ROMA – Continua l’ applicazione dell’accordo di Malta stipulato fra Italia, Malta, Francia e Germania sulla redistribuzione dei migranti soccorsi nel Mediterraneo nella vana speranza che altri Paesi europei lo sottoscrivano.
Così come era accaduto per la Ocean Viking, i quattro Paesi hanno chiesto congiuntamente alla Commissione europea di avviare l’iter per la ricollocazione dei 151 migranti a bordo delle navi Open Arms e Aita Mari, le due Ong spagnole che da 48 ore si stanno riparando dal mare in tempesta sotto le coste della Sicilia orientale, guardandosi bene dal portare nei porti spagnoli i migranti soccorsi in mare. Anche questa volta il Ministero dell’ Interno ha concesso loro un porto italiano in cui approdare e sbarcare i migranti.
La Open Arms, con 73 persone a bordo, dirigerà la sua rotta di navigazione verso Taranto appena le condizioni meteo lo consentiranno, mentre la Aita Mari, che ha soccorso 78 naufraghi, si recherà a Pozzallo per sbarcarli.
“Assegnato Taranto come porto di sbarco per le 73 persone a bordo Open Arms. Impossibile muoverci prima di domani a causa condizioni meteo” scriveva ieri sul suo profilo twitter l’organizzazione spagnola non governativa.
“A bordo abbiamo una situazione molto critica, abbiamo un ragazzo a cui hanno sparato. Dobbiamo richiedere l’evacuazione. Abbiamo anche persone con delle forti ustioni dovute alla benzina, abbiamo 26 minori in totale di cui 24 non accompagnati“. Queste le parole di Riccardo Gatti, capo missione di Open Arms, l’imbarcazione battente bandiera spagnola che nei giorni scorsi ha tratto in salvo 73 persone. “Stamattina siamo ormai nella zona della costa orientale siciliana. Siamo dovuti venire a proteggerci dal maltempo – continua -. Abbiamo ricevuto l’autorizzazione ad entrare nelle acque territoriali italiane per poterci mettere al riparo“.