Marie Therese Mukamatsindo e Liliane Murekatete, suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata ‘Karibu‘ restano agli arresti domiciliari. Il Tribunale del Riesame di Roma ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla difesa delle due donne confermando l’ordinanza emessa dal Gip dr. Giuseppe Molfese del Tribunale di Latina, ed eseguita dalla Guardia di Finanza lo scorso 30 ottobre, nell’ambito dell’inchiesta sull’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. Le motivazioni della decisione del Riesame verranno depositate e rese note entro il 31 dicembre prossimo
I magistrati del Tribunale della Libertà, davanti ai quali nei giorni scorsi erano state discusse le istanze degli avvocati Lorenzo Borrè e Francesca Roccato difensori delle due donne, hanno sciolto la riserva confermando gli arresti domiciliari per Murekatete e Mukamitsindo e l’obbligo di dimora per Rukundo, nei confronti dei quali i pubblici ministeri Andrea D’Angeli e Giuseppe Miliano della Procura di Latina ipotizzano i reati di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto-riciclaggio. Non sono quindi state accolte le richieste del collegio difensivo che aveva sostenuto l’assenza di esigenze cautelari non essendoci rischio di reiterazione dei reati né quello di inquinamento delle prove.
Per il Gip che ha disposto le misure oltre alle ”condotte di frode in pubbliche forniture’’ gli accertamenti contabili e le stesse valutazioni del commissario liquidatore, hanno permesso alla Procura di ricostruire “un quadro allarmante di distrazioni patrimoniali idonee a svuotare la Karibu (anche per il tramite della Jumbo Africa– soggetto giuridico fittizio) e portarla allo stato di insolvenza, dichiarato con sentenza del Tribunale di Latina del maggio 2023’’. In molte occasioni, come emerge dall’ordinanza del Gip, le carte prepagate erano state ricaricate con causali relative a “progetti“, quando in realtà le spese effettuate con la medesima carta risultavano presso attività di ristorazione, strutture recettive, negozi di abbigliamento, gioiellerie, in Italia e all’estero (Ruanda, Belgio, Portogallo).
Il prossimo 15 dicembre è attesa l’udienza preliminare per la tranche di indagini che vede coinvolte per reati fiscali legati alla gestione di cooperative le due donne parenti del deputato Soumahoro. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza si era già tenuta lo scorso 3 novembre. In quella occasione il Gip si era riservato di decidere sulle eccezioni di inammissibilità delle costituzioni di parte civile formulate dai difensori degli imputati. Tra chi ha fatto richiesta di risarcimento ci sono i sindacati, i lavoratori e il commissario liquidatore della cooperativa Karibu.
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