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22 Dicembre 2024 16:02

Sanremo, la protesta dei lavoratori Tim: “Il festival si fa con i nostri soldi”

"Non potevamo stare in silenzio e guardare il festival di Sanremo dal divano di casa, sapendo che si fa con i nostri soldi. E allora siamo venuti qui a cantare la nostra canzone stonata":così hanno civilmente protestato i lavoratori della Tim, sponsor unico del festival di Sanremo nel giorno della finale, per protestare contro le politiche aziendali degli ultimi anni.

I lavoratori Telecom ne cantano quattro a politici, manager e banchieri. Un gruppo di dipendenti autoconvocati, sostenuti dalle single sindacali Cgil, Cisl, Uil e Cub, si è infatti dato appuntamento ieri sabato 11 febbraio nella sala stampa del Teatro Ariston di Sanremo , del cui Festival 2017 la Tim è “sponsor” unico. per protestare contro la disdetta unilaterale del contratto aziendale. “Il clima al lavoro è sempre più teso. I risparmi sono fatti sulla pelle dei lavoratori che chiedono all’azienda un tavolo di confronto e il ritiro della disdetta che inciderà su ferie, permessi e indennità, ha detto Simone Vivoli, sindacalista della Cub che teme ulteriori ripercussioni sulla forza lavoro (6.1229 dipendenti, 4.638 in meno rispetto al 2015) dalle promesse di risparmi fatte dai vertici Telecom ai mercati per i prossimi tre anni. L ’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha infatti messo in cantiere altri 1,9 miliardi di economie nel nuovo piano industriale 2017/2019, che si aggiungono ai 600 milioni di spese tagliate  nel 2016 operando drastici tagli su spese di trasferte, immobili, sponsorizzazioni e pubblicità, oltre che sui contratti di fornitura.  Cattaneo, ha messo in cantiere altri 1,9 miliardi di economie, non ha rinnovato il contratto integrativo aziendale. Simone Vivoli (Cub) dice : “Il clima al lavoro è sempre più teso. I risparmi sono fatti sulla pelle dei lavoratori che chiedono all’azienda un tavolo di confronto e il ritiro della disdetta che inciderà su ferie, permessi e indennità”

 

Telecom continua a perdere colpi nel 2016 sul fronte dei ricavi  scesi -3,5% ( a 19,036 miliardi) sia in Italia domestico che in Brasile. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, la società è riuscita ad invertire la rotta (+0,8% in termini organici) interrompendo un trend negativo che durava daun anno e mezzo. Il mantenimento di questo risultato dovrà essere verificato nei prossimi mesi in vista dell’arrivo sul mercato entro la fine del corrente anno, del  nuovo operatore francese Iliad contro la quale Cattaneo ha progettato un nuovo brand “low cost”. Una cosa è prevedibile: per Telecom non sarà facile raggiugere i risultati sperati. Anche perché il gruppo è gravato da 25,5 miliardi di debiti (in calo da 2,2 miliardi) accumulati dalle precedenti  gestione che negli anni hanno spolpato l’azienda, a partire dal patrimonio immobiliare (gestione Tronchetti Provera) .

 

La società adesso sotto la gestione di Flavio Cattaneo ha migliorato la redditività di un miliardo nel 2016, soltanto con il taglio dei costi, è chiamata a dover investire in maniera importante nella rete in fibra ottica dovendo fronteggiare  la rivale Enel Open Fiber che si è già aggiudicata i primi fondi pubblici per le aree a fallimento di mercato. Senza dimenticare il rischio che i progetti di Fiber Flash, la joint venture creata da Telecom con Fastweb per cablare l’Italia, che sono finiti nel mirino dell’Antitrust che teme concentrazione di mercato. non vadano a buon fine.

Il risultato è che nonostante gli sforzi dei manager e i duri sacrifici chiesti ai lavoratori, il futuro dell’azienda in realtà resta ancora tutto da delineare. Senza dimenticare che il futuro dell’ex monopolista è legato a doppio filo con lo scontro legale-finanziario che il suo principale azionista, il gruppo francese Vivendi, sta giocando con Mediaset. Uno studio elaborato dagli analisti dell’istituto bancario svizzero  Credit Suisse dello scorso 10 gennaio, listruttoria aperta dall’Agcom a seguito della decisione di Vivendi di investire importanti capitali  nelle attività televisive del Gruppo controllato da Silvio Berlusconi  potrebbe stabilire che i francesi non possono contemporaneamente essere soci di Telecom e di Mediaset. e quindi  l’autorità potrebbe imporre a Vivendi la cessione, in toto o in parte, di uno dei due asset.

Problema questo non indifferente che dovrebbe essere risolto  entro il mese di di marzo, in cui peraltro è prevista anche la prima udienza fissata per il prossimo 21 marzo sulla richiesta  avanzata dai legali di Mediaset del maxirisarcimento (l’atto di citazione prevede un risarcimento danni quantificato fino a 2 miliardi)  a Vivendi a seguito dell’autentico voltafaccia dei francesi sulla cessione della pay-tv Premium. Scadenze queste che rischiano di mettere sotto pressione Vivendi negli ultimi giorni di trattativa per trovare un accordo con Mediaset evitando di dover arrivare in tribunale. Tutto ciò avrebbe un effetto indiretto anche sul destino di Telecom che rischia di essere una spina nel fianco .

nella foto Flavio Cattaneo e Sabrina Ferilli

Concludendo, è arrivata una “segnalazione” alla nostra redazione, segnalante una circostanza abbastanza veritiera alquanto imbarazzante. Come tutti ben sanno Flavio Cattaneo è legato sentimentalmente all’attrice romana Sabrina Ferilli, la quale avrebbe recentemente costituito una società di produzione con Maria De Filippi, e l’attrice romana è diventata una presenza fissa,  nei programmi televisivi (Amici, House Party) condotti dalla De Filippi . Ebbene guarda caso tutti questi programmi hanno come sponsor principale propria la società telefonica TIM. A volte certe coincidenze sfiorano il conflitto d’interessi.  Anche se ad onor del vero va ricordato che la delega sulla comunicazione e pubblicità è affidata al presidente della società telefonica Recchi.

 

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