di REDAZIONE POLITICA
SEI ITALIANI su dieci credono in Mario Draghi. Una fiducia degli italiani che prende quota: dal 33,8% di novembre al 45% del 1° febbraio al 62% attuale. A registrarlo è un sondaggio curato da Euromedia Research per il quotidiano piemontese La Stampa illustrato da Alessandra Ghisleri :
“Spesso, soprattutto nei momenti più complicati, abbiamo bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno per avere anche solo una minuscola speranza di una buona riuscita o di un successo. Così mentre ci arrovelliamo sulle alchimie politiche ci stiamo rendendo conto che abbiamo bisogno di interventi sostanziali e immediati per il Paese. Lo spettacolo che la politica ci ha offerto negli ultimi mesi di certo non è parso confortante” spiega la Ghisleri.
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“La concertazione su ruoli, nomine, traccheggi e mercanteggiamenti non ha aiutato la stima ed il credito nei confronti dei partiti che hanno portato avanti le loro battaglie nel palazzo – e davanti alle telecamere -, mentre la gente si domandava se si rendessero conto di quanto stava accadendo nel Paese reale. – aggiunge la nota ricercatrice e sondaggista – Uno tra i dati che confermano questo stallo risiede anche nell’aumento del partito degli “Indecisi e degli Astenuti” che nel giro di un paio di mesi è riuscito a guadagnare 7 punti in percentuale passando dal 27% al 34% proprio nel pieno della crisi politica nazionale. In questa indicazione si sono ritrovate in maggioranza le donne e gli over 65 anni residenti per la maggior parte al Sud e nelle isole”.
La rilevazione mostra che Mario Draghi viene considerato dai cittadini come una garanzia di qualità. Un riconoscimento trasversale con percentuali massime tra gli elettori di tutti i partiti, anche per Fratelli d’Italia. Sono più convinti gli elettori di Giorgia Meloni (il 64,2%) rispetto a quelli di Beppe Grillo (18 punti sotto la media nazionale al 44,9%).
In molti hanno associato la figura di Mario Draghi a Mario Monti. Il Professore al suo esordio nel novembre 2011 registrava un 66,8% di indice di fiducia che nel mese di febbraio 2012 era già sceso al 54,5% e il 20 luglio al 38,7%. Tuttavia oggi, a domanda diretta, ben il 62,1% non trova ragione in questo paragone fra i due. Li associa il 43% degli elettori grillini, appena il 13% di quelli renziani.