MENU
23 Febbraio 2025 05:47

Sequestrati 10 milioni a Giuseppe Iaquinta esponente della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna

L’uomo, è il padre dell’ex giocatore della Nazionale campione del Mondo Vincenzo Iaquinta, era già stato condannato a 19 anni di carcere, ritenuto il «volto pubblico» dell’associazione ‘ndranghettista del clan “Grande Aracri“ operante sul territorio dell’ Emilia-Romagna

di Redazione Cronache

La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, su proposta del Direttore della DIA, nei confronti di un indiziato di appartenere alla ‘ndrangheta operante in Emilia-Romagna: si tratta di Giuseppe Iaquinta, imprenditore edile originario di Cutro esponente del clan “Grande Aracri“ , e padre dell’ex calciatore Vincenzo, campione del mondo nel 2006.

Giuseppe Iaquinta già raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere nel gennaio 2015 nell’ambito dell’operazione denominata “Aemilia”, è stato condannato nel 2018 dal Tribunale di Reggio Emilia a 19 anni di reclusione, pena successivamente rideterminata, in sede di appello, a 13 anni per i reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni.

L’imprenditore edile secondo le sentenze era uomo di vertice del clan guidato dal boss Nicolino Grande Aracri ed, in particolare, faceva parte del gruppo di titolari d’imprese che si muovevano nell’interesse della cosca di ‘ndrangheta trapiantata in Emilia Romagna e attiva nelle province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza.

Il suo ruolo, come accertato nel corso delle indagini svolte sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, corroborate dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, era quello di “volto pubblico” della associazione mafiosa, in grado, quale imprenditore di successo, di fungere da chiave di accesso per i sodali negli ambienti della imprenditoria e delle Istituzioni. Gli accertamenti effettuati dalla D.I.A. hanno consentito di acclarare, come riconosciuto dal Tribunale di Bologna, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato.

Il provvedimento di sequestro ha interessato due società operanti del settore dell’edilizia, 71 immobili ubicati nelle province di Reggio Emilia, Brescia e Crotone, 2 autovetture e numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Il risultato operativo si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze riconducibili a contesti delinquenziali mafiosi, contribuendo in tal modo alla salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Bimba di 3 anni muore in ospedale a Taranto , 12 medici indagati
Chiesto il processo per De Laurentiis: ipotesi falso in bilancio con le plusvalenze
Le motivazioni della Cassazione sulla competenza del Tribunale di Milano sulle vicende giudiziarie di Daniela Santanchè
La DIA di Roma ha eseguito 8 misure cautelari (anche in Puglia)
A Palermo maxi blitz antimafia: 183 arresti tra gli uomini dei clan
I servizi segreti denunciano il procuratore di Roma Lo Voi: "Ha rivelato notizie riservate"
Cerca
Archivi
Bimba di 3 anni muore in ospedale a Taranto , 12 medici indagati
Taranto. I consiglieri comunali si dimettono, "rottamato" per la seconda volta il sindaco Melucci !
Uomini & donne: le disuguaglianze anche nello sport.
I treni in ritardo? "Colpa dei lavori, ma fanno bene al Pil" dicono le Ferrovie dello Stato
Il Comune di Barletta conferisce la benemerenza civica e medaglia d'oro al Direttore della DIA

Cerca nel sito