Ascoltando o leggendo le dichiarazioni del presidente della Confcommercio nazionali Carlo Sangalli in occasione dell’ultima recente “passerella” politica organizzata a Milano presso l’ EXPO, che si è rivelata una vera e propria presa per i fondelli per i propri iscritti, e poi sfogliando i giornali tarantini è conseguenziale farsi una domanda: Sangalli a Milano era ubriaco, o a Taranto la Confcommercio perde solo tempo nel cercare di “piazzare” sulle poltrone pubbliche i propri rappresentanti ?
A Milano Sangalli ha dichiarato: “Oggi, finalmente, siamo davanti ai primi segnali di ripresa. Una ripresa effettiva, seppure timida. Oggi buoni segnali vengono dalla produzione industriale, che è in crescita negli ultimi mesi” aggiungendo che ” il turismo è la ‘carta vincente’ dell’Italia. Eppure, non troviamo mai la ‘mano giusta’ per calarla. E questo è un grande errore e un enorme spreco, soprattutto per il nostro Mezzogiorno. Senza turismo, infatti, non c’è crescita per il Sud. E, senza Sud, non c’è crescita per l’Italia. Facciamocene una ragione” mentre oggi il Nuovo Quotidiano di Puglia ( Gruppo Caltagirone) nell’edizione tarantina in prima pagina strilla “Allarme negozi: 624 chiusure” amplificando la crisi dei commercianti tarantini che negli ultimi 5 anni hanno chiuso a Taranto ben “2.635 attività con una perdita di circa 2000 posti di lavoro, secondo una stima approssimativa ma reale“. Copme sempre , quando scrivono di Confcommercio Taranto, articolo privo di firma. Sarà forse perchè il più delle volte sono “veline” (chiamarli articoli sarebbe troppo…!) telepilotate ?
I commercianti tarantini, è bene sapere per dovere di cronaca, sono guidati da un signore, tale Leonardo Giangrande recentemente rieletto per acclamazione, che come attività svolge quello di azionista di minoranza (circa l’ 11%) di un società di supermercati in franchising , affiancato da un vice presidente vicario Aldo Manzulli, un “professore” di istituto tecnico statale, che gestisce insieme alla moglie ed al fratello una società (la Infosystem srl) che nei giorni scorsi è stata inserita a causa del proprio indebitamento e segnalata da ben tre istituti bancari, nella sezione “Rischi-Sofferenze” della Centrale Rischi della Banca d’ Italia per un importo debitorio nei confronti del ssistema bancario vicino ad 1milione di euro, mentre l’altro vicepresidente Angelo Basile (detto Lillo) risulta esposto nei confronti del Comune di Taranto per la cogestione di un impianto sportivo, il Palamazzola, nonostante provenga da una famiglia di distributori di petrolio che nell’ultimo esercizio su un fatturato di circa 200 milioni di euro, ha chiuso con una perdita di 1milione e 200 mila euro.
Il paradosso è che numerose famiglie “storiche” di commercianti hanno chiuso i propri negozi, non per la crisi, ma in realtà per diversificare le proprie attività, acquistando ristoranti, sale da ballo, alberghi ed alberghetti a luci rosse. Basterebbe fare qualche visura camerale e catastale per rendersi conto che molti di loro, sopratutto i più importanti e “storici” nel capoluogo jonico, in realtà hanno speculato sulla crisi. Un autorevole rappresentante delle istituzioni in materia di controlli fiscali ci ha detto che “se facessimo fare dei controlli alla Guardia di Finanza o all’ Ispettorato del Lavoro nei negozi di Taranto, si rischierebbe una vera e propria strage di sanzioni pecuniarie, in quanto il 90% dei lavoratori, non sono dichiarati e tantomeno retribuiti regolarmente come ci confermano autorevoli avvocati del lavoro del Foro tarantino.
