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22 Novembre 2024 00:12

SCANDALO MASCHERINE ACQUISTATE DALLA CINA.UN ARRESTO E 4 MISURE INTERDITTIVE

Agli atti sono presenti quasi 1.300 tra messaggi e telefonate da gennaio a maggio 2020, con contatti giornalieri a febbraio, marzo e aprile (i mesi più complicati e difficili) della pandemia, tra Benotti e il commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri.

di REDAZIONE CRONACHE

Agli arresti domiciliari è finito Edisson Jorge San Andres Solis, mentre delle misure interdittive hanno colpito tre persone ed il giornalista Rai in aspettativa Mario Benotti, che ha cercato di utilizzare la sua vecchia amicizia con Domenico Arcuri per poter influenzare gli acquisti da parte della struttura del commissario straordinario all’emergenza Covid, delle famigerate mascherine.

Il provvedimento del Gip Paolo Andrea Taviano con le le misure cautelari a carico del gruppo di persone in concorso tra loro, resosi responsabile secondo la Procura romana del reato di traffico di influenze illecite (aggravato dal reato transnazionale) oltre che, a vario titolo, di ricettazione, riciclaggio e auto-riciclaggio, arriva una settimana dopo il sequestro preventivo da 70 milioni di euro . Il valore complessivo degli acquisti di mascherine effettuati mediante affidamenti diretti si aggirerebbe intorno a 1,25 miliardi di euro.

Le investigazioni del Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, su delega dei pm Fabrizio Tucci e Gennaro Varone sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Paolo Ielo , coinvolgono 3 consorzi cinesi per l’acquisito di oltre 800 milioni di mascherine di varie tipologia, effettuate con l’intermediazione – non contrattualizzata dal commissario Arcuri – di alcune società italiane: la Sunsky srl di cui è titolare Andrea Vincenzo Tommasi, la Partecipazioni spa che ha Georges Fares Khouzam come rappresentante legale, la MicroproductsIT  che vede Rossana Daniela Guarnieri quale legale rappresentante ed infine la Guernica srl riconducibile a San Andres Solis ed amministrata da sua figlia. Le società in questione avrebbero “percepito commissioni per decine di milioni di euro dai consorzi cinesi risultati affidatari delle forniture dei dispositivi di protezione individuale (in particolare, mascherine chirurgiche e del tipo Ffp2 e Ffp3)”.

nella foto il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo

I pm Ielo, Tucci e Varone evidenziano l’informalità con la quale si è proceduto rispetto ad accordi che devono essere intercorsi tra le parti in gioco, prima del 10 marzo e dunque ben prima del lockdown nazionale, dichiarato il 9 marzo”. In quel momento “nessuna norma consentiva ancora deroghe al codice dei contratti”. Ma non solo. “Il primo contratto di fornitura è stato stipulato il 25 marzo quando la struttura commissariale ancora non esisteva, almeno ufficialmente”. Quel giorno, però, “i facilitatori stavano tessendo le relazioni che avrebbero loro consentito i lauti guadagni”. Dalle indagini inoltre risulta che il governo italiano “abbia acquistato mascherine anche a prezzi inferiori” persino “nello stesso periodo di tempo”, mentre “voli di consegna siano avvenuti tra maggio e giugno 2020 quando l’emergenza sanitaria era in fase discendente”.

Una buona parte degli 800 milioni di mascherine acquistate in Cina erano arrivate in Italia senza la necessaria prevista certificazione: “È rilevante la circostanza che i plichi contenenti documentazione che sarebbe stato necessario esaminare prima della firma dei contratti di fornitura in quanto relativa alle caratteristiche tecniche dei dispositivi di protezione, sia pervenuta presso gli uffici della struttura commissariale solo il 2 dicembre 2020, ben oltre la stipula, a dimostrazione del fatto che la fornitura al Governo italiano delle mascherine trova unico fondamento nella intermediazione e nella moral suasion operata in modo occulto da Mario Benotti sulla sola base del rapporto personale tra lo stesso e Arcuri“.

Agli atti sono presenti quasi 1.300 tra messaggi e telefonate da gennaio a maggio 2020, con contatti giornalieri a febbraio, marzo e aprile (i mesi più complicati e difficili) della pandemia, tra Benotti e il commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri

È uno dei passaggi con cui il Gip motiva la misura interdittiva a carico del giornalista Benotti . Analoghe misure cautelari sono state notificate a Vincenzo Andrea Tommasi , Georges Fares Khouzam (Partecipazioni spa), e Daniela Rossana Guarnieri . Ai domiciliari è stato posto Jorge Edisson Solis . Il Gip Paolo Andrea Taviano del Tribunale di Roma, nel suo provvedimento evidenzia “l’ estrema spregiudicatezza mostrata dagli indagati per schermare l’illecita provenienza dei flussi finanziari”.

In un’ intercettazione delle Fiamme Gialle, Tommasi si vantava: “Io sono stato il più grande fornitore di mascherine in Italia, ne abbiamo vendute 925 milioni”. Risultati e guadagni non avevano saziato l’appetito degli indagati. In particolare, “è emerso che il Benotti, dopo aver ampiamente lucrato illecitamente per i contratti delle mascherine, aveva intenzione di continuare a proporre ulteriori “affari” al commissario Arcuri“. Nelle intercettazioni, i finanzieri, annotano la frustrazione emersa di Benotti poichè “Arcuri ha interrotto i rapporti con lui” e che questo potrebbe essere la conseguenza del fatto che il commissario avrebbe avuto notizie in forma riservata da fonti di Palazzo Chigi su qualcosa “che ci sta per arrivare addosso“.

Le presunte rivelazioni sulle “indagini” dei servizi segreti, rivelate l’altra sera a Quarta Repubblica, dello stesso Benotti hanno lasciato non poche ombre anche sul commissario Domenico Arcuri. “Assurdo! Benotti, collaboratore di alcuni esponenti del Pd ( Graziano Del Rio n.d.r.) , racconta che Arcuri gli avrebbe confessato di essere stato segretamente informato a Palazzo Chigi di un’indagine a suo carico. Rivelazioni inquietanti che gettano ulteriori ombre sulla gestione dell’emergenza. Tutto questo è inaccettabile”,  scrive su Facebook Giorgia Meloni presidente di Fratelli d’Italia, rilanciando un video del parlamentare FdI Giovanni Donzelli che ripercorre le dichiarazioni di Benotti. Un fatto sul quale il partito della Meloni chiede di fare chiarezza. 

Solis aveva provato a raggiungere anche direttamente Arcuri:Tu sai come arrivare ad Arcuri? Io c’ho il numero di Arcuri, tutto“, chiede in una intercettazione effettuata dalle Fiamme Gialle, agli atti della Procura C’è tanto capitale in Cina? Mi hai capito, tu c’hai un amico lì dentro e quell’amico serve”. E continua: “Tu sei bravo per arrivare a Arcuri? Arcuri conosce il gruppo nostro? Con il tuo amico Arcuri a occhi chiusi te compra? Perché noi abbiamo dato credito per 400 milioni all’Italia che nessuno, nessuno lo ha e hanno pagato tutto“.

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