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5 Novembre 2024 09:16

Se 193mila euro sono una vita complicata

"Io capisco tutto e, giuro, sono solidale con te capo di gabinetto, magistrato in aspettativa, del sindaco Raggi. Ma ho una domanda da farti: ti hanno per caso sedata, bendata, caricata a forza su un vagone di prima classe, e catapultata al Campidoglio senza che tu potessi dire né ahi ne bahi? "

di Deborah Dirani*

Io conosco un sacco di donne con una vita complicata. C’è la mia amica A. che aveva un talento formidabile per il teatro ma ha scelto di fare la mamma di un bambino affetto da una malattia rara per cui non c’è cura. Non l’ho mai sentita lamentarsi, ma l’ho sentita qualche volta ragionare con angoscia su cosa succederà al suo bambino una volta che lei e suo marito non ci saranno più.

C’è la mia amica N. che è nata uomo ma aveva un cuore di donna e ha lottato tutta la vita per diventarlo e durante questa lotta ha rimediato anche un virus che al solo sentirne il nome un sacco di gente fa tre passi indietro: Hiv.

C’era la mia amica S. che ha tentato di lottare contro una malattia che la faceva oscillare lungo una sinusoide impazzita dell’umore e il giorno di Pasqua di qualche anno fa ha pensato che non poteva vincere questa battaglia, si è riparata sotto un albero e ha ingoiato tutte le pillole che dovevano guarirla assieme a una bottiglia di whiskey.

C’era anche la mia amica A. che per 12 anni ha battagliato contro 3 tumori e lo ha fatto sempre con un bel sorriso e senza un solo secondo di lamentela. Aveva un buon lavoro, ma lo ha dovuto lasciare, aveva una vita che amava e ha dovuto lasciare pure quella.

CdG raggi-raineri

 

Ora, Carla Romana Raineri, la neocapo di gabinetto della neosindaca Raggi, ha detto che al Campidoglio ci rimette, e che ha una vita complicata.

Ecco, senza voler essere la più moralista dei moralisti (che il rischio che si corre, cari 5 stelle, è di inciampare in uno più moralista di te che rivela al mondo le crepe della tua eccepibile etica), dicevo: senza voler sbrodolare con la storia della morale, io di vite complicate ne incontro tutti i giorni, ma di solito non hanno uno stipendio da 193mila euro l’anno. Che io non discuto il principio per il quale il lavoro vada sempre ed equamente retribuito, discuto però il buongusto di chi si lamenta della scelta di vita che ha fatto e per la quale viene pagato e non con due bruscolini sbucciati.

Il buongusto sta nel ringraziare chi, con tasse e balzelli pagati su uno stipendio che (quando si ha la fortuna di avere un lavoro) si aggira intorno ai 1200 euro, permette a te di prenderne mensilmente quasi 10 volte tanto. Ma certo, il tuo è un lavoro di grande responsabilità, devi controllare che tutta la macchina amministrativa della capitale d’Italia – una specie di buco nero che fagocita risorse e buone intenzioni – marci spedita e senza macchie. Certo lavori dalle 7 alle 24 (ammazza che fisico) e vivi lontana da casa, fai la pendolare tra Roma e Milano e te devi pure pagare il biglietto sul Frecciarossa.

Io capisco tutto e, giuro, sono solidale con te capo di gabinetto, magistrato in aspettativa, del sindaco Raggi. Ma ho una domanda da farti: ti hanno per caso sedata, bendata, caricata a forza su un vagone di prima classe, e catapultata al Campidoglio senza che tu potessi dire né ahi ne bahi? O magari t’hanno costretta ad assumere un incarico che ti tiene lontana dalla tua famiglia, ti costringe a dormire una manciata di ore per notte e, addirittura, saltare le ferie d’agosto?

No.

La verità è che la scelta l’hai fatta tu e, ho il sospetto, che ora ti sia accorta di essere rimasta con il cerino corto tra le mani, perché a leggere le tue dichiarazioni circa la piccola polemica estiva che ti vede coinvolta capisco che il giorno in cui hai accolto la richiesta del sindaco di Roma tu abbia fatto male i conti. A voler essere precise, e io ci tengo, inizio a pensare che tu abbia incasinato i principi che dovevano guidarti nella scelta: sei andata a fare un mestiere che dovrebbe mettere al primo posto il bene comune non quello del conto corrente che hai intestato! Se vai a fare il capo di Gabinetto a Roma dovresti andarci con lo spirito di ‘missione’ che dovrebbe animare chi dedica la propria vita a migliorare quella degli altri. Sennò, scusa, ma stai dove sei, no? Chi te lo fa fare?

Stai dove sei che comunque vivi a 100 metri a piedi dal tuo posto di lavoro (il Palazzo di Giustizia di Milano, ndr) e guadagni 170mila euro l’anno. Ma soprattutto, non fare la vittima perché la tua vita non è complicata. Le vite complicate sono altre alle quali la tua non assomiglia per niente.

E ora, buon lavoro, signora Carla. Fallo bene, fallo con tutta te stessa, merita questo stipendio che ti viene dato e noi saremo contenti di versartelo ogni mese

*giornalista, tratto dall’ Huffington Post

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