Sequestrati i telefoni a due giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno. La Procura di Bari vuole scoprire chi è il “confidente” di Emiliano
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Redazione CdG 1947
Il provvedimento della Procura di Bari come riportato nel decreto, è stato disposto "ritenuta l’indispensabilità della rivelazione della fonte informativa ai fini della prova del reato di divulgazione di notizie riservate e dell’individuazione dei pubblici ufficiali che hanno messo terze persone al corrente di notizie che dovevano restare segrete". E nessuno che si chiede: come mai Emiliano ha fatto i loro nomi ?
BARI – I Carabinieri sulla base di un provvedimento disposto dalla Procura di Bari, a firma del procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal pm Savina Toscani hanno sequestrato e successivamente restituito con un comportamento procedurale esemplare nonché assolutamente rispettoso nei confronti di entrambi i colleghi, dopo aver estratto copia digitale di una parte del contenuto i telefoni cellulari di Massimiliano Scagliarini e Nicola Pepe, due giornalisti de La Gazzetta del Mezzogiorno, quotidiano attualmente confiscato dal Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, nell’ambito delle indagini sulla fuga di notizie relativa all’inchiesta della Procura di Bari a carico del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Il provvedimento della Procura di Bari come riportato nel decreto, è stato disposto “ritenuta l’indispensabilità della rivelazione della fonte informativa ai fini della prova del reato di divulgazione di notizie riservate e dell’individuazione dei pubblici ufficiali che hanno messo terze persone al corrente di notizie che dovevano restare segrete“.
Stando all’ipotesi della Procura tale fuga di notizie consentì al Governatore pugliese di venire a conoscenza dell’indagine a suo carico ancor prima della notifica dell’avviso di garanzia per abuso d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e false fatture, e conseguentemente alla denuncia presentata dallo stesso Emiliano. Nell’inchiesta della Procura barese i due giornalisti sono stati iscritti nel registro degli per favoreggiamento personale insieme a “pubblici ufficiali da identificare” per aver divulgato notizie riservate coperte dal segreto istruttorio .
La ricostruzione dei fatti che ha portato all’apertura dell’indagine per fuga di notizie e a quelli odierni di sequestro avrebbe origine “da dichiarazioni rese dallo stesso presidente della Regione nei confronti miei e di un altro collega” (cioè lo Scagliarini) come dichiara in una nota il giornalista Nicola Pepe “pur apprezzando la compostezza delle operazioni di pg, cui ho prestato massima collaborazione acconsentendo immediatamente alla copia forense nella consapevolezza della correttezza della mia condotta, nutro seri dubbi sulla legittimità dell’atto di sequestro del telefono di un giornalista. Il giornalista non può essere infatti obbligato a rivelare, a prescindere da ogni valutazione da chi procede alle indagini, le fonti delle sue notizie”.
Un teorema questo condivisibile laddove le notizie vengono pubblicate, ma sempre nel rispetto delle norme di Legge, ma diventa difficile condividerlo allorquando le notizie non solo non vengono pubblicate, ma vengono “servite” su un piatto d’argento all’indagato, e quindi in questo caso al Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano.
L’ altro giornalista Massimiliano Scagliarini a sua volta ha precisato di non aver “mai preannunciato ad alcuno l’imminenza di atti di indagini, e non ho mai incontrato il presidente Michele Emiliano alla vigilia della perquisizione di aprile, cosa di cui da’ atto la stessa Procura. Il mio mestieree’ trovare notizie e pubblicarle, cosa che ho fatto anche in questa occasione. Resta l’assurdita’ di un atto, l’acquisizione del telefono cellulare, tesa a individuare le mie fonti in barba alla tutela costituzionale garantita all’attivita’ giornalistica“.
A questo punto però Scagliarini e Pepe dovrebbero spiegare ai lettori ma sopratutto ai magistrati inquirenti una cosa molto semplice, visto che il procedimento per violazione del segreto istruttorio scaturisce proprio dalla denuncia presso dello stesso Governatore: come mai Emiliano ha fatto i loro nomi ?
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