Il dossier Tim si arricchisce di un ulteriore elemento dopo la mossa del fondo Kkr: è arrivato infatti l’ok di Cdp, istituto finanziario controllato dal ministero dell’Economia, insieme a Macquarie, all’offerta su NetCo. “Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti – recita una nota diffusa dopo la riunione – ha dato il via libera alla presentazione di un’offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, congiuntamente a Asset Management, per l’acquisto della costituenda NetCo di Tim, che ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle“. aggiungendo che il termine di validità dell’offerta “è fissato al 31 marzo 2023”.
L’offerta è relativa ad una quota di Netco, valutata complessivamente circa 20 miliardi di euro, ma migliorativa per Tim rispetto a quella del fondo americano. Avrebbe infatti una componente di cassa maggiore (fino a 10 miliardi di cash, 8 miliardi di debito più un earn-out da 2 miliardi): questo, oltre a un deconsolidamento del debito per Tim, consentirebbe, anche di avere maggiore liquidità.
Il 2 febbraio scorso il fondo americano Kkr aveva presentato un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione di una newco in cui far confluire Netco, la società di Tim che contiene la rete fissa, le attività di FiberCop , azienda che si occupa dello sviluppo e della posa dei collegamenti in fibra ottica, di cui Tim è la principale azionista e in cui KKR ha già il 37,5 per cento delle quote, ed il ‘gioiellino’ Sparkle società che gestisce infrastrutture di rete internazionali, di proprietà di Tim. La proposta che inizialmente aveva come scadenza il 28 febbraio, adesso, su richiesta del governo, ha come deadline il prossimo 24 marzo.
Kkr sin dal novembre del 2021 aveva manifestato interesse per Tim con un’offerta per rilevare l’intero gruppo. Interesse però che venne rispedito al mittente, mentre questa volta l’offerta non vincolante è arrivata per una quota di Netco, valutata complessivamente circa 20 miliardi di euro. Proposta che è stata “apprezzata” dal CdA di Tim che ha chiesto però che sia “migliorata“, dando tempo fino al prossimo 31 marzo per presentare una nuova offerta migliorativa.
In poche parole la rete viene valutata di più dal CdA di Tim e su questo punto si farà sentire la voce di Vivendi. Il colosso francese dei media è il primo azionista di Tim con circa il 24% del capitale (un pacchetto che pesa tantissimo in ogni passaggio assembleare) e ha già fatto trapelare di ritenere che la cifra ‘congrua’ per Netco sia di 31 miliardi di euro, ben oltre i 20 miliardi offerti inizialmente dal fondo Kkr. Proprio per poter manovrare liberamente in questa partita, Vivendi ha ritirato i propri rappresentanti nel CdA di Tim, a partire dal proprio amministratore delegato, Arnaud de Puyfontaine.
Tutto questo con un’incognita. Se Tim accettasse l’offerta di CdP, sarebbe quindi inevitabile una pronuncia del Commissario europeo per la concorrenza per valutare che non ci siano state violazioni delle regole antitrust: questo allungherebbe molto i tempi, mentre l’offerta di KKR sarebbe efficace da subito.