I Finanzieri del Comando Provinciale di Taranto hanno sequestrato nel capoluogo jonico, a conclusione di accertamenti eseguiti sulla base di quanto previsto dal ‘’Codice antimafia’’ (D.Lgs. 159/2011), cinque autovetture e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 135 mila euro, nei confronti di due tarantini, i cui “curricula” delinquenziali evidenziano diverse condanne per i reati di “Associazione di tipo mafioso”, “Furto”, “Rapina”, “Ricettazione” e “Detenzione illegale di armi e munizioni”.
Uno di loro risulta altresì condannato, in concorso, per reati di “Usura”, “Estorsione” ed in materia di stupefacenti. Il provvedimento di sequestro, emanato dal Tribunale di Taranto sulla base di una richiesta della Procura della Repubblica alla stessa sede, scaturisce da accertamenti patrimoniali sviluppati dal Gruppo di Taranto che hanno riguardato anche i relativi nuclei familiari ed hanno evidenziato una elevata sproporzione con il tenore di vita condotto, atteso che i medesimi non svolgono alcuna attività lavorativa, né risultano, in maniera diretta o tramite interposta persona, titolari di attività d’impresa.
Gli ultimi redditi dichiarati, peraltro di esigua entità, risalgono al 2008. L’attività di servizio nello specifico settore, finalizzata a ricostruire ed aggredire ogni forma di ricchezza illecita, è stata eseguita, come ricordato, sulla base delle disposizioni del predetto ‘’Codice antimafia’’ che prevede, infatti, l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali a carico di soggetti ritenuti abitualmente dediti a traffici delittuosi, ovvero che vivono abitualmente con i proventi di attivita’ illecite.