Un assegno di ventiduemila euro per Paola Muraro, è stato staccato a fine giugno dalla Gesenu di cui è socio il re delle discariche Manlio Cerroni, proprio nei giorni in cui avveniva la nomina ad assessore. Il compenso è per una relazione che porta la firma della Muraro per cercare di dimostrare come la società di Perugia, attualmente commissariata per mafia ed attualmente sotto processo, non avrebbe macchie. La relazione della Muraro dovrebbe essere pronto a giorni, ed attesa dalla Gesenu a carico della quale le accuse sono pesantissime e su quegli illeciti ci sono in ballo, secondo l’impianto accusatorio, vi sarebbero “interessi diretti della mafia siciliana“.
Nuove acquisizioni di documenti sono state effettuate ieri mattina dai carabinieri del Noe dei Carabinieri nell’ambito di uno dei filoni della maxinchiesta della Procura di Roma sullo smaltimento dei rifiuti e che vede indagata l’assessore all’Ambiente, Paola Muraro. I militari sono stati in una sede dell’ Ama da cui hanno portato via materiale riguardante il sito di smaltimento di Rocca Cencia ed in particolare del tritovagliatore.
Questa consulenza è un ulteriore elemento che avvicina il lavoro della Muraro molto vicina, sin troppo, agli interessi di Cerroni. Ma di questa attività ed incarico di “consulente” non c’è alcun riferimento nel curriculum prodotto dall’ex consulente Ama (con cui è peraltro in causa pretendendo 200mila euro) per diventare assessora. Sull’accoppiata Muraro-Cerroni la Procura di Roma che indaga sull’imprenditore per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, lavora da mesi. I magistrati della procura romana stanno valutando la possibilità che questa accusa possa essere addebitata anche alla a Muraro, attualmente “indagata” per abuso e violazione delle norme ambientali nell’ambito dell’inchiesta sulla certificazione degli impianti di trattamento meccanico biologico. La Muraro verrà ascoltata la prossima settimana dal Pm Alberto Galanti della Procura di Roma titolare del fascicolo .
Ed anche questa vicenda porta agli interessi economici di Cerroni, perchè quei dati sui rifiuti, in entrata e uscita dagli impianti tmb, di fatto avrebbero finito con l’agevolare proprio il re delle discariche romane “dominus” dello smaltimento dei rifiuti a Roma per decenni, patron della ex megadiscarisca di Malagrotta e proprietario del tritovagliatore sempre a Rocca Cencia. Guarda caso proprio l’ impianto che Muraro voleva riattivare.
Sempre ieri in Procura a Roma c’è stata una riunione tra magistrati ed investigatori per fare il punto sulle indagini. Presto sarà disponibile e verrà acquisita la trascrizione dell’audizione della Muraro in Commissione Parlamentare Ecomafie, tenutasi il 5 settembre scorso , durante la quale è emersa la tempistica della sua iscrizione nel registro degli indagati. All’attenzione del Pm Galanti anche le centinaia di documenti, tra report, mail e grafici, che l’ assessore ha depositato a Palazzo San Macuto al termine delle cinque ore di confronto con i parlamentari.
Un dossier corposo che potrebbe servire agli inquirenti in vista della prossima convocazione in Procura dell’attuale responsabile Ambiente della Giunta guidata dalla Sindaca Virginia Raggi. Gli inquirenti per avere un quadro completo, vogliono ricostruire la lunga stagione della Muraro come consulente in AMA prima di convocarla per un atto istruttorio ufficiale.
E la sindaca Raggi ha precisato proprio ieri che l’eventuale permanenza della Muraro in Giunta è legata agli sviluppi dell’inchiesta. E la sua Giunta dopo i due assessori al Bilancio dimissionari, questa volta potrebbe avere un assessore “dimissionata” visto che la Muraro non conosce l’etica delle dimissioni.