L’inchiesta era stata avviata da un anno, ma Daniela Garnero Santanchè ha appreso della sua esistenza soltanto nelle scorse settimane, quando la Guardia di Finanza ha notificato al ministro del Turismo una richiesta di proroga firmata dai pm milanesi Luca Luzi e Maria Gravina. La nuova accusa è di “bancarotta fraudolenta” ed è relativa al dissesto di Ki Group, una azienda della quale la Santanchè è stata rappresentante legale sino al 2021. La notizia è stata confermata da fonti giudiziarie.
Quello di bancarotta fino ad oggi è il reato più grave che la Procura ambrosiana ha deciso di contestare al ministro. Analogo reato era stato formulato in relazione al dissesto di Visibilia, la holding della Santanchè attiva nel settore dei media e della pubblicità, ma – su iniziativa degli stessi pm – era stato ritirato in seguito al sopraggiunto salvataggio della azienda attraverso un aumento di capitale e l’accordo con i creditori per il ripianamento delle esposizioni.
Per quanto riguarda Ki Group la situazione è più delicata, e quindi molto rischiosa, perchè la società è già stata messa in liquidazione giudiziaria – quindi fallita. I pm starebbero accertando l’esistenza di anomalie contabili e finanziarie che avrebbero aggravato lo stato di dissesto dell’azienda, iniziate a partire dal bilancio 2021, quando la Santanchè era ancora in azienda, e proseguite fino al 2023, quando aveva ormai cessato le cariche. Secondo i conti verificati dal tribunale, il passivo totale della società supera gli 8,6 milioni di euro. Ma non risulta ancora depositata. la relazione del curatore prevista dalla legge fallimentare.
La Santanchè quando la Procura chiese ed ottenne il fallimento della Ki Group, aveva dichiarato con un comunicato di avere rivestito nell’azienda solo un “ruolo marginale” e di averlo successivamente abbandonato. Ma secondo i pm le operazioni effettuate sotto la sua gestione sono sufficienti per chiamarla a rispondere delle irregolarità, insieme al suo ex marito e ex socio Canio Mazzaro.