MILANO — Sono il ministro Lorenzo Fontana, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il tesoriere Giulio Centemero e Roberto Calderoli i soci “fondatori”, oltre a Matteo Salvini, che hanno costituito la Lega per Salvini premier, il nuovo partito che sostituirà in tutto e per tutto la vecchia Lega Nord per l’Indipendenza della Padania fondata da Umberto Bossi e Roberto Maroni . Saranno loro coloro che rappresenteranno in tutto e per tutto il consiglio federale, l’organo massimo della nuova Lega, attendendo che i congressi eleggano i nuovi rappresentanti.
E’ ormai imminente l’ avvio del nuovo partito, il cui Statuto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 14 dicembre 2018 . All’interno della Lega si pensava che Matteo Salvini ne avrebbe cominciato a parlare in occasione del consiglio federale convocato per oggi, ma sembrerebbe che il leader leghista per oggi abbia ritenuto di limitarsi a fare il punto politico della situazione all’indomani dei risultati vittoriosi per la Lega in Trentino e in Alto Adige. In poche parole una riflessione che nella 1a Repubblica veniva chiamata “l’analisi del voto“. “Sono tre mesi che non ci incontriamo tutti insieme — avrebbe detto Salvini — e quindi è arrivato il momento giusto“.
Scompare per sempre dall’orizzonte del nuovo partito la parola “Nord” , per un partito che di fatto è diventato nazionale da un bel pò. L’articolo 1 dello Statuto non parla più dell’indipendenza della Padania, e recita così: “la Lega per Salvini premier è un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità la trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali“. Nel documento costitutivo del partito di Salvini fa il suo ingresso in maniera esplicita il sovranismo. Infatti sempre all’art.1 si sancisce che la Lega “promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo“.
La struttura pensata dalla “Lega per Salvini premier” ricorda incredibilmente quella del Partito democratico, con un partito holding a cui poi si agganceranno le associazioni territoriali a livello regionale. Ma non soltanto quelle, in quanto l’idea è che alla confederazione leghista possano associarsi anche forze politiche locali e realtà di tipo partitico. I gruppi parlamentari hanno già assunto la nuova denominazione. Anche il simbolo è destinato a cambiare per non confonderlo con il contrassegno elettorale , ed il guerriero di Legnano (quello da tutti chiamato l’Alberto da Giussano) scompare ed esce definitivamente di scena, venendo soppiantato da un semplice rettangolo “di colore blu in cui campeggia la scritta «Lega per Salvini premier» in bianco, circondata da una sottile cornice sempre di colore bianco“. Una differenza dal contrassegno elettorale in cui però «l’Albertino» potrebbe continuare ad apparire, sopratutto al Nord.
Tutti i militanti della vecchia Lega Nord si iscriveranno al nuovo partito, in maniera tale che la vecchia Lega sarà di fatto letteralmente svuotata, e quindi non sarà più possibile parlare di anzianità di adesione. I militanti del sud, avranno quindi la stessa data ed età d’iscrizione di chi era “leghista” da 25 anni. Rimane l’attuale divisione tra “soci sostenitori” in una sorta di periodo di prova, prima di diventare militanti a tutti gli effetti con “diritto di intervento, di voto e di elettorato attivo e passivo”, ed i semplici “soci ordinari militanti“. Confermato il divieto di iscrizione ad associazioni segrete, occulte o massoniche.