ROMA – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, insieme al Nucleo speciale entrate ed al Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una società maltese con organizzazione in Italia, operante nel settore del gioco online, relativamente agli anni d’imposta 2015 e 2016, dalla quale è emersa l’omessa dichiarazione di ricavi per quasi 4 miliardi di euro ed una base imponibile ai fini della Imposta unica sulle scommesse pari ad oltre 1 miliardo di euro.
In tale sede era stata accertata l’esistenza di un’associazione per delinquere di tipo mafioso con proiezione transnazionale, costituita da soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta, che, avvalendosi di società estere – tra le quali la società verificata – ha esercitato abusivamente l’attività di gioco in Italia, riciclando ingenti proventi illeciti. La raccolta di scommesse, in effetti, attuata dagli allibratori anche al di fuori del proprio Paese di stabilimento, ha conosciuto un notevole sviluppo con la diffusione della tecnologia informatica che permette il rapido scambio di dati attraverso le reti telematiche.
L’azione di vigilanza e controllo a tutela del monopolio statale sui giochi, sulle scommesse e sui concorsi pronostici – orientata a prevenire e reprimere tutti gli illeciti legati al gioco irregolare e clandestino – ha evidenziato che in Italia, negli ultimi anni, si è registrata una proliferazione di agenzie che effettuano la raccolta di scommesse via internet, affiliate a bookmaker esteri il più delle volte privi delle previste concessioni rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
I Finanzieri hanno quindi accertato una maxi evasione d’imposta anche con riferimento all’Irap per oltre 6 milioni di euro, all’Ires per oltre 47 milioni ed alla Ius per oltre 71 milioni.
La verifica fiscale è scaturita dalle risultanze emerse nell’Operazione “GALASSIA”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria in collaborazione con lo SCICO e conclusa nel novembre del 2018 con l’esecuzione a 18 fermi e al sequestro di società nazionali ed estere, siti di scommesse on line e altri beni per un valore pari ad oltre 723 milioni, disposti dalla Dda diretta da Giovanni Bombardieri.
Dall’indagine era emersa l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso con proiezione transnazionale, costituita da soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta, che, avvalendosi di società estere – tra le quali la società al centro delle verifiche, che poi ha cambiato compagine sociale e adesso non ha alcun legame con fatti di ‘ndrangheta – ha esercitato abusivamente l’attività di gioco in Italia, riciclando ingenti proventi illeciti.
Invero, è stato rilevato che alcuni bookmaker transnazionali operano sul territorio italiano attraverso reti di agenzie perfettamente organizzate che rappresentano l’’interfaccia della “casa madre” e alle quali è riconosciuta dal bookmaker una provvigione commisurata alle giocate raccolte.
Nel corso delle operazioni complessivamente condotte dalla Fiamme Gialle è emerso che la società verificata, sebbene avesse aderito alla procedura di emersione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 (cd. “Sanatoria”) e fosse munita di apposita autorizzazione a svolgere sul territorio nazionale attività di raccolta di scommesse, con vincita in denaro, attraverso una rete fisica (cd. “gaming a terra”), costituita da una pluralità di “Punti di Raccolta”, ha continuato abusivamente a proporre scommesse in parallelo rispetto alla autorizzazione ufficiale, nonché sottraendo rilevante materia imponibile all’Imposta Unica, all’IRES ed all’IRAP, conseguente al riciclaggio dei relativi proventi illeciti.
I Finanzieri hanno così proceduto alla dettagliata analisi della documentazione contabile acquisita, oltre che delle risultanze investigative emerse nell’ambito delle pregresse indagini, verificando, sulla base dei riscontri tecnici posti in essere dalla componente specialistica della Guardia Finanza, l’effettivo volume delle scommesse illegali complessivamente poste in essere sia in ambito sportivo via internet che sui Casinò virtuali ovvero nel Poker on-line.
Alla luce di quanto sopra, e al termine di dettagliati accertamenti tecnico-contabili, è stata così accertata una maxi evasione d’imposta anche con riferimento all’IRAP per oltre 6 milioni di euro, all’IRES per oltre 47 milioni di euro ed alla IUS per oltre 71 milioni di euro.
La maxi evasione fiscale indicata in 4 miliardi di euro, importo che deve intendersi quale valore corrispondente ai complessivi maggiori ricavi constatati rispetto a quelli riportati nelle dichiarazioni annuali presentate dalla Società verificata. A seguito dello scomputo dei correlati costi, sono state quindi rideterminate le Imposte dovute e non versate con riferimento all’IRAP per oltre 6 milioni di euro e all’IRES per oltre 47 milioni di euro. Relativamente alla Imposta Unica sulle Scommesse, rideterminata in oltre 71 milioni di euro, si conferma che il predetto importo scaturisce dall’applicazione delle previste aliquote alla maggior base imponibile constatata, pari ad oltre 1 miliardo di euro.
La verifica appena conclusa dà prova della costante attenzione che la Guardia di Finanza rivolge al delicato settore della Tutela delle Entrate e, in particolar modo, dei complessi fenomeni di evasione fiscale transnazionale, anche a contrasto delle sue forme più subdole e difficilmente perseguibili, posti in essere attraverso le nuove frontiere dell’economia digitale.