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21 Novembre 2024 20:30

Sgominato giro di prostituzione minorile in Puglia. Coinvolti anche hotel di lusso e professionisti

I rapporti sessuali si sono consumati in alcune strutture ricettive, anche di lusso, delle province di Bari e della BAT (Barletta, Andria, Trani), a partire dal mese di ottobre del 2021. Le minorenni, all’epoca dei fatti ancora 16enni, sono state adescate ed introdotte nel mondo della prostituzione con la promessa, riscontrata, di facili guadagni. TUTTI I NOMI ALL'INTERNO DELL'ARTICOLO

Maxi operazione della Polizia di Stato tra Bari, Roma, Trani e Lecce, su richiesta del pm Matteo Soave e del procuratore aggiunto Ciro Angelillis  della Procura di Bari per un giro di prostituzione scoperto dalla squadra Mobile della Questura di Bari che vede con coinvolte anche tre minorenni. Eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal giudice delle indagini preliminari dr. Giuseppe Ronzino del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha portato all’arresto di dieci persone, quattro donne e sei uomini. Le donne Antonella Albanese, Federica De Vito, Marilena Lopez e Elisabetta Manzari, ed il barese Nicola Basile sono stati arrestati e tradotti in carcere, con l’accusa di aver indotto, favorito, sfruttato, gestito ed organizzato la prostituzione di tre ragazze minori d’età, traendo un ingente guadagno dalle prestazioni sessuali offerte, a pagamento, ad una pluralità di clienti.

Per due clienti, il commerciante Fabio Carlino di anni 47 e l’ imprenditore Roberto Urbino di 42 anni, che non hanno esitato ad avere rapporti sessuali in cambio di danaro con le ragazze, pur essendo consapevoli della loro minore età sono stati disposti gli arresti domiciliari. Per un terzo cliente, Stefano Chiriatti, di 55 anni, disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Analoga misura cautelare è stata applicata nei confronti del 45enne barese Michele Annoscia, gestore di una struttura ricettiva nella quale consentiva ed agevolava l’esercizio reiterato della prostituzione.

Le indagini della Squadra Mobile di Bari, iniziate nel marzo 2022, sono partite grazie alla denuncia presentata dalla mamma di una 16enne, che insieme al marito, hanno aiutato la squadra mobile di Bari a portare alla luce un “inquietante e desolante giro di prostituzione minorile, gestito e organizzato con modalità imprenditoriali raffinate“, come ha scritto il gip barese Giuseppe Ronzino nell’ordinanza di custodia cautelare. I genitori avevano notato nella figlia minorenne dei comportamenti anomali e scoperto la sua frequentazione con una donna maggiorenne, Marilena Lopez. Quest’ultima si presentava, nell’annuncio pubblicitari come Marilù “escort” operativa nelle Marche.  I pedinamenti, gli appostamenti, le intercettazioni, una pluralità di audizioni, comprese quelle delle minori coinvolte nella prostituzione, eseguite con l’ausilio di psicologhe, hanno consentito di acquisire gli elementi investigativi che hanno condotto all’operazione di polizia eseguita questa mattina.

I rapporti sessuali si sono consumati in alcune strutture ricettive, anche di lusso, delle province di Bari e della BAT (Barletta, Andria, Trani), a partire dal mese di ottobre del 2021. Le minorenni, all’epoca dei fatti ancora 16enni, sono state adescate ed introdotte nel mondo della prostituzione con la promessa, riscontrata, di facili guadagni, ed infatti alcuni clienti hanno pagato anche centinaia di euro per singole prestazioni sessuali.  Per la gestione dell’attività, venivano utilizzate utenze telefoniche dedicate, inserite in appositi annunci on line; vi era chi provvedeva alla prenotazione delle strutture ricettive, chi accompagnava le ragazze nelle camere e chi riceveva le telefonate dei clienti, fissando gli appuntamenti.

I pedinamenti, gli appostamenti, le intercettazioni, una pluralità di audizioni, comprese quelle delle minori coinvolte nella prostituzione, eseguite con l’ausilio di psicologhe, hanno consentito di acquisire gli elementi investigativi che hanno condotto all’operazione di polizia eseguita questa mattina.

I fatti si sono consumati in alcune strutture ricettive, anche di lusso, delle province di Bari e BAT, a partire dal mese di ottobre del 2021. Le minorenni, all’epoca 16enni, sono state adescate ed introdotte nel mondo della prostituzione con la promessa, riscontrata, di facili guadagni, ove si consideri che alcuni clienti hanno pagato anche centinaia di euro per singole prestazioni sessuali.  Il danaro guadagnato dalle ragazze, con la prostituzione veniva utilizzato, per acquistare abiti, borse e cenare in ristoranti costosi, adottando tutte le cautele utili a non far scoprire ai propri parenti le cospicue disponibilità economiche e gli acquisti eseguiti.  

