di REDAZIONE POLITICA
Mentre vengano trovate nuove carte a casa di Marcella Contrafatto, l’ex segretaria del consigliere del Csm Piercamillo Davigo ora in pensione, indagata per la diffusione dei verbali segreti di Piero Amara, che ad onor del vero sono solo “rassegne stampa a cura del Consiglio superiore della magistratura con chiave di ricerca Palamara”, un “estratto del libro Il Sistema” scritto a quattro mani da Alessandro Sallusti e l’ex presidente dell’ ANM, Luca Palamara, ma anche “i fascicoli di due procedimenti disciplinari e la stampa della posizione disciplinare del dottor Palamara”, ed un “avviso di conclusione delle indagini di un procedimento romano con annesse notizie stampa”. Ma le fughe di notizie dal CSM continuano e questa volta la Contrafatto non c’entra nulla.
E’ apparsa oggi infatti sull’edizione barese del quotidiano LA REPUBBLICA una dettagliata ricostruzione dei lavori (non ancora resi pubblici) della Va Commissione del Csm, che si occupa delle nomine e cariche direttive, riportando persino dei passaggi estratti dai verbali e documenti interni con valutazioni sull’operato di alcuni magistrati candidati a ricoprire posizioni direttive. Dall’ ufficio stampa del Consiglio Superiore della Magistratura, rendono noto di non aver diramato alcun comunicato stampa. Da dove sono uscite quindi queste notizie ? Forse dalla solita “Area” condizionata… ?
Resta da chiedersi se le linee direttive del 2018 sui rapporti fra magistratura ed informazione elaborate dalla commissione presieduta dal Primo Presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio (all’epoca dei fatti) siano ancora valide., che riportava quanto segue: “Il Consiglio superiore della magistratura ritiene necessario un intervento in materia di comunicazione istituzionale degli uffici giudiziari e di rapporti tra magistrati e mass media, e non solo per ovviare alle serie criticità che si manifestano in quei rapporti” si legge nel documento che già in premessa ammette che il problema esiste: il pianeta giustizia va innanzitutto reso più trasparente e comprensibile per aumentare la fiducia dei cittadini nello Stato di diritto.” Ma c’è di più. Quel che fa discutere sono gli indirizzi che il Csm ha voluto impartire ai magistrati in più di un’occasione sono finiti nei guai, anche in sede disciplinare, proprio a causa dei rapporti con la stampa.
La commissione evidenziò qualcosa di molto importante, e cioè che vanno evitate “la discriminazione tra giornalisti o testate”, ma soprattutto “la costruzione e il mantenimento di canali informativi privilegiati con esponenti dell’informazione”.
Ma probabilmente qualche appartenente dell’ “Area Condizionata” del CSM ha interesse che vengano resi noti i lavori del CSM scavalcando i canali ufficiali, calpestando le linee guide elaborate da quel grande magistrato e galantuomo che è il presidente emerito Giovanni Canzio. Così come filtrano i verbali degli interrogatori delle inchieste sulla Procura di Trani diventata un colabrodo di disinformazione “pilotata”. E guarda caso tutto pubblicato dai soliti “noti” amici di una certa magistratura sin troppo vicina ad alcuni giornalisti.
Resta da chiedersi cosa aspettano a questo punto il ministro Guardasilli Cartabia ed il Procuratore Generale della Cassazione Giovanni Calvi ad intervenire anche disciplinarmente nei confronti di queste fughe di notizie che compromettono la dovuta riservatezza degli atti del CSM.