ROMA – Ecco il nuovo reparto di terapia intensiva dell’ospedale milanese. San Raffaele Il cantante, con la moglie, una delle più importanti “influencer” del mondo aveva lanciato un crowfunding (raccolta fondi) per realizzare la struttura.
Per arrivare a questo risultato Chiara Ferragni e Fedez hanno avviato il 9 marzo scorso una raccolta fondi , mettendoci di tasca propria i 100 mila euro iniziali. Dopo solo cinque ore, dall’apertura della raccolta, è stata incassato un milione di euro, grazie alla generosità di tante persone comuni e vip, con donazioni dai 5 euro in su, fino a superare la cifra stabilita di 4 milioni di euro. La raccolta è stata sostenuta da oltre 199 mila donatori e ha chiuso raccogliendo 4.292.270 euro. Soldi che sono stati tutti ben utilizzati.
E’ stata completata e collaudata venerdì scorso a Milano la nuova struttura di terapia intensiva ad alta tecnologia, all’ Ospedale San Raffaele di Milano utilizzando le presistenti tensostrutture sportive dell’Università Vita-Salute San Raffaele,) per accogliere i casi più gravi di CoronaVirus. Una realtà costruita da zero in soli 12 gg , come a Wuahn (Cina) , che sarà in grado di essere operativa a giorni. Anche i letti sono arrivati ed è quasi tutto pronto.
La notizia del reparto completato inaugurato ha messo a tacere i soliti criticoni, cioè coloro che avevano accusato la coppia di usare l’emergenza per un’operazione di marketing. Tanti i commenti positivi (con complimenti) che accompagnato il tweet di Fedez con la notizia della nuova terapia intensiva. “Bravi“, “Grazie a voi per l’iniziativa“, “Il miglior esempio di «volere è potere»”, sono alcuni dei commenti fra le migliaia di like.
“Vi do la mia parola d’onore che non sprecheremo neanche un centesimo di questi soldi”, aveva detto il noto virologo Roberto Burioni all’inizio della raccolta. Ed in effetti la promessa è stata mantenuta visto che nel campetto sportivo dell’Università, adiacente alla struttura principale, è stato costruito il nuovo reparto di terapia intensiva.
“Siamo contenti che il nostro campo di basket sia stato utilizzato per una nobile causa“, scrive la squadra dei giovani medici e cestisti. “A mio nome e di tutto il personale impegnato, voglio ringraziare Chiara e Federico, ma anche ogni singolo donatore“, aggiunge il dr. Alberto Zangrillo, primario dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione Generale.
Una cosa ormai è appurata: il virus lo sconfiggiamo insieme, combattendo compatti. Senza ilprotagonismo dei soliti cialtroni della politica