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22 Novembre 2024 08:03

Settantuno cosche mafiose in Puglia. E’ Taranto la città più sicura

L’offensiva dei clan: in Puglia un arcipelago di settantuno cosche . La fitta rete di organizzazioni censite dalla Direzione Distrettuale Antimafia in Puglia. Nella relazione semestrale disegnato il ritratto della suddivisione territoriale suddiviso dalla diffusa criminalità. Il primato è di Foggia dove convivono 18 clan, seguita dai 12 di Bari

Schermata 2015-09-13 alle 02.08.43Dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia sulla criminalità organizzata pugliese esce uno scenario preoccupante, che ha censito  71 organizzazioni criminali individuate in tutta la Puglia, un vero e proprio network di clan malavitosi capaci di riciclarsi e sopratutto di riciclare investendo le notevoli somme di denaro incassato con le tradizionali fonti di finanziamento. Una vera e propria ragnatela costellata da complicità e connivenze necessarie per garantirsi la facciata di presunta legalità. Il dossier della DIA pugliese è stato trasmesso al Parlamento, riferendosi al secondo semestre del 2014 e descrive gli assetti e le strategie delle “cosche” presenti ed attive in Puglia, regione da considerarsi ad alto rischio.

Schermata 2015-09-13 alle 02.08.33La Dia ha precisato che si tratta di una “realtà caratterizzata dall’esistenza di una pluralità di gruppi che interagiscono tra loro in equilibrio instabile“, e ciò nonostante gli investigatori sono stati capaci di tracciare una  precisa e dettagliata mappa suddivisa per ogni angolo del territorio. Nella provincia di  Foggia e nel capoluogo sono presenti ed operano 18 organizzazioni criminali, a Bari 12 insieme ad altre 14 nei paesi della provincia, 7 nella Bat, 11 a Lecce, 5 sono a Brindisi, e soltanto 4 a Taranto che rimane la città più tranquilla e sicura.

Schermata 2015-09-13 alle 02.08.23Una “mappa” che deve destare preoccupazione, sopratutto in considerazione che sono inevitabilmente migliaia i soldati reclutati dalla mafia pugliese tra affiliati e cosiddetti “favoreggiatori”. Nella relazione della Direzione investigativa antimafia  sono state indicate ed analizzati i nuovi “businesses”  della criminalità organizzata pugliese. Che ha tralasciato in gran parte il contrabbando, ma non  rinuncia al traffico di droga, preferendo puntare sul traffico di rifiuti, sull’infiltrazione nel business degli appalti e persino nella “pirateria alimentare”.

La contraffazione dei prodotti tipici, secondo la Dia, costituisce  uno degli affari principali delle cosche, ed una leva importante in un sistema ben organizzato che fa circolare un fiume di denaro sporco “nutrendo”  la nuova operatività economica della criminalità organizzata.

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