di REDAZIONE CRONACHE
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali con la quale il G.I.P. Francesca Ciranna del Tribunale capitolino, su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo, della Procura della Repubblica di Roma, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di ALEKSIC Andelko (classe 1980), FARINA Vittorio (classe 1955), già attivo nel settore della carta stampata, e ROMEO Domenico (classe 1970), indagati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata nonché, ALEKSIC e FARINA, anche per traffico di influenze illecite.
“Abbiamo parlato con Arcuri”. il nome dell’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid ancora una volta viene speso da imprenditori finiti nel mirino della Procura di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sulle forniture di mascherine e camici destinati alla Protezione Civile della Regione Lazio. Arcuri non è coinvolto nell’indagine che ha portato la Finanza a notificare ieri tre ordinanze di custodia cautelare disposte dal Gip di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica della Capitale.
Gli indagati avrebbero cercato di entrare anche nell’affare delle forniture scolastiche di mascherine e scrivanie. “Tu che sei grande amico di Arcuri – riporta un’intercettazione – lanciati nel business delle scrivanie (…) tre milioni di scrivanie a prezzo medio 50 euro”. È Vittorio Farina ad affermare di aver parlato con l’ex commissario. Il 15 luglio scorso, non sapendo di essere intercettato “ha giurato di aver parlato con Domenico Arcuri”, un tentativo di subentrate in un affare milionario: “ti faccio diventare mooolto molto benestante”,
Vittorio Farina, legato alla presidenza di Netweek (ex Dmail Group) società lombarda, controllata in pratica dal fratello Mario che, dopo l’ uscita di scena di Antonio Percassi (il Re degli Outlet proprietario dell’ Atalanta Calcio), è proprietario dell’89,66 per cento del capitale azionario. In Piemonte è editore di numerosi giornali locali tra cui La Nuova Periferia, Il Canavese, ma anche Novara Oggi, il Giornale di Arona, Notizia Oggi di Vercelli e Borgosesia. Decisamente il più grosso editore di giornali locali, considerando che l’intero circuito è presente in 6 regioni con 43 redazioni e un totale di 58 testate. Nel 2017 era stato arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata nell’ambito del fallimento nel 2016, della Ilte, l’Industria Libraria Tipografica Editrice che un tempo stampava numerosi quotidiani e le Pagine Gialle e le Pagine Bianche.
OCC-mascherine-GdFL’Autorità Giudiziaria ha, altresì, disposto il sequestro preventivo del profitto dei reati contestati, per un importo di quasi 22 milioni di euro, a carico dei 3 arrestati e della società milanese EUROPEAN NETWORK TLC S.r.l., nei cui confronti è stata emessa la misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione.
A seguito di una segnalazione dell’Agenzia Regionale della Protezione Civile del Lazio alla Procura della Repubblica di Roma, i Finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno ricostruito le vicende relative alla fornitura di 5 milioni di mascherine FFP2 e 430.000 camici alla Regione Lazio da parte della EUROPEAN NETWORK TLC nella prima fase dell’emergenza sanitaria (tra marzo e aprile 2020), per un prezzo complessivo di circa 22 milioni di euro.
A fronte dei contratti sottoscritti, che prevedevano la consegna di dispositivi di protezione individuale (mascherine) marcati e certificati CE, rientranti nella categoria merceologica di prodotti ad uso medicale, l’impresa milanese facente capo ad ALEKSIC, che fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore dell’editoria ha, dapprima fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi deputati per rilasciare la specifica attestazione e, successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente dalla Cina, ha prodotto falsi certificati di conformità forniti da ROMEO anche tramite una società inglese a lui riconducibile, ovvero non riferibili ai beni in realtà venduti.
Risultano indagati con l’accusa di traffico di influenze, anche Roberto De Santis e Francesco Saverio Romano. Il primo, imprenditore salentino vicino a Massimo D’Alema , già noto alle cronache per essere apparso in diverse inchieste giudiziarie senza tuttavia venire indagato, ha ricevuto un bonifico di 30 mila euro dalla European Network Tlc di Aleksic. “Non è dato conoscere la natura della prestazione resa“, dicono gli inquirenti.
Oltre 58 mila euro sarebbero invece state versate dalla Ent sul conto dell’ex ministro berlusconiano Francesco Saverio Romano e della moglie Stefania Martorana. Un bonifico classificato come “operazione sospetta”, a causa della carenza della causale, per il quale adesso l’ex ministro è indagato. “Sono consulente della European dal marzo 2020, con regolare contratto. La fattura citata è del maggio 2020 e ha in sè sia la causale dell’attività medesima sia il riferimento al contratto di consulenza. Ho già esibito alla Finanza i necessari e dovuti riscontri”, risponde l’ex ministro
L’ex commissario Domenico Arcuri non sarebbe a conoscenza della faccenda. Invitalia ha infatti sottolineato che “in relazione all’inchiesta sulle mascherine destinate alla Protezione civile del Lazio, nella quale da conversazioni tra gli indagati pubblicate oggi risulta citato l’ex Commissario all’Emergenza Covid, peraltro estraneo alle indagini e probabilmente ancora una volta oggetto di traffico di influenze illecite, riteniamo utile precisare che né la società European Network Tlc né le persone coinvolte nelle indagini, hanno ricevuto alcuna promessa, alcun affidamento o alcun incarico dall’ex Commissario o dalla Struttura commissariale. La società, come tante altre, aveva inviato diverse proposte a nessuna della quali è stato mai dato alcun seguito dalla Struttura stessa”
L’attività testimonia l’efficacia dell’azione svolta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Roma a tutela dei cittadini – e, nel caso specifico, del sistema sanitario, cui era destinata gran parte della merce acquistata – dai danni arrecati dai soggetti che operano sul mercato in modo spregiudicato, con particolare riferimento alle forniture di beni connessi all’attuale emergenza epidemiologica.