ROMA – Nigel Farage, ex leader euroscettico britannico dell’Ukip, sarebbe “persona d’interesse” nell’ambito delle indagini sul cosiddetto ‘Russiagate‘, lo scandalo sulle presunte interferenze di Mosca nelle elezioni Usa. Lo rivela scrive in esclusiva oggi il quotidiano inglese The Guardian citando le ormai abituali ‘gole profonde’ americane, secondo cui Farage è “sotto osservazione” per la sua vicinanza a Donald Trump e asseriti legami con Julian Assange, fondatore di Wikileaks.
Lo scorso 15 gennaio proprio Nigel Farage aveva riabbracciato il ‘figliol prodigo’ Beppe Grillo, quando l’Ukip non chiuse le porte in faccia al Movimento 5 Stelle dopo lo schiaffo subito dai grillini europei da parte di Alde, con il leader Guy Verhofstadt che aveva respinto un accordo che sembrava fatto, ed i pentastellati si videro di fatti costretti a ricollocarsi nel gruppo euroscettico dell’Efdd al Parlamento Europeo.
“Continueremo a lavorare insieme“, disse Farage, presidente del gruppo, durante l’incontro con gli eurodeputati 5 stelle guidati dalla grillina tarantina Rosa D’Amato un’ ex istruttrice di educazione fisica, che nel 2012 si era candidata al consiglio comunale di Taranto, risultando non eletta,
“Sono felice di dire che tutte le divergenze con il movimento di Beppe Grillo sono state risolte in maniera amichevole” disse Nigel Farage ad accordo raggiunto con il M5S, a seguito del quale prevedeva una nuova e delicata partita sulle commissioni. Non a caso, poi, Farage aveva parlato della “campagna di Grillo per un referendum sull’euro in Italia“ che sta “acquisendo slancio”. Poche ore, ed ecco apparire sul blog genovese del comico un lungo post in cui, oltre a smentire la ricostruzioni sulle carte con Alde (“Non abbiamo firmato nessun contratto, si tratta solo di un elenco di punti comuni e di contrasto“), rilanciava le urne sull’euro: “la moneta unica deve essere sottoposta a un referendum popolare“.
Grillo si scagliò contro il leader di Alde, Guy Verhofstadt (“dovrebbe vergognarsi“), e tendeva la mano alla Russia definendola “un alleato, non un nemico”. Sull’ex presidente Obama quando era ancora in carica Farage diceva: “Ci ha dato una mano. Noi siamo la Gran Bretagna e non ci facciamo intimidire da nessuno. Nessuno può dirci cosa fare e cosa non fare” e poi ammette di avere dei dubbi su Trump ma “non voterei Hillary neppure per un milione di dollari”. Dubbi che sembrano essergli passati…..
Ed ora tante cose “strane” anche sui comportamenti “grillini” al Parlamento Europeo si capiscono meglio…