Non ha usato mezzi termini ed i soliti giri di parole in “politichese”, il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, nel corso della trasmissione televisiva “Ballarò” andata in onda martedì sera su Rai3, intervenendo sulla vicenda delle Ferrovie Sud-Est, la società pubblica operante in Puglia perchè si trova al centro di un’indagine della Procura della repubblica di Bari e della Corte dei Conti pugliese, per una presunta frode – secondo gli inquirenti – collegata all’acquisto di 25 vagoni che sono stati ristrutturati. a un prezzo doppio a quello di mercato. “Non ho mai confermato Fiorillo, anzi ho chiesto al governatore Emiliano di risolvere questa situazione: a giorni lo vedrò e ascolterò le sue proposte”.
Il sequestro
Nei giorni scorsi la Corte dei Conti regionale di Puglia ha convalidato il sequestro conservativo di beni per circa sei milioni di euro nei confronti dell’amministratore unico della società, il tarantino Luigi Fiorillo (un ex-esponente del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana), e dell’ex dirigente, Nicola Alfonso.
Durante il programma televisivo condotto dal giornalista Massimo Giannini, ex-vice direttore del quotidiano La Repubblica, sono state ricostruite e raccontate le fasi salienti della vicenda: secondo quanto emerso dalle indagini, l’operazione si sarebbe articolata in tre passaggi: le Ferrovie Sud Est avrebbero acquistato da due società 25 carrozze passeggeri dismesse al prezzo di 37.500 euro ciascuna spendendo 912mila euro; successivamente i vagoni sarebbero stati venduti a una società polacca per la ristrutturazione al prezzo di 280mila euro ciascuno per un ricavo di 7 milioni; infine le Ferrovie Sud-Est avrebbero riacquistato successivamente dalla stessa società polacca le 25 carrozze ristrutturate al prezzo di 900mila euro ciascuna pagando complessivamente 22 milioni e mezzo.
Nel corso delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Bari ed avvalendosi anche di una CTU (consulenza tecnica d’ ufficio) effettuata da un professionista esperto del settore, si è evinto che il prezzo congruo e reale per il riacquisto sul mercato sarebbe stato di 11 milioni e 206mila euro, cioè la metà di quanto versato.