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22 Novembre 2024 04:48

Salvini si arrabbia per il telefono dell’ex moglie ma non spiega (o capisce ?) tutto…

Matteo Salvini intervistato dal direttore del TG2 (in quota Lega) si è arrabbiato sostenendo che la GdF ha sequestrato il telefono della ex moglie Giulia Martinelli, responsabile della segreteria del governatore lombardo, contenente anche le foto della figlia e le chat con i nonni. Ma il leader della Lega non spiega molto bene cosa la Guardia di Finanza cercasse realmente ....

di REDAZIONE POLITICA

Matteo Salvini, intervistato ieri sera a Formello per un appuntamento elettorale, dove è stato intervistato da Gennaro Sangiuliano, direttore del TG2, era molto arrabbiato perché la GdF ha sequestrato il telefono della ex moglie Giulia Martinelli, con le foto della figlia e le chat con i nonni. Salvini non l’ha presa molto bene: “La mia ex moglie trattata peggio di un mafioso, una cosa indegna di un Paese civile, mi vergogno di vivere in un Paese così, darò un colpo di telefono, se non me lo tolgono anche a me, al Presidente Mattarella che teoricamente sarebbe il capo della magistratura, per chiedergli se è normale che in Italia funzioni così, per me non lo è”.

Giulia Martinelli e Matteo Salvini

Salvini ha contimuato”Siccome vedo poco mia figlia ogni mattina alle 8.05, caschi il mondo, io chiamo la mia ex moglie per la sveglia e un saluto. Ieri ho provato a chiamare e la mamma non risponde al telefono. Ho pensato, capita, alle donne che lavorano. Poi l’ho chiamata alle 9, alle 10 e ancora e nulla. Allora ho iniziato un po’ ad arrabbiarmi e un po’ a preoccuparmi. Manco un messaggio. Poi, dopo pranzo, mi ha telefonato una collega della mia ex moglie per dirmi che Giulia non aveva il telefono… E io, ma come? Siccome lei lavora alla Regione Lombardia, non è indagata, è arrivata la Finanza a casa e in ufficio e le ha portato via il telefono. A una cittadina italiana di 41 anni  che non ha mai toccato un euro fuori posto viene portato via il telefono con gli affari suoi e miei, perchè con la mia ex moglie posso parlare di quello che voglio, con le foto di mia figlia, chat con i nonni. Prendetevela con me, io ho le spalle larghe, ma se entrate in casa di mia figlia mi incazzo come un bufalo”. Giulia Martinelli al momento non è in alcun modo indagata.

La realtà è che la Guardia di Finanza di Pavia, ha semplicemente svolto soltanto il proprio dovere. Peraltro non è vero che ha sequestrato il telefono dell’ex moglie del leader della Lega per vedere le foto della piccola Mirta Salvini o curiosare nelle chat con i nonni, ma ha solo adempiuto alle disposizioni ricevute dal procuratore Mario Venditti hanno soltanto effettuato una copia forense del telefono.

Sarà un consulente incaricato dalla Procura a “far parlare” i telefoni sequestrati utilizzando 51 parole chiave, tra le quali, come svelato dal CORRIERE DELLA SERA,  “camici, moglie, fratello, cognato, donazione, tessuti, certificazioni, Trivulzio, mascherine, restituzione, consegna, ordine, Aria, bonifico, Svizzera, Regione, Fontana, Dini, iban e molte altre“.

Analoga misura investigativa è stata attuata anche per il presidente della Regione Attilio Fontana, per gli assessori Giulio Gallera e Davide Caparini, e per Giulia Martinelli l’ex moglie di Matteo Salvini, che è la responsabile della segreteria del governatore lombardo. Inoltre anche altri funzionari della regione Lombardia sono stati coinvolti nella stessa procedura.

Le chat dei telefoni sequestrati dalle Fiamme Gialle smentiscono  il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, che si era mostrato letteralmente caduto dalle nuvole quando la trasmissione Report, a metà maggio, aveva scoperto che la Regione aveva richiesto una fornitura di camici alla Dama Spa, società di proprietà del cognato Andrea Dini e della moglie del governatore Roberta Dini nel pieno dell’emergenza, e sapeva molto bene di quella fornitura.

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (Lega)

Ma a contraddire quanto sempre sostenuto dal governatore leghista, da giugno, non è più solo una inchiesta giornalistica, ma quella della Procura della Repubblica di Milano, che indaga per il reato di frode in pubbliche forniture,  e che ipotizza “il diffuso coinvolgimento di Fontana in ordine alla vicenda relativa alle mascherine e ai camici accompagnato dalla parimenti evidente volontà di evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti“.

L’acquisizione informatica è presso terzi, che significa che allo stato attuale i quattro non sono indagati. L’acquisizione del contenuto delle memorie dei telefoni è stata effettuata, per parole chiave, mirata e quindi non invasiva, che riguarda anche quelli di Filippo Bongiovanni l’ex dg di Aria  e della dirigente della centrale di acquisti regionale (entrambi sono indagati), che si è resa necessaria alla luce delle testimonianze messe a verbale da testi sentiti nei mesi scorsi. Dalle prove documentali raccolte dalle Fiamme Gialle, tra cui i messaggi e le chat scaricati dal telefono di Andrea Dini.

Ma cosa sta cercando la Guardia di Finanza nei telefoni ispezionati? L’inchiesta dei magistrati della Procura di Pavia nasce dall’affidamento diretto per 500mila test sierologici (per un valore di 2 milioni di euro) alla società Diasorin, accordato dalla Regione Lombardia e preceduto da una sperimentazione nei laboratori del Policlinico di Pavia San Matteo.

Il sospetto dei pm di Pavia che indagano sulla vicenda insieme ai colleghi della procura di Milano è che dei “legami politici” possano aver influito sulla scelta di Diasorin come partner del San Matteo, cioè che la giunta lombarda possa aver imposto i test della società piemontese senza prendere in considerazione altri.

Nasce da questa ipotesi investigativa l’ accusa di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e peculato: “la Diasorin spa ha uffici anche nell’Insubria Biopark a Gerenzano (Varese)” riportava il primo decreto di perquisizione. Guarda caso proprio nello stesso polo scientifico si trova la sede legale della Fondazione Istituto Insubrico che ha come direttore generale Andrea Gambini, ex-commissario della Lega a Varese ed è presidente della Fondazione Irccs Carlo Besta.

Al centro dell’inchiesta anche una serie di pagamenti in epoca pre Covid, ad una società di Gambini da parte della Diasorin. Sono otto gli indagati dalla Procura di Pavia fra i quali Fausto Baldanti direttore del laboratorio di virologia molecolare del “San Matteo” ed Alessandro Venturi il presidente della Fondazione Policlinico San Matteo .

Nel decreto di perquisizione esibito ieri dagli operanti della Guardia di Finanza, si fa espresso riferimento a delle chat che risulterebbero cancellate dal cellulare di Venturi. Le acquisizioni informatiche disposte ieri sui vari telefoni, sono necessarie per ricostruire il contenuto e verificare eventuali riferimenti ai contenuti dell’inchiesta.

Nella memoria dei telefoni di Attilio Fontana, presidente leghista della Regione Lombardia e di quello di sua moglie Roberta Dini, anch’esso acquisito ed ispezionato, sono state reperite anche delle conversazioni relative alla vicenda della donazione dei camici alla Regione Lombardia da parte della società del cognato di Fontana.

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