lo scrittore napoletano rischia una condanna fino a 3 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. “Matteo Salvini ha presentato istanza per essere parte civile in questo processo”, ha reso noto lo stesso Saviano dopo l’udienza del processo che lo vede imputato di diffamazione. L’udienza è stata aggiornata al 12 dicembre per questioni procedurali legate al cambio del giudice.
Il passaggio “incriminato” della trasmissione è quello in cui lo scrittore napoletano, parlando della morte di un bambino della Guinea durante una traversata nel Mediterraneo, affermò: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: “taxi del mare”, “crociere”… viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza“.
Due anni dopo, Saviano ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Stampa in cui non ha lesinato critiche al governo di centrodestra, ribadendo che tornerebbe a chiamare “bastardi” Meloni e Salvini, come fece in trasmissione a Piazzapulita. “Rivendico la mia indignazione e il mio più profondo disprezzo versi chi, di fronte a un naufragio, non dice che le vite umane vengono prima di ogni strumentalizzazione o percorso politico più o meno severo, inflessibile, feroce, da Papeete o da pacchia finita“.
Questa è la seconda volta in poco meno di quattro anni che Roberto Saviano finisce nel mirino di esponenti del governo. Ma il rapporto tra lo scrittore napoletano e la leader di Fratelli d’Italia è sempre stato problematico. Dopo la vittoria delle elezioni del centrodestra, lo scrittore sui social ha accusato gli elettori di Meloni di aver stilato “una prima lista nera di nemici della patria, alla faccia di chi diceva che il fascismo è un’altra cosa“. Purtroppo (per lui) al delirio di Saviano non c’è mai limite.