di REDAZIONE POLITICA
Il sociologo della politica Ilvo Diamanti scrive su REPUBBLICA: “In Italia non ci sono più partiti ‘dominanti’ perché Mario Draghi, per quanto in lieve calo di consensi, mantiene un grado di fiducia decisamente elevato: 65%” perciò appare, dunque, il principale riferimento per una larga maggioranza di cittadini. E contribuisce a fornire un senso a una democrazia, per molti versi, ‘incerta’” in quanto “pervasa dal virus dell’insicurezza”.
Quindi, analizza Diamanti, “anche per questo il premier viene presentato come possibile (probabile) successore di Sergio Mattarella, al Quirinale. D’altronde, è difficile, per una democrazia rappresentativa, ‘funzionare’, quando i rapporti fra maggioranza e opposizione non ‘funzionano’. E fra i partiti non si osservano ‘soggetti dominanti’”: tre partiti – Pd, Fratelli d’Italia e Lega – stazionano intorno al 20% e un altro, il M5S, poco sotto, secondo i dati di un sondaggio condotto da Demos.
Questa situazione tra i partiti, annota ancora l’analista politico, “peraltro, contribuisce a spiegare il profilo e le tendenze del gradimento verso i principali leader. Che confermano quanto già delineato dall’atteggiamento verso il governo. La centralità e la prevalenza evidente e appariscente di Mario Draghi. Sostenuto, stabilmente, da 7 italiani su 10″.
Conclude la sua analisi Diamanti: “Nel complesso, si ripropone il profilo frammentato che contrassegna il sistema politico italiano. Una democrazia ‘incerta’, dove tutti i partiti (tranne uno) sono nella maggioranza di governo.
E le divisioni si trasferiscono dentro ai partiti. Mentre su tutto e tutti incombe il Virus. Che trasferisce nella società tensioni espresse da frazioni ‘minoritarie’. Ma ‘rumorose’. Specchio di un Paese alla ricerca di coesione e unità. Garantite, oggi, da Mario Draghi, con crescente difficoltà. In attesa che la ‘democrazia rappresentativa’ torni a funzionare. E il Parlamento a ‘rappresentare’ gli orientamenti dei cittadini, che dalle ultime elezioni, nel 2018, sono cambiati profondamente”.
Dietro ai primi quattro partiti, solo Forza Italia mantiene un peso significativo, oltre l’8%. Peraltro, in crescita. Come Azione di Calenda e +Europa. Che mantengono misure limitate. Fra il 2,5 e il 3%. Comunque, superiori rispetto a Italia Viva, il partito di Renzi. Ormai poco sopra il 2%. Tallonato da Europa Verde e Sinistra Italiana. Emerge, dunque, e si conferma un quadro frammentato e fluido. Che rende difficile immaginare cosa avverrà nei prossimi mesi. Salvo un dato di fatto: la prospettiva di nuove elezioni (anticipate) appare sempre più improbabile. Gli unici a trarne vantaggio potrebbero essere Fratelli d’ Italia.