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3 Luglio 2024 08:29
3 Luglio 2024 08:29

E’ morto un grande italiano: Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica

Imprenditore di primo piano della scena finanziaria italiana, Leonardo Del Vecchio era anche primo azionista di Mediobanca. Secondo uomo più ricco d'Italia era stato insignito Cavaliere del Lavoro nel 1986. Restano integri il suo progetto e la governance che lui ha voluto dare alle sue aziende e della Delfin, la finanziaria che raccoglie tutte le partecipazioni industriali e finanziarie
di Alessia Di Bella

È morto Leonardo Del Vecchio fondatore di Luxottica e presidente del gruppo Essiliux aveva 87 anni. Del Vecchio, riferiscono fonti mediche all’Agi, era ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano da diverse settimane. Il patron di Luxottica lascia sei figli. Claudio (a capo del gruppo Brooks Brothers), Marisa e Paola, nati dal primo matrimonio con Luciana Nervo; Leonardo Maria, avuto con la seconda moglie Nicoletta Zampillo, dalla quale Del Vecchio si è separato ma che ha poi risposato; Luca e Clemente, nati dalla relazione con Sabina Grossi, ex investor relator del gruppo

Nato a Milano nel 1935 da una famiglia di emigrati pugliesi, ha passato la propria infanzia dai Martinitt orfanotrofio di Milano. A soli 26 anni giovanissimo ha creato dal nulla Luxottica, partendo da un piccolo terreno ad Agordo, in provincia di Belluno. L’azienda si è poi imposta negli anni come il colosso mondiale dell’occhialeria, fino alla fusione con il gigante delle lenti Essilor, nel 2017, che ha dato vita ad EssilorLuxottica.

Imprenditore di primo piano della scena finanziaria italiana, Leonardo Del Vecchio era anche primo azionista di Mediobanca, con una partecipazione del 19,4%. Secondo uomo più ricco d’Italia era stato insignito Cavaliere del Lavoro nel 1986. Restano integri il suo progetto e la governance che lui ha voluto dare alle sue aziende e della Delfin, la finanziaria che raccoglie tutte le partecipazioni industriali e finanziarie. Così come per Essilor Luxottica , per l’immobiliare Covivio, per la sua fondazione e per le sue partecipazione finanziarie.

Del Vecchio, insieme al suo storico avvocato Sergio Erede, aveva studiato  da anni una “governance” della Delfin capace di rendere l’azienda impermeabile alle incursioni della sua famiglia, con un management già deciso, e con le linee guida della governance per continuare a sceglierlo nel futuro. I sei figli di Del Vecchio ereditano infatti il 12,5% del capitale della finanziaria Delfin, e la moglie Nicoletta Zampillo il 25%.  Lo statuto prevede che ogni decisione venga presa con l’accordo di tutti e tre i rami della famiglia perché è prevista una maggioranza dell’88% della finanziaria per ogni decisione. E Lo stesso vale per la scelta del management, il suo braccio destro Francesco Milleri che dovrebbe ora succedergli in Delfin, oltre a continuare a essere il Ceo della Essilor-Luxottica.

 Ora che l’imprenditore è venuto a mancare, è previsto che Milleri prenda il suo posto nel consiglio della finanziaria: tanto più che lo statuto di Delfin prevede che i 5 amministratori della holding lo siano a vita, nessuno della famiglia può sostituirli, a meno che essi non si dimettano spontaneamente. La filosofia di Del Vecchio resta immutata anche per le partecipazioni finanziarie, vale per il 19% di Mediobanca e per il 9,9% di Generali. Del Vecchio è sempre stato un collezionista di partecipazioni, non un “raider” del mordi e fuggi. La stessa partecipazione del 2% in Unicredit, è storica risale agli inizi degli anni 2000, ed è legata alla sua amicizia con Lucio Rondelli, banchiere che primo ha finanziato l’imprenditore negli anni Ottanta, e che per anni ha partecipato  come amministratore indipendente al cda di Luxottica.

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