ROMA – Questa volta non c’è la richiesta di pieni poteri di Matteo Salvini, non c’era nessun bicchierone di mojito davanti a una consolle da utilizzare per attaccarlo, ma c’è un Salvini che si riprende la scena a Roma, dentro ai palazzi, in Parlamento, per cercare di dare una spallata definitiva all’esecutivo Pd-M5S. Chi era presente nella sala Salvadori di Montecitorio per una conferenza sull’oggetto della contesa Mes, il tanto contestato “Fondo Salva Stati”, poteva accorgersi subito che qualcosa di molto “pesante” stava per accadere.
Il leader della Lega si è presentato accompagnato e “scortato” dallo stato maggiore leghista. Al fianco di Salvini tutti incravattati, dai due capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, gli euroscettici “tecnici” Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Solo il numero 2 della Lega, Giancarlo Giorgetti è stato indisciplinato, presentandosi senza cravatta, ma la sua presenza vale più di tutto perché, come racconta una gola profonda leghista, “è il segno di una compattezza ritrovata”.
Alle 11 e 30 Salvini nella saletta ubicata nella zona riservata ai gruppi, sale sul ring, indossa i guantoni e prende a “cazzotti politici” il “traditore”: il premier Giuseppe Conte, con il quale ha un conto in sospeso dallo scorso mese di agosto. Il leader leghista come suo stile è diretto, parla e fa sul serio, intuendo che questo probabilmente è il momento giusto per attaccare e minare una maggioranza politica “ibrida” al Governo , che è fortemente divisa su tutto. Salvini si era divertito la sera prima commentando ad alcuni colleghi partito. “Avete visto, stanno litigando pure sulla Rai?”. Salvini è di nuovo pronto ad andare fino in fondo e non perde l’occasione per prendere di mira l’inquilino pro-tempore di Palazzo Chigi sul problema dei problemi cioè il Mes sul quale la Lega non ha la minima intenzione di cedere.
“A giudizio nostro e dei documenti il presidente Conte ha commesso un atto gravissimo, un attentato ai danni del popolo italiano” esordisce Salvini che non si ferma, è un fiume piena, ed attacca il premier come non ha mai fatto sinora: “Ricordiamo tutti i ‘no’ alle proposte della Lega ed adesso ci spieghiamo tutti i silenzi di Conte… ”. Ma l’affondo finale del leader della Lega quello che rappresenta il colpo da KO quando appunto immagina l’apertura della crisi di governo. E lo fa evocando il nome del Capo dello Stato: “Chiediamo un incontro al presidente Mattarella per evitare la firma su un trattato che sarebbe mortale per l’economia italiana. Chiediamo al garante della Costituzione di farla valere. Si torna in Parlamento. Sospendiamo tutto. I nostri avvocati stanno studiando l’ipotesi di un esposto ai danni del governo e di Conte”.
Parole che hanno subito innescato una dura replica del premier con tanto di preannuncio di querela per calunnia a Salvini. C’è un particolare che riporta le lancette dell’orologio politico all’estate scorsa. Lunedì prossimo il premier Conte sarà in Aula, alla Camera, a riferire sul Mes “per spazzare via, menzogne, mezze ricostruzioni” come se se in un millesimo secondo le lancette fossero tornate indietro a quel 20 agosto, alle polemiche sul caldo torrido del Papeete, sui pieni poteri, quando Salvini che girava le spiagge di Italia perché convinto che di lì a poco Mattarella avrebbe ridato la parola agli italiani.
All’epoca dei fatti, dello scontro in Aula, un vero e proprio braccio di ferro in diretta televisiva si era celebrato il primo “round” dello scontro Conte contro Salvini, con il “Paese Italia” che si trovava nel mezzo di una crisi di Governo a seguito della quale è venuta alla luce la maggioranza giallorosso. quello che qualcuno ha definito “un aborto spontaneo”. Questa volta non c’è una crisi ma si avverte quel mormorio politico-parlamentare di una nuova crisi politica in arrivo. Questa volta la maggioranza al Governo sembra non riesca più a comunicare, è divisa su qualsiasi dossier, con il solito Luigi Di Maio che fa il “bullo” cercando di replicare il “modello Salvini” dei giorni del governo gialloverde. Da qui a Natale il governo giallorosso dovrà affrontare il tormentato percorso parlamentare della legge finanziaria, dove basta un emendamento/trappola a far mancare i numeri alla maggioranza. e mandare tutti a casa.
Ma il vero significativo politico di questa “scazzottatura” fra Palazzo Chigi e la Lega, è il simbolo di un Matteo Salvini che torna a presidiare il palazzo, annullando una serie appuntamenti perché vuole rimanere a Roma, a “marcare” il territorio, il Parlamento. O probabilmente perché spera di ricevere una chiamata da Mattarella. Salvini oggi, dopo la conferenza stampa, ha riempito il Teatro Italia a Roma, con l’obiettivo di portare la Lega alla conquista del Campidoglio, dove chiunque eletto sarà migliore della “grillina” Raggi. Ed anche in teatro Salvini è tornato ad attaccare il premier Conte: “Leggo che Conte mi vuole querelare: allora preda il bigliettino e si metta in fila, dopo Karola e la Cucchi. Lui però mi ricorda una celebre frase del Marchese del Grillo, ‘io so io e voi non siete un cazzo’. Sia più umile che poi l’arroganza porta male“.
La Lega va all’attacco e chiede un intervento di Mattarella. “Il governo – dice il capogruppo a Montecitorio Claudio Molinari – non ha rispettato il mandato del Parlamento, un fatto gravissimo. Chiediamo l’intervento di Mattarella, c’è da difendere la Costituzione e il parlamentarismo“.
Anche il leghista Giancarlo Giorgetti più influente su Salvini aggiunge il “carico” su Conte: ” Sapeva del Mes e abbiamo detto la nostra nelle sedi in cui doveva essere fatto. Ci sono sedi informali in cui si preparano i negoziati e in quelle sedi abbiamo detto il nostro no. Poi l’abbiamo fatto nella sede Regina, in Parlamento, dove avremmo dovuto farlo?“.
Come e cosa risponderà questa volta il Capo dello Stato ? Questo è il vero dilemma di molti….