di Alessandra Monti
Le aziende pubbliche partecipate dal Ministero dell’economia e delle finanze che si avviano al cambio dei vertici nel 2023 sono 67, 17 direttamente e 50 indirettamente . Il quadro aggiornato delle poltrone a disposizione degli appetiti politici emerge da un rapporto del servizio di controllo parlamentare della Camera dei Deputati intitolato “Ricognizione degli assetti organizzativi delle principali società a partecipazione pubblica” sviluppato lo scorso ottobre 2022 (vedi al piede dell’ articolo).
Per capirne l’importanza viene citato il Rapporto “Le partecipate pubbliche in Italia” del 3 febbraio 2022 dal quale emerge che, nel 2019, le unità economiche partecipate dal settore pubblico sono 8.175 e impiegano 932.714 addetti. Se si restringe l’analisi alle sole imprese controllate pubbliche, si individuano 3.502 imprese attive, per un totale di 583.244 addetti. Tra queste, 2.339 appartengono a gruppi che hanno al vertice un’unica amministrazione pubblica. Le rimanenti 1.163 controllate pubbliche attive fanno invece riferimento a gruppi con al vertice una pluralità di amministrazioni pubbliche, che esercitano il controllo in modo congiunto oppure singole unità (non appartenenti a gruppi) il cui capitale è controllato in modo congiunto da più amministrazioni pubbliche.
Attraverso il controllo diretto o indiretto esercitato sui grandi gruppi, il MEF, il Ministero dell’economia e delle finanze è il soggetto controllante di maggiore rilevanza in termini di occupazione, con il 53,5% di addetti delle controllate pubbliche e una crescita del 5,5% in termini di controllate. Complessivamente, al netto delle attività finanziarie e assicurative, l’Istat evidenzia che le imprese a controllo pubblico generano oltre 58 miliardi di valore aggiunto (il 7% di quello prodotto dai settori dell’Industria e dei Servizi) con una crescita del 3,2% rispetto al 2018. L’incidenza sul valore aggiunto sale all’8,9% se si considerano solo le forme giuridiche tipiche delle controllate pubbliche (società di capitali).
Spetterà alla maggioranza del governo Meloni una girandola di nomine importanti, che comprende le società “big” come Eni, Enel, Leonardo, Poste e Terna. Ma ci sono anche l’ Ipzs (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) che ha una sua controllata nella quale scadono i vertici: Futuro e conoscenza, il Monte dei Paschi di Siena che ha da poco ottenuto una dote di capitale necessaria alla sua sopravvivenza, l’ Amco società che si occupa di acquisto e gestione dei crediti delle banche, Consap che eroga servizi assicurativi alle società pubbliche, Consip specializzata come “centrale” degli acquisti per lo Stato, Enav che controlla i cieli italiani, Equitalia Giustizia, Sogesid, Sogin (parzialmente), Sport e Salute.
Sono molti gli uomini “piazzati” dal precedente governo “giallorosso” (M5S-PD-Articolo1-Sinistra Italiana) che stanno già preparando le scatole per lasciare i loro uffici, anche se qualcuno sta cercando di “riciclarsi” con poca possibilità di successo.
Al cambio dei vertici e consigli di amministrazione ci sono anche alcune partecipate di Gse il Gestore dei servizi elettrici , come la società ‘Acquirente Unico, la Gme (Gestore dei mercati energetici)e la Rse che fa ricerca sul sistema energetico. Anche il Gruppo Leonardo ha posti da riempire nelle sue società satellite come Avio, Larimart e Orizzonte Sistemi Navali.
Nel Gruppo Poste italiane, oltre alla capogruppo il rapporto dei tecnici della Camera segnala la necessità di rinnovi del cda nel Consorzio per i servizi di telefonia mobile, Mlk Deliveries, Poste Air Cargo, Poste Vita, Postepay e Sennder Italia.
Alla Rai oltre all’azienda di via Mazzini sono scaduti i vertici da rinnovare di Rai Cinema, Rai Com e Rai Way. Poltrone da rinnovare nella Geoweb partecipata dalla Sogei.
Ma bisognerà riempire le caselle vuote dal 2019, come Eur Tel (Ente Eur spa), e nel 2021, come G.Imm.Astor, Mps Covered Bond, Mps Tenimenti del gruppo Monte dei Paschi di Siena. Poltrone a disposizione anche nelle società nelle quali il controllo è della Banca Monte dei Paschi di Siena. Tra queste le meno conosciute ma altrettanto ambite: Immobiliare Novoli, Magazzini Generali fiduciari di Mantova, Monte Paschi Fiduciaria, Mps Capital Services, Mps leasing e factoring e Widiba.
Tra le società partecipate dai vari ministeri, vanno al rinnovo i Cda di Acciaierie d’Italia, Cdp Venture Capital Srg, Difesa e Servizi, Ferrovie Appulo lucane, Infratel Italia, Medio Credito Centrale – Banca del Mezzogiorno, Monte dei Paschi fiduciaria, Mpd Capital Service, Mps Leasing & Factoring, Techno Sky–Technologies For Air Traffic Management e Enel Italia.
Tra le società partecipate di Eni, ci sono invece l’ AGI – Agenzia Giornalistica Italia, ENI Global Energy Markets (presidente Cristian Signoretto in un CdA di quattro membri), ENI Plenitude, ENI Sustainable mobility, ENI Trade & biofules, EniMed, Leoc, Lng Shipping e Mozambique Rovuma Venture. Nomine da fare, sempre nel gruppo del Cane a Sei Zampe, anche alla Raffineria di Gela, Seram, Servizi fondo bombole metano e South Italy Green Hydrogen.
Altri posti sono invece disponibili nelle società direttamente partecipate dai Ministeri. Come Difesa e Servizi che si occupa del patrimonio del ministero delle Forze Armate e nelle Ferrovie Appulo Lucane che sono sotto il controllo del Ministero delle Infrastrutture.
Nel gruppo Ferrovie dello Stato si cambiano i CdA di Ferservizi, Fs International, Grandi Stazioni immobiliare, Italcertifer, Rfi, Trenitalia, Tav–Treno Alta Velocità.
camera_societa-pubblicheLe agenzie fiscali
Movimenti sono attesi a breve giro nelle Agenzie fiscali: Marcello Minenna, attuale capo dell’ Agenzia delle Dogane, molto chiacchierato e discusso, vicino al Movimento 5 Stelle, è in via d’uscita nonostante si sia agitato alla ricerca di nuove sponde, così come Alessandra Del Verme, numero uno dell’Agenzia del Demanio. Più stabile e consolidata invece la posizione di Ernesto Maria Ruffini alla guida dall’Agenzia delle Entrate. L’avvocato scelto prima da Renzi come ad di Equitalia e poi da Gentiloni alla guida della stessa Agenzia, potrebbe non essere soggetto ad alcuna ghigliottina avendo dimostrato un alto senso dello Stato.