Il Giudice per le indagini preliminari Dott.ssa Vilma Gilli ha emesso un “decreto di sequestro preventivo” dietro richiesta del Pubblico Ministero, Dott. Lanfranco Marazia a seguito di una prolungata attività di indagine condotta dal personale militare del Nucleo Difesa Mare della Capitaneria di porto di Taranto, che si è avvalsa della collaborazione della Polizia locale di Taranto, nei confronti dello stabilimento balneare denominato “La Mareè” conosciuto anche “Puerto Higo Chumbo” ( Localita’ “Lama” – Comune di Taranto) in relazione all’occupazione demaniale installata dallo stesso in quel tratto di costa.
Le attività di monitoraggio dell’area costiera, con ripetuti sopralluoghi presso lo stabilimento balneare in questione, effettuati di concerto con gli agenti ed i tecnici dell’ Ufficio Tecnico del Comune di Taranto e del settore “Edilizia” della Polizia Locale , hanno consentito di accertare la presenza su pubblico demanio marittimo di numerose opere illegali (strutture in legno e metalliche, una piattaforma avente superficie complessiva di mq. 350 circa, dei camminamenti, delle pedane e delle passerelle in legno ancorate con struttura metallica infissa negli scogli, una discesa a mare avente lunghezza di mt. 30 ed una larghezza di mt. 2 ecc., tutte strutture ed opere realizzate presso il citato stabilimento in un’ area che è sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici ben specifici ed in assenza ed in totale difformità dai prescritti titoli abilitativi, cioè le necessarie autorizzazioni.
Le opere e strutture “abusive” accertate, sono state realizzate dai titolari dello stabilimento balneare “La Mareè”, sia su area demaniale marittima che nella proprietà privata ricadente nella fascia di rispetto dei 30 mt dal confine demaniale marittimo, area sottoposta, come noto, tra l’altro, ai sensi del Codice della navigazione, ad appositi provvedimenti autorizzativi dell’Autorità marittima a fini di sicurezza della navigazione, per quanto attiene alla realizzazione di nuove opere. Quanto realizzato ha determinato un significativo pregiudizio in relazione ai vincoli ambientali e paesaggistici a cui l’area in questione è sottoposta, in particolare a causa della realizzazione di diverse opere in conglomerato cementizio ancorate alla roccia, con perforazione degli scogli finalizzata all’installazione permanente delle stesse in prossimità del m