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4 Febbraio 2025 23:54

Rottamazione ter: altri cinque anni per pagare le cartelle esattoriali. Sanzioni al 5% per le rate già scadute

Grazie a questa manovra si potrebbe arrivare una pace fiscale più ampia con saldo e stralcio per i debiti con il Fisco fino a 1.000 euro

Il Governo è al lavoro per recuperare migliaia di italiani che, dopo aver stretto un patto con l’Agenzia delle Entrate per versare in forma diluita i debiti tributari (senza il pesante fardello di interessi e sanzioni), sono venuti meno ai loro obblighi. Allo studio una nuova sanatoria fiscale per offrire un altro salvagente a 500 mila contribuenti che non sono riusciti a pagare le rate della Rottamazione ter. Così si arriverà ad una nuova cartella esattoriale con il dovere conseguente di versare tutto il dovuto da pagare in un’unica soluzione, con tanto di aggravio degli oneri accessori.

Un salasso che, con la legge di Bilancio in lavorazione, potrebbe presto trovare una via di uscita. I tecnici solo al lavoro per poter prevede il pagamento integrale delle imposte dovute (con la rottamazione ter, in taluni casi, sono invece previsti generosi sconti) e un forfait del 5% per sanzioni e interessi, con un piano di versamenti degli importi dovuti rateizzato in cinque anni.

L’operazione del Governo avrebbe un impatto abbastanza rilevante sul piano sociale e finanziario. Infatti, sulla base degli ultimi dati ufficiali diffusi dal ministero dell’Economia, i contribuenti con un piano di pagamento ancora in essere (con rate da pagare nel 2022 e 2023) o che hanno già concluso entro i termini i versamenti delle somme dovute sono 718mila cioè il 57% del totale, mentre circa 532mila (il 43% del totale), non avendo corrisposto regolarmente le rate originariamente in scadenza negli anni 2020-2021, hanno perso i benefici della definizione agevolata.

Per le casse dello Stato, con questi mancati pagamenti, si è causato un ‘buco’ di circa 2,5 miliardi. Numeri alla mano circa la metà dei contribuenti coinvolti con la Rottamazione ter non ha rispettato i termini. E la situazione potrebbe peggiorare. Entro mercoledì 30 novembre, infatti, sarà necessario effettuare il pagamento delle rate delle cartelle dovute per il 2022. Si tratta nello specifico delle somme in scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio (posticipate causa Covid), per le quali sarà possibile fruire della tolleranza di cinque giorni evitando di decadere in caso di pagamento entro il 5 dicembre 2022. Nelle previsioni del governo, però, si ritiene troppo restrittivo che il termine di tolleranza di cinque giorni possa aiutare le famiglie ed imprese in difficoltà: la crisi energetica, l’inflazione e il caro bollette portano secondo i ragionamenti della maggioranza di governo alla necessità di opportuni correttivi.

Questo piano di recupero dei contribuenti decaduti dall’operazione Rottamazione ter rientrerebbe nel dossier complessivo che Palazzo Chigi sta mettendo a punto per agevolare chi è in difficoltà con le cartelle esattoriali. Anche ieri il vicepremier, Matteo Salvini, ha confermato l’intenzione del governo di intervenire sulla Pace fiscale con la manovra. Cosi si procede spediti verso il varo di un meccanismo che prevede una operazione di “Saldo e stralcio”, fino a 2mila e 500 euro per le persone in difficoltà (con il versamento del solo 20% del debito e il taglio del restante 80%) e, in caso di importi superiori, il pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione automatica in 10 anni.

Per quanto riguarda le cartelle esattoriali di importo inferiore a mille euro, l’ipotesi è quella dello stralcio. In poche parole: cancellazione. Una spinta in questa direzione arriva anche dal mondo professionale. Secondo Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, intervenuto la scorsa settimana nel corso del Forum “Professione commercialista, ripartire dalle riforme”, sarebbe un segnale importante “partire subito con una pace fiscale, prevedendo l’estensione della rottamazione alle cartelle 2018/2021

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