Il collegio della sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura presieduta dal membro laico della Lega Emanuele Basile, in sostituzione del “laico” Avv. Fulvio Gigliotti (M5S) e formato da Filippo Donati (M5S), Elisabetta Chinaglia (Area), Paola Braggion e Antonio D’Amato (Mi) e Piercamillo Davigo ha rinviato al prossimo 15 settembre l’udienza del procedimento che vede incolpato il magistrato Luca Palamara davanti alla sezione disciplinare del Csm
Per la procura generale della Cassazione erano presenti l’aggiunto Luigi Salvato, il sostituto pg Simone Perrelli e l’avvocato generale Pietro Gaeta. L’udienza si è svolta nella sala conferenze della sede del Csm per il rispetto delle norme di distanziamento.
CSM-PalamaraIl rinvio del legittimo impedimento richiesto dal magistrato di Cassazione Stefano Giaime Guizzi difensore di Palamara, è stato deciso in occasione dell’udienza di oggi , in via preliminare per procedere all’esame dell’istanza di ricusazione presentata nei confronti del magistrato Piercamillo Davigo, componente del collegio disciplinare (che compare anche tra i testimoni chiamati da Palamara) il quale con un suo intervento ha rifiutato di astenersi autonomamente.
“Non ravviso alcun motivo di astensione”, ha detto nel suo intervento il togato del Csm, Piercamillo Davigo (peraltro prossimo alla pensione) , in apertura dell’udienza disciplinare del processo a Luca Palamara, il cui difensore aveva chiesto di astenersi dal far parte del collegio in quanto il suo nome compare nella lista dei 133 testimoni chiamati ed essere ascoltati, e quindi si troverebbe nella condizione di essere “teste” e “giudice” nello stesso processo, motivo per cui la difesa di Palamara ha presentato una istanza di ricusazione.
Palamara aveva sollecitato Davigo ad astenersi, anche a seguito di quanto è emerso, e cioè che il pm Stefano Fava, anche lui finito davanti alla disciplinare, in quanto autore di un esposto al Csm su Paolo Ielo, aveva discusso della questione proprio con Davigo ben prima che esplodesse lo scandalo sul mercato delle toghe. Nelle contestazioni, l’esposto di Fava viene ritenuto un tassello della strategia messa in atto da Palamara ai danni di alcuni colleghi.
CSM-ferriDavanti al Csm sono comparsi in aula nelle rispettive udienze oltre a Palamara, anche il magistrato Cosimo Ferri, attualmente in aspettativa, quale deputato di Italia Viva, e 5 magistrati ex membri del Csm (tutti dimessisi), Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli. partecipi assieme all’ex ministro Luca Lotti (Pd), all’incontro notturno del 9 maggio dello scorso anno, tenutosi in una suite dell’ albergo romano, l’ Hotel Champagne, adiacente a Palazzo dei Marescialli ove ha sede il Csm , riunione registrata dal trojan delle fiamme gialle inoculato nello smartphone di Palamara, per discutere delle nomine ai vertici di alcune importanti procure italiane, innanzitutto quella di Roma. Un incontro “carbonaro” portato alla luce dalle intercettazioni dell’inchiesta di Perugia, che hanno dato il via al “terremoto” giudiziario che ha letteralmente travolto la magistratura italiana. Anche Ferri ha presentato due istanze di ricusazione.
CSM-magistrati-variAnalogo rinvio al 15 settembre è stato fissato dal collegio nel procedimento nei confronti di Cosimo Ferri, che era presente insieme con il suo difensore, il quale ha presentato un’ istanza di ricusazione per componenti del collegio, che dovrà essere esaminata dal collegio della sezione disciplinare unitamente alla richiesta alla Camera dell’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni a carico di Ferri.
Udienza rinviata anche per i 5 ex togati del Consiglio superiore della magistratura a processo. In aula erano presenti solo Morlini e Lepre ed i rispettivi legali mentre per gli altri c’erano solo i rispettivi difensori. Questo rinvio è stato determinato per legittimo impedimento a causa dell’assenza, per impedimenti personali, del presidente titolare del collegio, il membro laico Gigliotti (M5S).
Le accuse mosse dal pg della Cassazione, Giovanni Salvi, a Palamara, Ferri e agli altri 5 magistrati a processo sono molto gravi e “pesanti”: “comportamenti gravemente scorretti” e inottemperanti ai doveri di riserbo, una “strategia di discredito” messa in atto ai danni dei colleghi, “influenze occulte” ed “interferenze” nell’attività del Csm sulle nomine.