Risparmiare nel calcio italiano ? Sicuramente non avviene nel caso della Serie C. Rispetto alla scorsa stagione il monte stipendi dei club è aumentato di oltre 3 milioni di euro: passando da 162.989.528 a 166.110.387 euro. Dagli 11.629.177 euro che spende il Catania ai 723.425 della Clodiense c’è un abisso. L’ esempio più eclatante è quello di Francesco Camarda, il giovanissimo il talento del Milan, che ha siglato un contratto ad inizio 2024 da circa 800mila euro netti (tra tutti i calciatori della categoria è quello più alto), con un costo aziendale di circa 1,8 milioni ed il suo ingaggio pesa da solo, più di 27 società messe insieme di tutta la Lega Pro. Quasi il 50% …
I giocatori di Milan Futuro, come quelli dell’Atalanta U23 e della Juventus Next Gen non sono comunque compresi nel conteggio complessivo , in quanto i loro ingaggiI sono a bilancio dei rispettivi club di Serie A. Parliamo quindi di 57 società e le voci del conteggio sono divise in tre: stipendi fissi a contratto (quindi si parla di giocatori ed anche di allenatori) al cosiddetto “lordo Aic”, premi contrattuali (che comprendono presenze, gol e altri eventi, o anche obiettivi di squadra tipo promozione o playoff) ed i diritti d’immagine (che però costituiscono poca roba: soltanto 473.811 euro divisi fra quattro club, soltanto 3.000 euro al Vicenza). Ma il totale di 166.110.387 euro non è il totale, in quanto non comprende un altro 23% di costo aziendale (altre tasse), indennità e rimborsi spese che fanno parte di altri conteggi. Ma per analizzare il dato fermiamoci su queste tre voci principali:
La top ten dei club che spendono di più per i propri tesserati vede al comando il Catania, affiancato sul podio dall’ Avellino (10.214.554 euro) e Benevento (9.729.036 euro) . Le proprietà più spendaccione sono tutte società del girone C,, cioè quelle rispettivamente di Pelligra, D’Agostino e Vigorito che si confermano davanti al girone B e poi al girone A. La prima sorpresa è quella che si trova al quarto posto, dove c’è la Triestina (7.973.998 euro) con la sua proprietà nord-americana: nulla di cui meravigliarsi per un club che nelle ultime due stagioni ha investito circa 17 milioni, ma guardando la classifica del girone vederla piazzata al penultimo posto è sicuramente incredibile. La stessa situazione si verifica andando cercare la prima squadra del girone B, che è la Spal che risulta 6a in questa graduatoria (con 6.546.716 euro), mentre sul campo è attualmente in zona “playout” .
Dall’altra parte della classifica ci sono invece i piccoli club molti dei quali appena promossi dalla Serie D che spendono il minimo indispensabile, e grazie al minutaggio della Lega Pro riescono talvolta a incamerare tanti contributi così garantendosi un’accettabile sostenibilità. Un risultato al quale si vorrebbe arrivare per tutte società e tutti i gironi, anche se poi sul campo i risultati sono quelli che sono. La matricola Clodiense per esempio è ultima nel girone A ed ha costi solo per 723.425 euro: facendo un calcolo sulla base di almeno 25 contratti, gli ingaggi scendono sotto i 30mila euro ciascuno, sempre che non compaiono le voci come “indennità” e “rimborso spese” che non vengono incluse e calcolate nei contratti; la società di Chioggia precede di poco la Pianese, Virtus Verona e Carpi, che non arrivano a 800mila euro; sotto al milione di euro ci sono in tutto 11 club, cioè un quinto della categoria.
Resta da chiedersi se la spesa giustifica la resa? Basti pensare alle squadre in testa ai tre gironi: il Padova (girone A) è decimo posto come monte ingaggi con 4.682.553 euro ed è 1° in vantaggio sul Vicenza che come stipendi è 5° con una cifra ben superiore, ossia 6.864.294 euro. Il trio che sta comandando il girone B vede la Ternana 7a con 6.363.675 euro, Entella è 8a con 5.938.399 euro e Pescara addirittura 11mo con 4.350.978 euro. Nel girone C, che vede capolista il Benevento è – come detto – 3° per gli stipendi con 9.729.036 euro: forse in questo girone (e non soltanto) chi spende meglio di tutti è il Monopoli: 2.491.608 euro e 2° posto. Al contrario, se la Clodiense è ultima anche in classifica (girone A), negli altri gironi in coda ci sono il Legnago (girone B) che spende solo 924.955 euro ed il povero Taranto (girone C) che è a quota 912.945 euro ed attualmente si trova in una una crisi societaria che sembra di giorno in giorno irreversibile (come anche la Turris, penultima e con stipendi per 1.084.116 euro).
Le squadre che scendono dalla serie B hanno il monte ingaggi più pesante sulle spalle, con contratti che dopo la retrocessione non è riuscito (o non si è voluto…) ridurre: detto della Ternana, l’ Ascoli è 12mo con 4.215.271 euro, mentre sono posizionate molto più dietro Feralpisalò (2.306.635 euro, società tra le più virtuose considerato lattuale terzo posto in classifica nel girone A) ed il Lecco (1.883.127 euro), con numeri sicuramente più contenuti ed accettabili. Tra le società salite dalla Serie D (Lega Dilettanti) invece emerge il Trapani, 13° assoluto della categoria con ben 4.116.654 euro di costi, mentre un elogio lo merita l’Alcione, che spende 1.170.349 euro ed è la migliore tra le nove neopromosse con 32 punti e il 6° posto. Quindi se il dato generale è aumentato di 3 milioni rispetto all’anno scorso, non è soltanto per le nuove 13 società, ma per chi già era in categoria ed ha voluto alzare l’asticella degli ingaggi, a fronte di ricavi sempre più bassi . Il minutaggio previsto per i giovani calciatori è sicuramente d’aiuto in quanto nella Lega Pro di serie C, le società proprietarie delle squadre investono di tasca propria per presentare in campo squadre all’altezza. Forse quando si contesta, qualcuno farebbe meglio a pensarci due volte prima di dilapidare patrimoni ingiustificati.