Le maggiorenni tratte in arresto e lo sfruttatore Ruggero Doronzo 29enne barese attendevano in stanze attigue che le minorenni terminassero le loro prestazioni, per ricevere personalmente il danaro dai clienti e corrispondere alla ragazze la quota loro spettante, corrispondente al 50% della somma ricevuta.

“Lei mi ha chiesto di prostituirmi con lei ad aprile – maggio 2022, all’uscita di scuola mi propose di prostituirmi per guadagnare dei soldi. Io le risposi di no ma lei mi disse che non dovevo fare niente, avrebbe fatto tutto lei, io dovevo stare solo con lei. Circa due settimane dopo, mi avvisò che dovevamo andare ad un appuntamento. (…) Quando arrivavano gli uomini, Cristina apriva la porta ai clienti che andavano dai venti anni in su. Subito all’ingresso del cliente se questi voleva avere prestazioni con entrambe dava 200 euro, se era con una sola 100 euro. (…) I clienti chiedevano la nostra età ma Cristina mi disse di dire che avevamo 18-20 anni. I clienti lasciavano i soldi sul tavolo e poi Cristina li metteva in borsa. (…) Lei mi diceva di stare tranquilla perché senza fare nulla avremmo guadagnato soldi. (…) Quando andava via un cliente, Nico usciva dal bagno e chiedeva subito la parte dei soldi che gli spettava”.

Questo il racconto chiaro e nitido agli investigatori verbalizzato da una delle amiche di Cristina finite nelle rete di prostituzione : la ragazzina cede per alcuni incontri a riprova di come la vittima principale dell’inchiesta, poi pentitasi di quanto fatto, aveva cercato, in alcuni casi con esito positivo, di portare nuove ragazzine alla “corte” di Nicola Basile dopo l’esordio con la “Squadra” della Lopez e dell’Albanese. La madre di Cristina sconvolta dopo quello che ha scoperto dalla figlia, la quale in più di un’occasione si era duramente scontrata con lei fino ad essere cacciata via di casa. Vittime che diventano “carnefici” di altre minorenni prima di decidere di collaborare su input, nel caso di Cristina, anche del padre. Sono tutte ragazze di Bari, frequentano istituti professionali, si prostituiscono in grandi hotel e B&B per soldi da spendere poi in locali all’ultimo grido o in qualche grammo di hashish.

“In una circostanza  ci diede una carta oro – ha mette a verbale una delle minorenni, riferendosi a Fabio Carlino uno dei clienti arrestato ai domiciliari, – e lui ci disse che non potevamo prelevare più di 20mila euro a settimana. Provammo a prelevare ma con quel pin non permetteva il prelievo. In merito non ci dava spiegazioni, rimaneva vago” . Carlino, scrive il gip, “non solo era perfettamente consapevole dell’età delle ragazze, ma era altresì ben contento della circostanza di poter intrattenere rapporti sessuali con ragazze minorenni”. Il ritrovamento di quella carta di credito oro da parte della mamma di un’altra ragazza (coetanea della 16enne) diede un ulteriore impulso alle indagini, permettendo agli inquirenti di risalire ad alcuni dei clienti delle minorenni.

Foto di champagne “Dom Perignon”, banconote da tagli di cento, duecento euro, immortalate all’interno di “storie” pubblicate sul socialnetwork Instagram. Come racconta il dirigente della Squadra Mobile di Bari Filippo Portoghese : «Alla base c’è un disagio familiare più che sociale. Molte delle “baby-squillo infatti vivono in famiglie con problemi, alcune anche piegate da difficoltà economiche. E per una madre che trova la forza di denunciare, ce ne è un’altra che dalla “Squadra” Lopez-Albanese si farà pagare per non dire nulla alla polizia. Consapevole di quanto e cosa facesse la figlia minorenne“.

Un cliente di Lecce, era perfettamente consapevole della minore età della ragazza. Anzi apprezzava la circostanza: “A lui questa cosa piaceva tanto”.  “C’era anche un altro uomo – ha raccontato una delle vittime del giro di prostituzione come si legge nell’ordinanza – un avvocato, prese una suite con una vasca enorme. Avemmo rapporti sessuali, ci pagarono 250 euro. In un’altra circostanza ci diede una carta oro dicendoci che non potevamo prelevare più di 20mila euro a settimana”. 
Alle ragazze prima dei rapporti, sarebbero state offerte sostanze stupefacenti: “Ci portò un pezzo di fumo e ce lo offrì”. E poi: “In quella circostanza fumò cocaina con una pipa”.

