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3 Luglio 2024 23:21
3 Luglio 2024 23:21

Sequestrati i conti correnti della LycaMobile. Evasi 8 milioni di euro di IVA

L’ingente evasione dell’I.V.A. è stata scoperta nel corso di complesse attività ispettive riguardanti i significativi volumi delle cessioni di schede e ricariche telefoniche effettuate sul territorio nazionale dal suddetto operatore, la cui espansione è favorita dalle vantaggiose politiche di prezzo praticate.

ROMA –  I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica capitolina, hanno operato il sequestro dei conti correnti della società LYCAMOBILE S.r.l. in relazione all’omesso versamento dell’I.V.A. da questa dovuta per oltre 8 milioni di euro per l’anno d’imposta 2015.

La società è la filiale italiana del noto gruppo multinazionale, il quale costituisce uno dei più grandi “operatori mobili virtuali” (“MVNO”) internazionali, specializzato nell’offerta su scala mondiale di servizi voce e dati a basso costo nonché di servizi finanziari e di viaggio. Nello specifico segmento di mercato italiano, la LYCAMOBILE, sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, gestisce circa l’11% delle linee complessive. L’ingente evasione dell’I.V.A. è stata scoperta nel corso di complesse attività ispettive riguardanti i significativi volumi delle cessioni di schede e ricariche telefoniche effettuate sul territorio nazionale dal suddetto operatore, la cui espansione è favorita dalle vantaggiose politiche di prezzo praticate.

Ciò ha portato, al momento, alla denuncia dell’amministratore unico dell’impresa per il reato di “omesso versamento di IVA”, essendo state superate le soglie penali fissate in relazione all’omesso pagamento dell’imposta. Sulla base degli elementi acquisiti attraverso l’attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, il competente G.I.P. del locale Tribunale ha disposto il sequestro dei conti correnti e di tutti gli altri rapporti finanziari della società e del relativo legale rappresentante, fino a concorrenza del profitto del reato commesso, pari a € 8.315.636.

Attraverso l’esecuzione del predetto sequestro di disponibilità finanziarie, espressione della costante azione della Guardia di Finanza a tutela del bilancio pubblico, si è pertanto provveduto a cautelare il credito vantato dal fisco.

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