Bitonto, città a meno di 20 chilometri dal capoluogo pugliese, è diventata il fulcro degli interessi della stampa nazionale, nota ormai alle cronache per essere il paese di nascita e residenza del bancario 52enne Vincenzo Coviello originario di Bisceglie. L’uomo è apparso per la prima volta nelle cronache della stampa nazionale e locale solo quattro giorni fa, allorquando la Procura di Bari lo ha iscritto nel registro degli indagati ed aperto un fascicolo per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Tra gli indagati dei pm compare anche Banca Intesa Sanpaolo.
Diverse testate giornalistiche e programmi di approfondimento di ogni rete stanno cercando di rintracciare il 52enne mentre esce o rientra da casa. Dal suo appartamento poco distante dalla villa comunale di Bitonto pare che passi soltanto per prendere vestiti, di notte o all’alba. Alcuni giornalisti un pò troppo invadenti si sono spinti anche oltre, cercando di raggiungere i suoi familiari persino sul posto di lavoro. “Questa storia lo sta provando molto”, riesce a dire velocemente al telefono uno dei suoi legali. Eppure chi lo conosce bene è pronto a giurare che non si sia mai allontanato da Bitonto o che sia comunque rimasto in zona.
“Ci siamo visti l’ultima volta domenica scorsa per la nostra consueta passeggiata in bici – racconta all’AGI un amico di Coviello –. È vero che molti hanno scritto che non aveva molti amici, ma superati i 50 anni ci si rende conto di volersi circondare di poche persone fidate, con cui poter avere un confronto sano”. E aggiunge: “Vincenzo è una persona di grande cultura, squisita, con cui è un piacere poter parlare. È anche il mio commercialista e sul lavoro è ineccepibile e preciso, così come nella vita per come l’ho conosciuto io”. L’amico conclude con un auspicio: “Vincenzo è sempre stato rassicurante con i suoi amici, una persona sempre pronta a darci una pacca sulla spalla al momento giusto: in questo momento vorrei fare altrettanto, consolarlo e abbracciarlo”.
“Veniva ogni giorno ad acquistare Il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore” racconta l’edicolante del corso, “ma non si vede da giorni“. I bitontini non credono alla storia del “dossieraggio”, ed hanno alzato il velo di difesa e pudore e alle telecamere non rispondono: “No comment – dichiarano in molti –. Se ha sbagliato, non saremo certo noi a dirlo. La città è bella e operosa, non può finire sui giornali solo per questo”.
L’ ipotesi accusatoria della Procura di Bari sostiene che Coviello abbia agito “verosimilmente in concorso e previo concerto con persona da identificare (il possibile mandante degli accessi abusivi al sistema informatico del Gruppo Intesa San Paolo) e destinataria delle informazioni acquisite” teorema che chiaramente viene contestato con uno scarno comunicato dai suoi difensori dello studio legale Polis di Bari. Ma 6637 accessi abusivi relativi a 3572 clienti della Banca Intesa San Paolo (fra cui alcune fra le cariche più alte dello Stato a cominciare dalla premier Giorgia Meloni) non possono essere considerati per logica soltanto il frutto di una semplice curiosità morbosa.