La ragazzina chiederà anche alla polizia di non tornare a casa dove il suo passato era stato scandito anche dalle botte. «Tutto è iniziato dopo l’estate del 2021 quando mi sono riavvicinata ad Antonella Albanese – racconta Cristina, decisa a cambiar vita – Lei era stata prima nelle Marche dove lavorava in locali notturni e poi andò a Roma con un’altra ragazza. Quando Albanese è tornata a Bari mi ha presentato Marilù che si chiama Marilena Lopez, siamo a ottobre novembre 2021. (…) Marilù e Antonella che già si prostituivano, mi invitarono a farlo con loro. Mi istruirono su cosa e come farlo“.

La Albanese aveva introdotto Cristina nel mondo della prostituzione pur essendo consapevole della età minore della ragazzina, cercando di superare le sue resistenze descrivendola come un mondo dorato dai guadagni facili. Il “metodo” operativo utilizzato dalla Albanese e dalla Lopez consisteva nell’inserire annunci, generalmente sul portale “Bacheca Incontri“, attraverso l’impiego di due o più numeri di telefonia mobile, utilizzati esclusivamente per l’attività di prostituzione. Negli annunci, venivano indicate le ragazze disponibili, il luogo in cui si tenevano gli appuntamenti, le prestazioni sessuali elargibili dalle escort ed i numeri delle utenze mobili da contattare.

Tra la Albanese e la Lopez non vi era un rapporto di gerarchia, in quanto operavano entrambi in posizione paritaria: le due donne, al netto dei compensi per le altre partecipanti, dividevano i cospicui guadagni in parti uguali: “Non c’era un capo tra Marilù e Antonella, i soldi restanti se li dividevano sempre in parti uguali tra loro. Una volta guadagnammo 1.500 euro e tolti i soldi a me, loro si divisero il resto in parti uguali“.

Successivamente nella “squadra” arriva Nicola Basile, ma il metodo resta lo stesso anche se cambiano le “location” ed i clienti. Si passa dai B&B di via Principe Amedeo agli hotel di lungomare Nazario Sauro a Bari. E dai precedenti 200-300 euro ad incontro si sale a 500 euro più “regali” extra. Una delle ragazzine raccontando del cliente “facoltoso” di turno dirà: “Ci faceva anche dei regali materiali tipo delle scarpe”. Basile “faceva delle truffe online, quando sono iniziate ad andare male le truffe lui ha incominciato a propormi di prostituirmi” dirà Cristina raccontando anche di essere stata anche minacciata dall’uomo che qualora non avesse aderito alla sua proposta indecente, questi avrebbe reso noto la sua reale attività di “escort” diffondendo delle fotografie di cui era in possesso. Basile desideroso di aumentare ulteriormente i guadagni, aveva invitato Cristina a reperire e convincere altre sue coetanee, minorenni, a prostituirsi. Attraverso le applicazioni di messaggistica on-line, Basile aveva accesso alle foto delle sue amiche, e quando trovava una ragazza che gli piaceva, chiedeva a Cristina di adoperarsi per convincerla a prostituirsi, cosa che è accaduta con una sua compagna di scuola.

“La chiave di lettura di questa vicenda è sempre quella della prospettiva di facili guadagni per ragazze che spesso non possiedono gli anticorpi necessari per impedire di essere veicolati da amicizie sbagliate all’interno di meccanismi perversi gestiti da persone senza scrupoli”. ha affermato Ciro Angelillis, procuratore aggiunto di Bari, con riferimento alla operazione della Squadra Mobile che grazie alla denuncia di una mamma delle minorenni ha fatto luce su una rete di prostituzione minorile e che ha consentito di arrivare all’esecuzione di dieci misure cautelari. L’ aggiunto Angelillis ha aggiunto che “La prostituzione minorile è un fenomeno trasversale che riguarda anche contesti sociali non particolarmente degradati ma che riguarda la capacità delle famiglie di controllare certi meccanismi che purtroppo oggi sono affidati in modo incontrollato ai social network” ,

In carcere sono stati associati Marilena Lopez (detta Marilù, 35 anni, di Bari), Antonella Albanese (detta Emma, 21, Bari), Federica De Vito (detta Erika, 23 anni, Toritto), Elisabetta Manzari (23, Bari), Ruggero Doronzo (29, Barletta), Nicola Basile (25, Bari). Ristretti ai domiciliari : Fabio Carlino (Lecce), Roberto Urbino (Trani). Obbligo di dimora disposto per Stefano Chiriatti, (Lecce, avvocato di 56 anni) e Michele Annoscia (Bari).

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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