L’allontanamento degli italiani dalla politica è un dato non emerge soltanto nelle urne elettorali, che visto in forte crescita l’astensionismo (fatta eccezione per il referendum sulla riforma costituzionale) colpisce i partiti anche sul fronte economico. E che il dato stia aumentando lo si rileva dal sito del Dipartimento delle Finanze. Infatti solo il 2,38% dei contribuenti, pari a 971mila italiani, ha messo nel 2016 una crocetta nella propria dichiarazione dei redditi 2015 per destinare il 2 per mille della propria Irpef ad un partito. La percentuale rispetto al già risicato 2,72% del 2015, quando le firme erano state 1,1 milioni.è diminuita .
Il risultato è che alle 21 formazioni che hanno fatto richiesta di essere ammesse alle liste (non il Movimento 5 Stelle, che come è noto, non avendone titolo, non riceve neanche i finanziamenti pubblici sono stati girati 11,7 milioni di euro contro i 12,3 milioni raccolti,l’anno precedente . I partiti hanno quindi visto calare di oltre 2 milioni i proventi raccolti dai cittadini attraverso il nuovo sistema di finanziamento che dal 2014 ha sostituito progressivamente quello basato sui rimborsi elettorali, azzerati a partire da quest’anno.
A decorrere dall’anno finanziario 2014, con riferimento al precedente periodo d’imposta, il contribuente ha la possibilità di effettuare la scelta di destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento di un partito politico all’atto di presentazione della sua dichiarazione dei redditi. Nella tabella seguente resa nota da Ministero dell’ Economia e Finanze vengono riportati il numero delle scelte e gli importi del due per mille, calcolati in proporzione alla base imponibile dei contribuenti che hanno effettuato la scelta.
I valori dell’anno finanziario 2014, anno di istituzione del due per mille, non sono confrontabili con quelli degli anni successivi, in quanto per il 2014 la scelta richiedeva una procedura meno diretta e più complessa per i contribuenti: doveva essere effettuata attraverso un’apposita scheda che non era allegata all’ordinaria modulistica fiscale ma doveva essere prelevata dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate. Rispetto alle dichiarazioni 2015, la somma totale erogata nel 2015 e’ stata ridotta proporzionalmente al tetto massimo di 9.600.000 euro, rispetto alla somma teorica complessiva di 12.353.574,68 euro, ai sensi dell’art. 3 comma 7 del DPCM 28 maggio 2014. La differenza e’ stata poi erogata nel 2016 ai sensi dell’art. 11 del D.L. 28
Dichiarazioni 2016 – redditi 2015
Il Partito Democratico dell’ex premier Matteo Renzi raccogliendo 6,4 milioni di introiti si conferma al primo posto, con 491.570 firme pari al 50,5% del totale, ma rispetto all’anno prima ne perde oltre 100mila . Il PD aveva invece totalizzato con le dichiarazioni 2015 il 53,9% delle preferenze dei contribuenti che avevano scelto di devolvere il 2 per mille, raccogliendo 6,8 milioni teorici e 5,3 effettivi.
Al secondo posto in classifica la Lega nord con 129.401 firme, il 13,31% contribuenti, che hanno portato al partito guidato da Matteo Salvini 1,4 milioni di euro in crescita rispetto agli 1,1 del 2015. Al terzo posto sale Sinistra ecologia e libertà con 838.155 euro versati dal 7,43% dei contribuenti (72.235). L’anno prima aveva ricevuto 881mila euro. Fratelli d’Italia si piazza al quarto posto , con 569.865 euro devoluti da 51mila contribuenti: il partito della Meloni scalza Forza Italia (solo 46.695 scelte) per numero di firme, ma il partito di Silvio Berlusconi raccoglie più soldi, 615.761 euro, probabilmente perché chi le ha devoluto il suo 2 per mille ha dei redditi più alti e quindi versa allo Stato una Irpef maggiore.
Al sesto posto si conferma Rifondazione comunista che incassa 459.970 euro, con le firme di 46.399 cittadini. Seguono il Nuovo Centrodestra con 259.629 euro, Sudtiroler Volkspartei con 234.510 euro, Federazione dei Verdi con 167.865 euro e Centro democratico con 160.916 euro. Chiudono la classifica i Popolari per l’Italia con 24.514 euro e 1.733 firme.
Questa la ripartizione regione per regione, partito per partito.