“Quello che mi preoccupava e che mi preoccupa è la debolezza del nostro sistema di fronte a questo giudizio (cioè quello delle agenzie di rating, ndr) che deve essere inserito in un più robusto quadro normativo perché ha delle conseguenze sulla vita di un Paese“. E’ quanto ha dichiarato l’ex premier Romano Prodi deponendo dinanzi al Tribunale di Trani al processo per manipolazione del mercato ad analisti e manager di Standard & Poor’s. L’ex premier Romano Prodi è comparso in Tribunale a Trani per deporre come testimone al processo per manipolazione del mercato a Standard & Poor’s Corporation che è una società privata con base negli Stati Uniti che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, fra le prime tre agenzie di rating al mondo insieme a Moody’s e Fitch Ratings
“Non so perché mi ha chiamato il magistrato – ha detto Prodi – ma sono ligio al mio dovere di cittadino: se un magistrato chiama, io vado a rispondere”. L’ex premier che è arrivato puntuale in aula nell’orario concordato, si è risentito con il pm Michele Ruggiero per l’udienza non ancora cominciata e, soprattutto, dopo aver saputo che la sua testimonianza sarebbe stata resa come ultima sulle quattro previste. Ha quindi lasciato visibilmente seccato il Tribunale dove ha fatto ritorno successivamente. Prodi, che ha parlato in generale sulle agenzie di rating, ha però aggiunto di ritenere “che il giudizio di rating sia ancora molto serio”.
La deposizione e durata un quarto d’ora.. In precedenza era stata ascoltata il dirigente del Mef, Maria Cannata:”La chiusura del derivato con Morgan Stanley, con il pagamento di 3,1 miliardi di euro, – ha detto Cannata – non è intervenuta per il declassamento del rating. La clausola era indipendente dal rating“. La vicenda riguarda la clausola di estinzione anticipata (‘early termination’) dei contratti derivati, tramite la quale il ministero dell’Economia italiano, nel 2011, versò 2,5 miliardi di euro (ma Cannata ha detto oggi che furono pagati 3,1 miliardi) alla banca d’affari americana Morgan Stanley dopo il declassamento del rating italiano (da A a BBB+) da parte di S&P. Il pagamento era previsto da una clausola del contratto di finanziamento tra il Mef e la banca d’affari americana. Secondo la procura di Trani, il pagamento rappresenta “un forte elemento indiziario” a carico di S&P, che nel 2011 decise “illegittimamente e dolosamente” il declassamento “al solo fine di danneggiare l’Italia“.
Mario Draghi, attuale presidente della BCE la Banca Centrale Europea come risulta dal verbale, venne sentito sul pericolo di contagio del sistema finanziario italiano dopo un report di Moody’s, la cui posizione è stata archiviata. Tra le altre cose il governatore sottolineava che “la reputazione delle agenzie di rating è stata completamente screditata dall’esperienza del 2007-2008” e “una delle dichiarazioni del Financial stability board è trovare il modo per cui sia gli investitori sia i regolatori potranno farne a meno, comunque potranno avere meno bisogno delle agenzie di rating e dei loro giudizi”. Nell’udenza dello scorso 24 settembre, Giulio Tremonti l’ex ministro del governo Berlusconi, , affermò che “quello (il 2011) era un periodo di grande turbolenza che non è nemmeno venuta meno dall’intervento salvifico del governo Monti. Lo spread, infatti, rimarrà alto fino al luglio 2012. Difficile dire cosa abbia prodotto quel downgrade” deciso da Standard &Poor’s. “Sarò provinciale – concluse ironizzando, Tremonti – ma se Angela Merkel mi dice che per l’Italia va tutto bene, per me questo è più importante di qualsiasi outlook”.
L’inchiesta, condotta dal pm Ruggiero, è partita da una denuncia di Adusbef e Federconsumatori. La Procura ha invece rinunciato alla citazione di Mario Draghi come teste ritenendo che le dichiarazioni rese dall’attuale presidente della Bce durante l’interrogatorio del 24 gennaio 2011 siano sufficienti.
Morgan Stanley – contesta il pm Michele Ruggiero – infatti è tra gli azionisti di Mc Graw Hill, il colosso che controlla Standard & Poor’s. Sulla stessa vicenda dell’estinzione anticipata dei contratti derivati, la procura di Roma ha ritenuto che la clausola è stata “in origine legittimamente apposta” ed è stata “legittimamente esercitata da Morgan Stanley nell’ambito delle sue facoltà contrattuali“. Per questo motivo la procura della capitale ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. “La mancanza di coerenza delle metodologie sul rating italiano da parte di S&P fu segnalata all’Esma dalla Consob perché si riteneva che vi fosse una possibile violazione del regolamento europeo. L’Esma però fu di diverso avviso e archiviò il procedimento“. Lo ha detto Giuseppe Vegas, il presidente della Consob, deponendo dinanzi al Tribunale di Trani al processo per manipolazione del mercato ad analisti e manager di Standard & Poor’s. Il rilievo – è emerso in udienza – fu però apprezzato dall’Esma che, successivamente, modificò il regolamento.
Il pm Michele Ruggiero ha annunciato che nella prossima udienza, il 10 dicembre, deporrà il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ed è prevista la presenza dell’ex premier Mario Monti.