Si è svolta in modalità secretata l’audizione del procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, dinanzi alla commissione parlamentare Antimafia.il quale ha avanzato alla presidente della commissione, Chiara Colosimo, la richiesta di procedere ‘a porte chiuse’ “perché ci sono parti delle indagini che sono pubbliche inevitabilmente perché contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, e parti invece che fanno riferimento ad indagini in corso, quindi preferisco ricorrere alla secretazione per evitare di dovermi ricordare, volta per volta, qual è quella segreta e quella non segreta. Diventerebbe complicato”.
Vi sono degli episodi da chiarire come quello archiviato sull’indagine scaturito dalle affermazioni del collaboratore di giustizia Nicola De Santis, che a suo tempo verbalizzò l’interessamento del sindaco uscente Antonio Decaro che all’epoca dei fatti era un assessore della giunta guidata da Michele Emiliano, per l’assunzione di un esponente del clan mafioso Parisi all’ Amtab in cambio di sostegno elettorale. Assunzione che in seguito avvenne. Una vicenda imbarazzante su cui la Procura chiede ed ottenne un’inspiegabile archiviazione, per la quale Rossi aveva già trasmesso alla commissione parlamentare gli atti del fascicolo d’indagine, secretandoli. Ma se sono stati archiviati a cosa serviva la secretazione ?
O forse il procuratore Rossi con la sua richiesta di secretazione della propria audizione preferisce non rendere pubbliche eventuali contestazioni da parte dei componenti della commissione sulle sue dichiarazioni in favore del Comune di Bari, (“l’amministrazione comunale nella persona del suo sindaco e di tutta l’istituzione ha dato grandissima collaborazione alla Procura per il raggiungimento dei risultati sulla legalità”) nello stesso momento in cui perà i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari arrestavano 150 persone ?
Una magistratura meno “politicizzata” e più trasparente sul suo operato (chiaramente quello non coperto da segreto istruttorio) sarebbe molto più rispettabile e sopratutto apprezzabile, nello spirito auspicato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è anche presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. “Occorre impegnarsi per assicurare la credibilità della Magistratura che, per essere riconosciuta da tutti i cittadini, ha bisogno di un profondo processo riformatore ed anche di una rigenerazione etica e culturale” affermava il presidente della Repubblica, in una lettera al presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia in occasione del convegno “Le ragioni del diritto” aggiungendo “L’indipendenza della Magistratura è un elemento cardine della nostra società democratica e si fonda sull’alto livello di preparazione professionale, che va accompagnata dalla trasparenza delle condotte personali e dalla comprensibilità dell’azione giudiziaria”. Ma nella Procura di Bari a qualcuno deve essere sfuggito l’appello del Capo dello Stato.
L’audizione odierna del procuratore Rossi ha riguardato anche le recenti inchieste della Dda di Bari sui rischi di infiltrazioni mafiose a Bari, dopo gli arresti per voto di scambio (anche politico-mafioso) finiti anche al centro del dibattito politico nelle ultime settimane ed in particolar modo sulla decisione di mettere sotto amministrazione giudiziaria l’ AMTAB, la società di trasporti pubblici del Comune di Bari.
La richiesta di commissariaramento di Amtab è avvenuta anche per delle assunzioni a tempo determinato di persone legate al clan di Savinuccio Parisi che imperversa nel quartiere Japigia del capoluogo barese, a seguito delle pressioni di due dipendenti legati ai vertici del mafioso, che sono finiti pure loro in carcere. Un episodio comprovato dalle indagini e dagli atti con intercettazioni svolti dalla Squadra mobile della Questura di Bari.
Sul concorso per l’assunzione del presunto mafiosi, Massimo Parisi, la Procura aveva aperto due diversi fascicoli indagini, uno conseguente ad un esposto dei sindacati, ed un altro a seguito della segnalazione fatta da Michele Emiliano all’epoca dei fatti sindaco di Bari, che trasmise in Procura la relazione presentata dall’allora commissario dell’Amtab, l’ex prefetto Michele Lepri Gallerano. Ma per la Procura di Bari il lavoro e le indagini della Squadra Mobile e la competenza di un prefetto non furono sufficienti.
“Il fatto che sia secretata è un vantaggio perché così terrò segreto cosa penso di questa ora persa alla commissione Antimafia”, ha detto al termine il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. “Ho capito varie cose – ha aggiunto Gasparri – . Ho capito le ragioni, che mi tengo segrete, di alcune cose che a Bari succedono. Le assunzioni, le collusioni. A me è chiarissimo ma è un segreto. Povera Bari“.
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