ROMA– Maxi operazione della Guardia di Finanza in Basilicata . Gli accertamenti eseguiti dalla Procura della Repubblica di Matera e hanno evidenziato il “totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatistici e da logiche clientelari politiche” che ha portato a 30 misure di cui 22 arresti , dei quali 2 in carcere e 20 ai domiciliari.
L’inchiesta si basa sull’assunzione di una ventina di persone, “raccomandati dal presidente Pittella e da altre autorità civili e religiose” come è riportato negli atti, come il senatore ed vice ministro degli Interni, Filppo Bubbico ma anche alcuni vescovi.
Gli indagati avevano fornito le tracce in anticipo in alcuni concorsi interni, favorendo alcuni candidati a danno di altri. I concorsi nelle Asl della Basilicata funzionavano così, come ha ricostruito la Guardia di Finanza: le graduatorie venivano realizzate parallelamente. Quelle “reali” e quelle, in rosso, con il bonus raccomandati.
Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa in seguito all’esposto di un dipendente di una ditta fornitrice di servizi che non aveva ricevuto la sua quota di Tfr.
Le misure restrittive sono state eseguite dalla Guardia di Finanza di Matera nell’ambito di un’operazione sul sistema sanitario in Basilicata nei confronti di persone coinvolte “a vario titolo in fatti riconducibili a reati contro la Pubblica amministrazione“. L’attività come comunicato dalla Guardia di Finanza “vede impegnati, allo stato, circa cento tra uomini e donne delle Fiamme Gialle“.
Agli arresti domiciliari da questa mattina anche presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd) nella sua casa di Lauria (Potenza) per “falso e abuso d’ufficio“. Il provvedimento gli è stato notificato dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta su alcuni episodi di manipolazioni di concorsi e raccomandazioni nel sistema sanitario. Persone vicine al governatore hanno definito la sua posizione nella vicenda “surreale“.
Secondo il Gip di Matera Angela Rosa Nettis nell’ordinanza d’arresto il governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella sarebbe il “deus ex machina’ della “distorsione istituzionale” nella sanità lucana, sottolineando che Pittella “non si limita ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza” della sanità regionale, “ma influenza anche le scelte gestionali delle Asl interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali” tutti da lui nominati.
Tra le persone arrestate e poste ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm Salvatore Colella della Procura di Matera, compaiono anche i commissari delle uniche due aziende sanitarie lucane, Giovanni Chiarelli (Asp Potenza) e Pietro Quinto (Asm Matera) che deve rispondere delle accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti. Ai domiciliari è stato posto anche il direttore amministrativo dell’Asm, Maria Benedetto, il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola.
Nell’ambito della stessa indagine, è stato posto agli arresti domiciliari anche Vito Montanaro direttore generale dell’ Asl di Bari, ed il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avvocato Luigi Fruscio di Barletta. Ai due indagati pugliesi, viene contestato un episodio di abuso d’ufficio legato ad un presunto concorso truccato alla Asl di Matera.
Vito Montanaro, direttore generale dell’ Asl di Bari, (a lato nella foto) sarebbe intervenuto, rivolgendosi al direttore generale della Asl materana Pietro Quinto, per agevolare il posizionamento “utile” in graduatoria di Luigi Fruscio, attualmente responsabile anticorruzione della Asl di Bari (anche lui ai domiciliari), nel concorso indetto nel giugno 2017 per un posto da dirigente alla ASM.
Quinto è accusato anche di corruzione per aver affidato una serie di incarichi legali al professore di diritto amministrativo dell’Università di Bari, Agostino Meale, ottenendo in cambio la sua disponibilità come relatore della tesi di laurea del figlio e dell’impegno per assicurargli un dottorato di ricerca.
Dalla Campania, invece, arriva la vincitrice del concorso per un posto da dirigente amministrativo al Centro oncologico regionale di Basilicata, Lucia Esposito (attualmente non indagata), prima di non eletti in Senato del Pd nel 2013, che era entrata lo stesso a Palazzo Madama a settembre dell’anno scorso per l’ultimo scampolo della scorsa legislatura.
Il commissario dell’Azienda sanitaria di Matera, Pietro Quinto (in precedenza direttore generale della stessa Asm) secondo gli inquirenti è “il collettore delle raccomandazioni che promanano” dal presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ed intrattiene significativi rapporti con altre figure politiche e religiose di spicco“. Quinti attraverso il suo legale, Avv. Vincenzo Montagna, ha annunciato le proprie dimissioni dall’incarico ricoperto.
Il buon punteggio, “attribuito a tavolino“, secondo gli inquirenti, avrebbe consentito al Fruscio lo “scorrimento della graduatoria con assunzione presso altre aziende sanitarie locali”. Ai due indagati baresi si contestano i reati di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio.
Il gip del tribunale di Matera, dr.ssa Rosa Nettis, che ha accolto la richiesta di misure cautelari avanzata dal pm Salvatore Colella, lo descrive nella sua ordinanza come “un sistema di corruzione e di asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori, su sollecitazione di una moltitudine di questuanti espressione (…) di pubblici poteri apicali che si interfacciavano tra loro, in uno scambio reciproco di richieste illegittime e promesse o dazioni indebite“.
Il giudice mette in evidenza “la politica nella sua sempre più fraintesa accezione negativa e distorta, non più a servizio della realizzazione del bene collettivo ma a soddisfacimento dei propri bisogni di locupletazione e di sciacallaggio di potere e condizionamento sociale” in cui le assunzioni sarebbero servite ad alimentare “il consenso elettorale” utilizzato come merce di scambio per “politici di pari schieramento che governano regioni limitrofe, come è il caso della Puglia e della Campania“. Inoltre, il gip nell’ordinanza di custodia cautelare scrive anche che, relativamente a un concorso del 2015 “il cui esito ha vacillato fino alla fine, tutto è stato poi sopito con la mediazione del governatore Pittella, che avrebbe suggerito… di accontentare tutti“.
Tra i vari “sponsor” che al momento non risultano indagati, gli inquirenti hanno individuato l’ex viceministro degli interni Filippo Bubbico (ex Pd ora Leu). Mentre il vescovo di Matera Antonio Caiazzo, il deputato ed ex sottosegretario lucano alla Salute Vito De Filippo (Pd), il deputato barese Gaetano Piepoli (Cd), ed il questore di Matera, Paolo Sirna avrebbero sollecitato il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria della città dei Sassi, Pietro Quinto, a intercedere su altre vicende, come l’assunzione del figlio di Piepoli alla Fondazione Matera 2019 che non si è concretizzata in quanto secondo il gip gli indagati avrebbero appreso dell’inchiesta.