E’ quindi a dir poco “ridicolo” valutare le richieste della Confcommercio Taranto che cerca di ottenere la riduzione dell’imposizione tributaria locale, in considerazione “delle difficoltà in cui versano le attività del commercio, dei servizi e del turismo“. Basterebbe infatti che il “triumvirato” che rappresenta la Confcommercio jonica si facesse invitare dal proprio amico e consigliere Paolo Castellana (titolare di un benzinaio a Martina Franca) nella Valle d’ Itria e si renderebbero conto di come vadano bene le attività commerciali e turistiche grazie all’affluenza turistica provenienti da fuori e dall’estero, in presenza di una programmazione di eventi che pongono la cittadina martinese al centro di interessi ed attrazioni.
Se poi il presidente Giangrande, che è di Avetrana (cittadina nota agli onori delle cronache esclusivamente per la triste vicenda giudiziaria dell’ omicidio di Sara Scazzi ) si allungasse alla guida della sua BMW sulle litoranee pugliesi, in particolare quella jonico-salentina ed adriatica, scoprirebbe un vero e proprio “boom” del turismo che ha fatto lievitare il traffico aereo degli aeroporti di Bari e Brindisi nei primi quattro mesi del 2015 di compiere un ulteriore balzo in avanti in termini d’incremento del traffico passeggeri. Il totale, arrivi più partenze, al 30 aprile si attesta a 1.724.056 unità, il 9,5% in più rispetto al primo quadrimestre 2014, con percentuali che salgono al +23,3% per i passeggeri di linea internazionale (312.129 nel 2014 a fronte dei 384.772 di quest’anno). Bene anche il mese di aprile con un incremento del 9,7% rispetto al dato di aprile 2014.
Analizzando ed approfondendo i dati degli aeroporti pugliesi, si scopre che all’ Aeroporto “Karol Wojtyla” di Bari Palese il consuntivo – arrivi e partenze – al 30 aprile 2015 si è attestato a 1.113.428 passeggeri, pari al +10,9% rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno, quando il totale era stato di 1.003.472 passeggeri. In particolare, i passeggeri di linea nazionali sono stati 799.796, il 6,6% in più rispetto ai 750.139 dell’analogo periodo 2014, mentre quelli internazionali sono stati 295.394 contro i 240.132 dello scorso anno, con un incremento che ha raggiunto il +23%. Decisamente superiore l’incremento della componente charter: nel primo quadrimestre i passeggeri sono stati 16.938, il +40,8% rispetto alle 12.030 unità del 2014. Molto bene anche il mese di aprile caratterizzato dal forte incremento del traffico passeggeri di linea internazionale (106.059 passeggeri, pari al + 18,2%). Nello scorso mese il totale passeggeri di Bari è stato di 336.989 unità, ossia il + 11,8% rispetto ai 301.469 passeggeri di aprile 2014; bene anche il segmento charter cresciuto del +5,6%. In crescita del 7,6% i movimenti aeromobili del primo quadrimestre che passano dai 9.856 del 2014 ai 10.607 di quest’anno.
Se poi a Giangrande & compagnia “varia”…. della Confcommercio tarantina venisse l’idea di farsi una passeggiata per le strade e negli stabilimenti balneari della costa tarantina si renderebbero conto della pochezza dell’offerta, conseguente anche a delle politiche commerciali a dir poco “cieche” dei gestori, i quali preferiscono prosperare sugli abbonamenti ai bagnanti tarantini o sulla gestione delle discoteche, all’interno delle quali vedere uno scontrino o ricevuta fiscale è un’ impresa, così come scoprirebbero prima che lo facciano le Fiamme Gialle e l’ Ispettorato del lavoro, la presenza di lavoratori in nero con percentuali vicine al 99% dei casi ! parlano molto chiaramente i dati del 2014 resi noti dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Taranto, i cui finanzieri hanno eseguito 4.177 controlli sul rilascio di scontrini e ricevute fiscali, con una percentuale di irregolarità del 48%.!
Ma forse per i “furbetti del quartierino” è più facile lamentarsi e chiedere puntualmente e come sempre contributi pubblici, detassazione. Come sempre. I commercianti tarantini, purtroppo, non cambieranno mai….