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23 Novembre 2024 09:07

Roberto Saviano condannato dal Tribunale di Roma per diffamazione ai danni di Giorgia Meloni

Parallelamente a questo, Saviano è imputato in un altro processo per diffamazione ai danni del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, da lui definito nel 2018 "ministro della malavita".

Condannato per aver diffamato Giorgia Meloni. È la decisione del giudice nella causa che vedeva imputato Roberto Saviano per aver usato l’appellativo “bastardi” in relazione ai politici capofila delle campagne anti immigrazione e contro i salvataggi in mare. Applicata il minimo della pena in 1000 euro rispetto ai 10 mila euro chiesti dalla procura, in ragione delle attenuanti generiche e dell’alto valore morale delle critiche espresse e disposta la non trascrizione nella fedina penale dello scrittore.

Il pm Pietro Pollidori aveva chiesto una pena pecuniaria di 10 mila euro: “Il ruolo pubblico delle parti in causa non deve farci perdere di vista la sostanza del fatto, ossia una critica politica andata oltre i limiti di continenza stabiliti dalla legge con una espressione brutta è inammissibile“. A questa richiesta si aggiungeva quella di 75 mila euro di risarcimento danni (con una provvisionale di 50 mila) avanzata dall’avvocato di parte civile, Luca Libra dfensore di Giorgia Meloni.

La vicenda all’esame del giudice monocratico risale al dicembre 2020, allorquando Saviano, ospite in studio della trasmissione “Piazzapulita” (La7), al termine di un video che mostrava la disperazione di una donna che aveva perso in mare il proprio figlio di sei mesi dopo il rovesciamento della imbarcazione sulla quale viaggiavano, si scagliò contro chi porta avanti le campagne anti-immigrazione, paragonando il mancato soccorso in mare come a una ambulanza che non interviene per i feriti in strada e usò l’appellativo “bastardi“, riferito alla allora parlamentare di Fratelli d’Italia e allo stesso Salvini (che per questo episodio non ha presentato querela, salvo provare tardivamente a costituirsi parte civile a processo già istruito) per il loro contrasto alle Ong. Roberto Saviano, in tutti questi tre anni, ha più volte rivendicato pubblicamente quel termine senza mai indietreggiare di un solo centimetro. 

Lo svolgimento del processo, dopo un faticoso inizio dovuti alla incompleta composizione della corte, è stato rapido dopo la decisione di non ammettere gran parte delle testimonianze chieste dalla difesa, tra cui quelle del senatore Maurizio Gasparri, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dei suoi predecessori al Viminale Matteo Salvini e Marco Minniti. Anche la richiesta di ascoltare la premier Meloni è stata respinta. Parallelamente a questo, Saviano è imputato in un altro processo per diffamazione ai danni del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, da lui definito nel 2018 “ministro della malavita“.

Sebbene si tratti di una condanna “simbolica”, Saviano già all’uscita del Tribunale di Roma è passato all’attacco: “Trasferirmi all’estero? Oggi, alla luce della condanna che ho ricevuto, è un’idea che sto valutando e prendendo in considerazione”. Lo aveva già detto prima delle elezioni: “ Se vince la destra vado all’ estero”. Evidentemente Roberto Saviano ha perso il biglietto aereo o la memoria.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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