di ANTONELLO de GENNARO
Nei giorni scorsi si è scatenata una polemica interna al PD pugliese a San Giorgio Ionico, paese di 23mila abitanti alle porte di Taranto dove il Partito Democratico ha deciso di candidare come capolista Salvatore De Felice, xx capo dell’area Altiforni dell’Ilva, condannato lo scorso 31 maggio in primo grado dalla Corte d’Assise di Taranto nel processo “Ambiente Svenduto” a 17 anni di carcere, rispondendo di pesanti reati ambientali come capo area Altiforni dal 9 dicembre 2003 al 26 luglio 2012 e direttore dello stabilimento dal 3 luglio 2012 al 26 luglio 2012, durante la gestione Riva.
De Felice, ingegnere e dirigente Ilva all’epoca dei fatti, è già stato consigliere del Pd nel piccolo comune della provincia di Taranto , partito nel quale ha ricoperto anche la carica di segretario locale e nel 2016 era stato il più votato della lista che aveva portato il centrosinistra a vincere le elezioni amministrative. Questa volta però, non essendo soltanto un semplice imputato, ma bensì un condannato, si è accesa una forte polemica.
Il commissario provinciale del Pd di Taranto Nicola Oddati, componente della Direzione Nazionale del PD ha scaricato le proprie responsabilità attribuendo la decisione della candidatura al circolo cittadino di San Giorgio: “La candidatura di Salvatore De Felice nella lista del Pd è stata decisa dal circolo locale. Non contravviene al codice etico del Pd e non ci sono impedimenti normativi. Tuttavia è evidente che essa risulti inopportuna e incompatibile con la linea politica che il Partito Democratico si è dato sia sul processo “Ambiente Svenduto”, che più in generale sulla vicenda legata all’ex Ilva” peccato però che in realtà lo statuto conferisca i poteri alle federazioni provinciali e non ai circoli locali.
“Per questo motivo gli ho chiesto di autosospendersi dal Pd – ha aggiunto Oddati – e di evitare iniziative e ogni altra attività di campagna elettorale. Sono certo che De Felice comprenderà le ragioni di questa posizione e vi aderirà senza frapporre alcun ostacolo“. De Felice ha subito raccolto l’invito, così spiegando la propria decisione: “Mi autosospendo per tutelare l’immagine del Partito Democratico, degli iscritti al partito, dei candidati e della mia persona”. Piccolo particolare… le liste sono già state depositate in Comune, lo scorso 4 settembre quando scadeva il termine; e quindi il nome De Felice resta in lista fra i candidati del Pd. Quindi un’autosospensione da Pulcinella !
Sulla questa vicenda erano intervenuti, ponendo una questione di opportunità, con delle dichiarazioni l’ on. Mauro D’Attis commissario regionale di Forza Italia, ed il coordinatore provinciale di Taranto Vito De Palma. “Per quanto il garantismo sia a fondamento della nostra democrazia ed il nostro sistema giuridico preveda la non colpevolezza fino a sentenza definitiva, non possiamo che ritenere quantomeno inopportuna la candidatura al Consiglio comunale di San Giorgio Ionico di una persona condannata in primo grado a 17 anni nel processo “Ambiente Svenduto”.
Ma come dicevano gli antichi greci: “Se Atene piange, Sparta non ride”. Solo che in questo caso Sparta, nella provincia di Taranto è il Comune di Massafra, una cittadina alle porte di Taranto con 33mila abitanti, dove Forza Italia ancora una volta esprime il peggio di se stessa candidando nelle proprie liste Nicola Zanframundo, ex esponente dell’ UDC ed assessore della Giunta Quarto. Zanframundo questa volta però si ricandida nelle liste di Forza Italia, appoggiando anch’egli la candidatura a sindaco di Domenico Santoro, dopo essere stato un acceso sostenitore dell’attuale sindaco uscente di Massafra Fabrizio Quarto.
Nicola Zanframundo è un ex-maresciallo della Marina Militare, che è stato condannato il 14 febbraio 2018 dal Gup Gabriele Casalena del Tribunale Militare di Napoli con sentenza di “truffa aggravata e continuata” passata in giudicato, e quindi definitiva, con la pena comminata a 10 mesi di reclusione militare con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Una sentenza questa che il “furbetto” Zanframundo ha cercato di tenere nascosta a tutti, negandone l’esistenza persino in un processo dove è stato ascoltato come teste-parte civile da un pubblico ministero ed a un giudice penale. Ed ora dovrà rispondere in Tribunale a Roma anche del reato di falsa testimonianza (reato perseguibile d’ufficio in quanto commesso contro lo Stato e la Giustizia) , che prevede una pena che va dai 2 ai 6 anni.
Da noi contattati telefonicamente in serata il coordinatore regionale di Forza Italia on. Mauro D’ Attis, il coordinatore provinciale Vito De Palma ed il coordinatore cittadino di Massafra Raffaele Gentile, sono letteralmente cascati dalle nuvole, affermando che Zanframundo sosteneva di “non avere alcuna pendenza con la giustizia“. Mentre invece come siamo in grado di documentarvi, ha subito una condanna per truffa aggravata alla Marina Militare, cioè allo Stato. Ma Massafra è una piccola cittadina, come lo è San Giorgio Jonico. Possibile che nessuno sapesse nulla…?